Satellite Inn - AMF

Unsigned Bands & Labels

Si può nascere a Forlì, innamorarsi di un genere così radicato nella terra americana come l'alternative country di Uncle Tupelo e Lullaby for the Working Class, e arrivare a condividere etichetta e palchi coi numi tutelari del genere? Eppure è proprio questo il percorso dei Satellite Inn, nati all'inizio degli anni '90 come band rockabilly col nome di Eddies Gun, e folgorati nel 1993 dall'ascolto dei Tupelo di Still Feel Gone, tanto da abbracciare, con la poetica minimale e le atmosfere soffuse del genere, violini e mandolino. Dai campi di cotone e mais ai peschi in fiore della pianura padana il passo potrebbe sembrare azzardato, ma la passione per la scrittura in inglese e per ogni palco disponibile in Europa attirano le attenzioni della stampa e delle radio, echi che raggiungono perfino la lontanissima Melbourne, Australia, ove programmi come No Depression di Sophie Best su PBS - FM, e Twang di Denise Hylands su RRR - FM, gratificano oggi gli Inn di una programmazione costante ed entusiasta. Nel frattempo la discografia della band cresce; a un primo demo tape, che si intitola Eddie's Gun, segue un cambio di line up; come Henry il gruppo autoproduce nel 1996, per la propria Flag Records, il No Way Out E.P., a cui segue, finalmente come Satellite Inn, Cold Morning Songs (1998). I due cd arrivano negli uffici delle storica MoodFood Records di Cary, North Carolina, la stessa che vanta la scoperta del talento dei Whiskeytown; l'offerta è quella di editare i due EP in un unico cd, ossia quel Cold Morning Songs che esce a fine agosto '99, testimoniando una maturità di scrittura che, fermamente legata ai canoni alt-country, non ha nulla da invidiare ai titoli-chiave del genere. A settembre gli Inn sono invitati a suonare negli States, e partecipano al CMJ Music Festival, il più importante ed affollato raduno di etichette indipendenti che si tiene a New York City, e supportano, di ritorno in Europa, il tour italiano di Willard Grant Conspiracy.

Per molti l'idea della Ferrara musicale è legata a quel calderone poliedrico e multietnico che invade la cittadina a fine agosto, in occasione del Busker Festival, eppure Ferrara è percorsa da suoni avvolgenti, insoliti, e talmente interessanti da aver spinto un pugno di appassionati a fondare, nel 1990, l'Associazione Musicisti di Ferrara. L'impegno nel campo della didattica musicale è all'inizio il motore primario dell'Associazione, a cui sono affidati i corsi della Scuola di Musica Moderna, ma è l'esigenza di fissare la vitalità della scena locale a dare il via a una serie di pubblicazioni discografiche, inaugurata da un "numero zero", realizzato con la collaborazione del Comune, che è la prima testimonianza di un arcipelago che annovera artisti spesso diversissimi per scelte artistiche e linguistiche, ma con comune spessore e respiro. La seconda raccolta, Germinazione Spontanea, conferma il coraggio creativo del patrimonio musicale ferrarese, intessuto di stile e maturità tecnica. I due titoli firmati da Barbieri-Tuzet, Esercizi di Ritmo e Immagine e Liquori di Cromo, prendono spunto dalla poetica del Cavaliere Azzurro, movimento nato nel 1912 a Monaco di Baviera per sperimentare l'associazione di colori e note musicali. La Sax Society, diretta e arrangiata da Roberto Manuzzi, include Felice Del Gaudio (già con Daniele Sepe), Lele Barbieri e Massimo Mantovani, esploratori delle molteplici possibilità timbriche e ritmiche dello strumento. Tango Tres si immerge invece nei sobborghi di Buenos Aires dove, con strumenti musicali di fortuna, gli immigrati e i nativi hanno saputo creare uno stile e una danza inconfondibili. Ultima citazione per Half way, firmato dal Teo Ciavarella Trio, un viaggio a metà strada fra l'Africa e il Baltico, il Mediterraneo e il Jazz, centro e periferia, memoria e necessità.


(Pubblicato il: 28/11/2013)