recensioni

Billy Idol

Devil's Playground
Una delle coppie più famose del rock si è ricomposta. Billy Idol e Steve Stevens sono tornati insieme ed hanno scritto il grande ritorno del rocker inglese, giunto a dodici anni di distanza dal precedente album in studio. La lunga attesa è stata sapientemente mitigata da varie raccolte ed un album live in acustico, che ha gettato le basi per il ritorno in grande stile di “Devil’s Playground”. Fin dal primo brano in scaletta, “Super Overdrive”, sembra che il tempo per Billy si sia fermato a “Rebel Yell”. Chitarre sferzanti ed una batteria al fulmicotone sono l’asse portante del disco che vive su brani sparati a mille, eccezionale a tal proposito il primo singolo estratto dall’album, “Scream” e momenti di tranquillità apparente come nel lento strappamutande “Sherri”. Chi si aspettava un vecchio rocker bolso ed inacidito ha dovuto ricredersi, Billy dimostra un'energia che molte giovani band punk d'oggi non hanno mai espresso in nessuno dei loro pluridecorati dischi. Il punk rock ha ritrovato uno dei suoi figli più illustri ed io non vedo l’ora di vederlo dal vivo. La sua smorfia è ancora lì ferma sul suo volto d'eterno ragazzaccio. E noi, eterni punk rocker, alziamo il volume al massimo anche a quaranta anni. “Basta con questa tortura, abbassate il volume”, urlano dalla finestra del mio vicino……. Ed io faccio orecchie da mercante. E una pernacchia.

Formato: cd


(Pubblicato il: 28/11/2013)

Giancarlo Onorato

Falene
Giancarlo Onorato è uno di quei nomi con i quali bisogna fare i conti, prima o poi. Chi si occupa di musica, ma anche chi ascolta con passione le sette note italiane, come il sottoscritto, è incappato almeno una volta nei dischi di Giancarlo. Voce degli Underground Life, pionieri dell’autoproduzione peninsulare, Giancarlo si è successivamente creato una carriera solista che ha viaggiato in parallelo con le sue opere di scrittore e le sue opere pittoriche, una carriera che si era fermata al 1998 con l’uscita di “Io Sono L’Angelo”. Oggi, dopo tre anni di lavoro, è pronto “Falene” e subito, fin dalla prima nota di “Le Bisce D’Acqua”, si comprende la grandezza di Giancarlo, la sua enorme esperienza, la sua anima artistica sempre in crescendo come in “La Sete”. Al disco hanno collaborato la poetessa Anna Lamberti Bocconi, il talentuoso Paolo Benvegnù, il chitarrista Massimo Fantoni e Mario Congiu nelle vesti di produttore e musicista. La dolcezza di “Boncourage” è la cartina tornasole di questo album, tutto giocato sulle parole di Giancarlo e sulla musica di “accompagnamento” che ricama momenti di splendore mistico. A volte penso ad alcuni artisti italiani tanto considerati da stampa e pubblico, venerati come i tenutari della verità della musica nostrana e non capisco come Giancarlo non sia al loro fianco, a dettare le regole per essere artisti a tutto tondo. Non capisco, ma prima o poi qualcuno mi illuminerà la strada. Ci deve essere stato un blackout ultimamente.

Formato: cd


(Pubblicato il: 28/11/2013)

The Stabilisers

Last Change Saloon
Bene, molto bene, la Skippingmusez da Castelmaggiore (Bologna) pubblica il debutto sulla lunga distanza degli inglesi The Stabilisers. Nell’era della globalizzazione può sembrare una cosa da poco, ma attenzione perché non lo è affatto. Qui si parla di punk pop con reminiscenze garage, suonato con vigore e cantato con acredine, quella stessa forza d’urto che da sempre contraddistingue le band provenienti dalla terra d’Albione. Band capaci, nella quasi totalità dei casi, di scrivere almeno un paio di brani epocali, prima di scomparire fagocitati da un mercato che non ammette errori o ripensamenti di sorta. Gli Stabilisers cercano di rompere il cerchio e scrivono quattordici pezzi epocali, quattordici tracce che da quando hanno visto l’arrivo di Allan Crockford alla chitarra (andate voi a cercarvi in quante band ha suonato questo signore), sono diventate candelotti di dinamite con la miccia accesa. “Now And Forever” cercate di ascoltarla senza distrarvi per colpa delle convulsioni che provoca, con “Frustration”, invece, cercate di non scoprirvi a fare il coretto senza rendervene conto e per finire con “Shit List” (vorrei segnalare solo tre brani perché lo spazio è tiranno), vedete di non cavalcare il vostro animale da compagnia, sicuramente non gradirebbe di essere “usato” come un cavallo alla carica. La Skippingmusez dalla provincia di Bologna alla conquista del mondo. Vi sembra poco?

Formato: cd


(Pubblicato il: 28/11/2013)

Doves

Some cities
Terzo album per i Doves, dopo un paio di prove discografiche di tutto rispetto che hanno lanciato il nome del gruppo inglese tra i combi che contano nell’universo a sette note. Nati come dance band si sono convertiti alle chitarre con superbi risultati. Oggi, giunti alla prova della maturità, riescono ad emozionare ancora senza dover ricorrere ad espedienti da musicisti furbetti. Il disco, che suona come una città in continuo movimento, vive su momenti di furore alternati ad assenze di respiro, “The Storm”, per poi riprendere il volo e tornare in apnea poco dopo. Bellissimo il quartetto di brani che apre il disco. Un disco che se amate i suoni fatti di chitarre che richiamano gli spazi tipici delle città industriali è decisamente il vostro album. I Doves hanno dimostrato di essere ancora capaci di scrivere un grande cd, chi temeva per la loro integrità artistica dovrà ricredersi. I Doves non sono scesi a compromessi anche quando strizzano l’occhio agli U2 più ispirati, “Walk In Fire”. Un disco dal sapore vagamente autunnale, e considerando che stiamo andando verso il sole cocente, capisco che sarà difficile che lo amiate come si deve. Lo so che state aspettando il tormentone estivo con impazienza. Maledetti.

Formato: cd


(Pubblicato il: 28/11/2013)

Musical Buzzino

Musical Buzzino
Questo progetto nasce da un infortunio alla caviglia che ha costretto Lorenzo Corti, chitarrista nella band di Cristina Donà, a letto per un mese. Il tempo giusto per dare corpo ad un debutto solista senza tanti fronzoli e con mille idee centrifugate in tredici brani, tra cui una cover di “Maggie May” di Rod Stewart. Un disco nato in casa grazie all’uso del computer e con qualche sporadica collaborazione come una batteria ed una slide guitar in “Empty Air”, o un basso in “Babe Blue”, suonati rispettivamente da Andrea Viti, Santosh e Peppe De Angelis. Un disco con brani accarezzati dalla voce di Lorenzo, che in un primo momento aveva pensato di usare le sue corde vocali solo per i provini e testi rigorosamente in inglese, per via del fatto che Corti ha sempre ascoltato musica straniera e non si è mai soffermato a sentire le produzioni autoctone. Un background che si avverte in questo debutto, un background di ampio respiro che riesce a gettare una luce internazionale su “Musical Buzzino”. Musica per sognare ad occhi aperti. Musica lineare. Musica senza fronzoli. Bravo, forse pure troppo.

Formato: cd


(Pubblicato il: 28/11/2013)

Manini & Barbini - ma chi sono? Ma che nomi hanno?

Le stanze dei giochi
Negli anni ottanta c’era un gruppo che si chiamava Faded Image. Lasciò ai posteri un paio di produzioni musicali. L’uscita odierna di “Le Stanze Dei Giochi” è stata un'ottima scusa per riascoltare quei vinili, mai dimenticati. Infatti Roberto Barbini e Daniele Manini provengono da quel progetto musicale, e negli anni hanno lavorato con altri ensemble assai noti come Underground Life e Circo Fantasma. Oggi, però, archiviate le precedenti esperienze si sono ritagliati un loro mondo sonoro che attinge a piene mani dal folk (musicalmente parlando) e dalle storie di vita quotidiana, stupenda a tal proposito “I Vicini”. L’esperienza maturata negli anni si avverte al semplice ascolto di questo debutto sottoforma di cd album, perché ogni più piccola sfumatura è curata nei minimi particolari. Un booklet da multinazionale accompagna il compact disc, che viaggia nelle pieghe di Vinicio Capossela, Tom Waits e Fabrizio De André. “Le Stanze Dei Giochi” è un ottimo esempio di folk elegantissimo. Un disco che va a rinfoltire una scena ormai matura per essere apprezzata anche dal grande pubblico. Decisamente bravi, mi avete proprio stupito. Ora, permettetemi, ma DEVO tornare ad ascoltare “Modern”.Info: putiferio@fastwebnet.it

Formato: cd


(Pubblicato il: 28/11/2013)

Athlete

Tourist
Secondo album per i londinesi Athlete che, dopo un esordio molto promettente, tornano a deliziarci con la loro musica soffusa. Additati in madrepatria come la risposta ai Coldplay, gli Athlete nel momento in cui i Coldplay pubblicano il loro terzo album, quello della svolta solare, continuano a girovagare tra canzoni altamente malinconiche, tra melodie struggenti e suoni che ricordano storie d’amore finite male, o lacrime che scorgano da occhi intristiti. Un album che contiene uno dei pezzi più belli di questa stagione, “Wires”, seguito da un altro pezzo epocale, “If I Found Out”. Da soli queste canzoni giustificano l’acquisto del cd, perché domani non vorremmo pentirci di aver perso il momento di massima ispirazione del pop rock di matrice inglese in questo inizio di millennio. Gli Athlete dovrebbero essere presi ad esempio da molte band autoctone, che navigano nella melassa del pop intrigante senza essere capaci di uscire da labirinti lirici fini a sé stessi. Gli Athlete sono un grande gruppo di “drop pop” che riesce ad attenuare la violenza di un'esistenza ormai votata alla nevrosi. Un’isola felice/malinconica dove naufragare con il nostro fardello di responsabilità sempre più pesante ed insostenibile.

Formato: cd


(Pubblicato il: 28/11/2013)

The Valentines

Life stinks
I Valentines, giunti al secondo album, dopo l’ottimo esordio “No Time Generation” uscito nel 2003, possono oggi mettere sul tavolo da gioco un nome di tutto rispetto, quel Daniel Rey, produttore americano che ha lavorato con Ginger Baker, Ronnie Spector, Hellacopters e Ramones. Daniel, giunto appositamente in Italia per produrre artisticamente l’intero album dei Valentines, è riuscito nell’impresa di far quadrare il cerchio, di smussare alcune asperità presenti nel debutto. Il disco infatti viaggia spedito fin dal primo brano, “ I Really Die If You Want To”, ed il bello è che non si ferma, neanche quando il tiro, “Listen”, si adagia un poco sulla voce di Vale Valentine. Tra i brani migliori figurano quei pezzi che riescono con capacità ed irruenza a mescolare il punk rock ’77 a certe atmosfere post punk tanto care ai waver oggi quarantenni. Lode al merito a colui che ha scritto tutti i brani, quel Mars Valentine, attivo da tanti anni e dietro a diversi progetti sempre carichi di rock stradaiolo. Bravo, anzi bravi. I Valentines alla conquista del mondo. Sarebbe ora che un gruppo italiano scalzi dal trono i nordici dal freddo pungente ma dalla musica calda come lava. Valentines uber alles.

Formato: cd


(Pubblicato il: 28/11/2013)

22-20s

22-20s
Grande debutto sulla lunga distanza per questo terzetto che ha scelto il nome di 22-20s, dopo aver trascorso diversi anni nel circuito blues europeo come duo. Grande debutto paragonato in Inghilterra al debutto dei Rolling Stone e mai paragone fu più azzeccato. I 22-20s suonano infatti come se Jagger e soci avessero iniziato a fare musica nel 2000 invece che quaranta anni fa. Folgorati sulla via del rock sporco e ruvido dopo aver ascoltato i White Stripes, i 22-20’s, capitanati da Martin Trimble, hanno capito che il sound fatto di chitarre acide era la loro vera anima e si sono gettati a capofitto dentro questo turbine di rock’n’roll riadattando alcuni loro cavalli di battaglia blues, come “Devil In Me” e “22 Days”. Ne è uscito un suono altamente carico di energia nevrotica, fatto di attacchi e stacchi rinforzati da un componente aggiunto in fase di registrazione (Charly Coombes con la sua tastiera), che ha portato il sound della band verso lidi doorsiani. Chiari i riferimenti agli Stooges, agli MC5, o DMZ, un suono di matrice a stelle e strisce si insinua tra i dieci pezzi di questo debutto e il tutto prende un sapore vagamente retrò. Un viaggio psichedelico tra cowboy completamente sbronzi e avanguardie culturali troppo impasticcate per capire se è giorno o notte. Tra i brani spiccano: “Such A Fool”, “Why Don’t You Do It For Me?”, “Hold On” e “Devil In Me”. Chissà cosa ne pensa Jagger di questo debutto, sarebbe interessante saperlo. Qualcuno può chiederglielo?

Formato: cd


(Pubblicato il: 28/11/2013)

Glam

Mascherata follia
I Glam nascono a Marzaglia (Modena) nel 1999 e definiscono la loro musica come rock alternativo con arrangiamenti classici. Nel 2002 sono dalle parti di Oslo (Norvegia), dove registrano i pezzi presenti in questo esordio autoprodotto. L’anno successivo la band si ritrova in uno studio di registrazione emiliano dove vengono registrate voci e violino. I Glam sono così pronti per pubblicare “Mascherata Follia”. Nei cinque brani proposti la band presenta un lento (“Nei Tuoi Occhi”) e quattro canzoni dal tiro più rock. A volte gli scarni arrangiamenti mettono in luce qualche passaggio un po’ fortunoso ed anche la voce di Matteo fatica, in alcuni momenti, a adattarsi alla musica dei suoi compagni. “Mascherata Follia” rimane comunque un discreto esordio sul quale i Glam possono lavorare per arrivare al prossimo cd in piena forma.

Formato: minicd


(Pubblicato il: 28/11/2013)

Asian dub foundation

Tank
E’ da dodici anni che il collettivo Asian Dub Foundation mette a ferro e fuoco il mondo industrializzato e con “Tank” sembra proprio che la crew non abbia intenzione di abbassare la guardia. Infatti il collante del nuovo album è una netta presa di posizione contro la guerra, in tutte le sue forme, da quelle più plateali a quelle più subdole, un grido d’allarme che non può passare inosservato. Sul versante prettamente musicale gli Asian hanno superato le ultime prove discografiche, scrivendo un album molto coeso, ma allo stesso tempo pieno di influenze che spaziano verso mille direzioni. E’ vero che il tipico sound della band è ben presente negli undici brani di “Tank”, sound che prende a piene mani dai ritmi indiani, dal rock, dal rap o dalla jungle, ma è l’alto peso specifico che gli Asian sono riusciti a spingere dentro ad ogni canzone a dare a “Tank” una luce di disco epocale. Se l’inizio è lacerato dal ritmo sostenuto di “Flyover”, primo singolo estratto dal cd , già con il secondo brano, “Tank”, le mosse frenetiche degli Asian si fanno più pacate, per arrivare ad “Hope” che segna uno dei momenti migliori dell’intero album. Gli Asian continuano per la loro strada, fatta di impegno, musica coinvolgente e tanta capacità. “Tank” può essere il vostro disco, se solo una volta per tutte abbandonaste la vostra concezione di musica costruita su testi d’amore e melodie zuccherine.

Formato: cd


(Pubblicato il: 28/11/2013)

Idlewild

Warning/Promises
Gli Idlewild sono nati dieci anni fa ad Edimburgo. Un tempo abbastanza lungo per valutare il successo di un progetto musicale. Un tempo abbastanza lungo per innamorarsi di una band. Oggi, a dieci anni di distanza e qualche album in discografia, gli Idlewild si possono considerare uno dei gruppi più interessanti del panorama anglosassone. Uno di quei gruppi che ha fatto di canzoni lussuriose la loro ragione d’essere. Non è infatti da meno l’ultima fatica, “Warning/Promises”, registrata in quattro mesi tra la Scozia e Londra e poi ultimata in California tra barbecue, tequila ed estenuanti party notturni. Sarà forse per questa capatina dall’altra parte dell’oceano se il disco suona un poco americano, anche se gli echi di band anglosassoni storiche fanno capolino di tanto in tanto. Brani dal caloroso impatto come “I Want A Warning” si alternano a pezzi dal sapore acustico come “I Understand It”, in una alternanza che assomiglia ad una nave in preda alle onde. Una alternanza che fa bene al disco, sempre in bilico tra l’esplodere e l’implodere su se stesso. Gli Idlewild sono capaci di scrivere belle canzoni, canzoni da ascoltare in auto mentre si osserva il mondo attorno a noi andare a rotoli. Ma a noi poco importa perché possiamo sorridere e non pensarci. Grazie Idlewild. Mi mancavate.

Formato: cd


(Pubblicato il: 28/11/2013)

A toys orchestra

Cockoo Boohoo
I campani A Toys Orchestra sono una “vecchia” conoscenza per i patiti dell’indie sound nostrano, autori di un interessante debutto nel 2001 intitolato “Job”, che aveva fatto gridare al quasi miracolo. Oggi, dopo un passaggio di etichetta discografica, il quintetto è pronto per presentare il secondo album alle audience di mezza Europa. “Cuckoo Boohoo” è infatti uscito anche in Germania, Austria e Svizzera e i nostri vicini avranno potuto godere ascoltando queste tracce che mi hanno ricordato i Pavement più psichedelici, o il Beck più ispirato. Insomma una pletora di influenze ben amalgamate tra loro che fanno di questo disco un album che può combattere alla pari con le produzioni straniere. Voci filtrate, pianoforti accarezzati, chitarre pizzicate, batterie mai invadenti, lo-fi mai fastidioso, sono gli ingredienti de “Il Pianto Rumoroso Del Cucù” (è questo il significato del titolo), un disco pieno di malinconia romantica che a volte si lascia andare ad isterismi da brividi lungo la schiena. Un disco dalle molteplici facce, ma sempre suonato con caparbietà e convinzione assoluta. Sul dischetto color argento è anche inserita la traccia video di “Peter Pan Sindrome”. Oltre che da ascoltare anche da vedere con gli occhi di un bambino curioso. Ma attenti agli scheletri……………

Formato: cd


(Pubblicato il: 28/11/2013)

AA.VV.

Sonica IX edizione
Annuale appuntamento con Sonica, concorso e manifestazione che da nove edizioni è sinonimo di musica indipendente in Sicilia. Annuale appuntamento su cd con gli artisti finalisti che si sono esibiti dal 7 al 9 ottobre 2004 a Priolo (Siracusa). Annuale appuntamento per avere uno specchio fedele del sottobosco italico, sottobosco che suona con partecipazione, volontà sconfinata, bravura e genialità insita nelle nostre radici culturali ed artistiche. Sottobosco che cerca con costanza maniacale un poco di visibilità, spesso negata a discapito dei soliti nomi famosi che riempiono stadi e schermi televisivi. Mi sembra quindi giusto e doveroso dare a tutti i partecipanti alla raccolta un attimo di popolarità all’interno di questa recensione. Eccovi quindi l’elenco completo dei finalisti: Subra Liberos, Sottocosto, Terzasfera, Santorini Orchestra, Strappo, Triandria, Addamanera, Società Del Caveau, Skill, Denize, More Machine, Linea D’Ombra e Safylle’. Bravura e felici intuizioni artistiche sono alla base di tutti i brani presenti nel cd, a dimostrazione dell’ottimo lavoro fatto in fase di selezione.

Formato: cd


(Pubblicato il: 28/11/2013)

Francesca Breschi

Canti molesti
Francesca Breschi è attiva in campo artistico dal 1978 e da oltre quindici anni fa parte del quartetto vocale di Giovanna Marini. Ha inoltre lavorato con artisti del calibro di David Riondino, compositori di fama internazionale come Nicola Piovani e collabora con l’Harmonia Ensemble. “Canti Molesti” è la sua ultima fatica discografica, un disco che spazia tra la canzone d’autore, la tradizione popolare, l’avantgarde ed il rock. Nella tracklist si può infatti trovare “Una Donna” di Giovanna Marini, “Pizzitana” ispirato ad un canto funebre calabrese, “Lucente Stella” monodia medievale, “Louisiana” dei Litfiba, “Il Ritorno Di Un Esiliato” antico canto anarchico toscano, o “Tutti I Nomi Di Giuda” di Corrado Sannucci, cantautore che frequentava il Folk studio di Roma. La voce di Francesca, che si adatta alla perfezione a ciascun brano, a ciascuna melodia, sembra quella di una “allieva” del grande Demetrio Stratos, qui ricordato con “Luglio, Agosto, Settembre (Nero)”. Non mancano alcuni brani scritti da Francesca che si inseriscono perfettamente nella tracklist: “Paralleli”, “Il Cerchio” e “Phoenix”. Voce da brividi. Voce da emozioni. Voce da amare. Un cd intenso come pochi dischi sanno essere.

Formato: cd


(Pubblicato il: 28/11/2013)

Instant flight

Colours & Lights
Gli Instant Flight sono un quartetto con base a Londra capitanato dall’italiano Marco Magnani (già negli Avvoltoi), dedito ad una sorta di pop rock psichedelico, con venature beat garage. La band comprende anche Lucie Rejchrtova (tastiere), James Ovens (batteria) e Andrew Browing (basso) ed ha collaborato con la leggenda vivente Arthur Brown, facendo da band per Brown in alcuni festival sparsi per l’Europa. Nel 2001 è stato pubblicato un primo ep che ha ottenuto buone recensioni ed oggi, attraverso una sussidiaria della Vinyl Magic, gli Instant Flight sono pronti con il debutto sulla lunga distanza. Il disco, registrato negli studi di Gary Ramon (Sun Dial), vede, in qualità di ospiti, Arthur Brown, John Harbourne e lo stesso Gary. Tra le tracce più emozionanti “Running Around”, “Her Mystery”, “Under The Moonlight” e “Kites”. Gli Instant Flight dimostrano, senza ombra di dubbio, di essere a proprio agio tra le sonorità sixties di matrice anglosassone, che prendono spunto dalle allucinazioni di Alice nel Paese delle Meraviglie, come si sospetta dal disegno di copertina opera dello stesso Magnani. Un buon debutto che merita attenzione. Per i sixties maniaci un disco da avere.

Formato: cd


(Pubblicato il: 28/11/2013)

Keren Ann

Nolita
Keren Ann è nata nel 1974 in Israele da mamma olandese/giapponese e padre russo/israeliano. All’età di 11 anni si trasferì a Parigi dove cominciò a mettere a frutto la sua passione per la musica. Il debutto arrivò nel 2000 con una sorta di trip-hop folk. Sua musa ispiratrice Suzanne Vega, per la quale aprì i concerti francesi nel 2001 ed artisti come Portishead, Beth Orton e Dido. Il secondo disco, “La Disparition”, fu pubblicato nel 2002 ed una edizione in inglese vide la luce l’anno successivo. In America la Blue Note stampò il suo terzo album solista, “Not Going Anywhere”, ed i riconoscimenti cominciarono a cadere come pioggia a catinelle. Oggi il suo quarto album, “Nolita”, è nei negozi carico di dieci ballate intimiste. Cantato in francese ed inglese, l’album si avvale di prestigiose collaborazioni, una su tutte quella di Guy Chambers, il compositore dietro a tanti hit cantati da Robbie Williams. “Nolita” è un viaggio agrodolce in terra transalpina, dove la personalità di Keren ci guida per mano tra racconti personali e viaggi eterei. Un disco dal sapore delicato, come delicata è la voce della Ann, nuova chansonnier dai gusti estremamente pacati. Astenersi metallari e discotecomani di vecchio pelo. Brano migliore “Roses & Hips”.

Formato: cds


(Pubblicato il: 28/11/2013)

The Departure

Dirty Words
Tre grandi album sono le coordinate giuste per capire il sound dei Departure (detto da loro): “War” degli U2, “Meat Is Murder” degli Smiths e “Violator” dei Depeche Mode. Con questi dischi nelle orecchie ho così cominciato l’ascolto. E boommmmm!!!!!!! Ho capito il perché dopo appena sei mesi dal loro debutto live, in un pub di Northampton, hanno calcato il palcoscenico del Reading Festival, la kermesse estiva più importante d’Inghilterra, ho capito perché i Departure sono sulla bocca di tutti. Sono una grande band, che a discapito della giovane età ha scritto un signor disco. Così sono andato un po’ oltre i tre dischi da loro menzionati ed ho trovato rimandi ai Cure, Echo and the Bunnymen, Teardrop Explodes e Psychedelic Furs. Facile capire anche il perché al loro terzo concerto, sempre in quel pub di Northampton, ci fossero in prima fila ragazzine tredicenni della cittadina ed una schiera di talent scout inviati dalle case discografiche più importanti al mondo. Linee di basso sorreggono la voce talentuosa di David Jones, che canta su strutture armoniche piene di entusiasmo giovanile ed energia. Sembra di ascoltare, con i dovuti paragoni spazio temporali, il debutto degli U2. Il disco sarà nei negozi del mondo dal 20 giugno. I Departure sono l’evoluzione del Brit Pop. Ascoltateli prima che tutto il pianeta sbavi per loro.

Formato: cd


(Pubblicato il: 28/11/2013)

LCD soundsystem

LCD soundsystem
La Grande Mela è per l’ennesima volta il crogiuolo dove è nato un nuovo esperimento artistico: gli LCD Soundsystem. Il gruppo, che dal vivo si presenta come quintetto, in realtà è nelle saldi mani di James Murphy e Tim Goldsworthy (già dietro al successo della Mo Wax). I due si sono incontrati nel 2000 quando hanno lavorato al disco di David Holmes. In pochissimo tempo, due anni, hanno dato vita ad una casa discografica, la DFA e pubblicato diversi singoli di chiara matrice elettronica. Uno di questi, “Losing My Edge”, è diventato uno dei singoli più intriganti del 2002 ed i critici che contano (americani ed inglesi) hanno adottano la DFA come etichetta di culto. Ormai era fatta, James e Tim sono stati chiamati a lavorare, nelle vesti di produttori, per diversi progetti musicali, giungendo fino alla corte di Janet Jackson e Britney Spears, ma tutti aspettavano il loro debutto sulla lunga distanza, che finalmente è arrivato all’inizio di quest’anno. I patiti dell’electro sound hanno potuto gioire come adolescenti in preda agli ormoni, gli LCD Soundsystem sembrano infatti una combriccola impazzita di musicisti anarchici che si divertono a sovvertire le regole. Il cantato si fa strada tra grida, mentre un tappeto al silicio emette vagiti di freddo acciaio. Un debutto da culto. Un disco che deve essere assorbito piano piano ed in un mondo votato alla velocità sarà dura. Ma provarci sarà una goduria.

Formato: 2 cd


(Pubblicato il: 28/11/2013)

Mr.Grady?

Mr.Grady?
Il numero scorso ci siamo occupati del disco solista di Saverio Lanza, un progetto che ha coinvolto i senzatetto di alcune città italiane, ora ci occupiamo del nuovo gruppo di Saverio, che ha chiamato a sé alcuni amici di vecchia data: Alfredo Cappelli (ex Rockgalileo), Fabrizio Morganti (batterista de La Casa Del Vento) e Orla (chitarrista dei Bandabardò). E’ così nato il progetto dei ‘Mr. Grady?’, nome preso a prestito da una visione di Jack Nicholson in “Shining”. Il combo si è ritrovato in un teatro e per tre giorni ha registrato tutto quello che passava per la testa dei singoli musicisti. Alla fine si sono ritrovati in mano 40 ore di registrazioni ed un dubbio amletico: dovevano mettere mano al materiale in studio di registrazione o dovevano lasciare libere le note? Il gruppo ha deciso di non decidere, ma dare vita a due dischi (questo è il primo) che rispecchiassero le due anime dei ‘Mr. Grady?’. Assoluto rispetto delle registrazioni originali è il trade d’union dei tredici brani del cd, tra pazzie sonore, chitarre lancinanti, una tromba lontana, un pianoforte protagonista e testi al limite dell’ossessione. Un disco difficile nella sua semplicità di fondo. Un disco fatto di canzoni. Affermazione banale. Banale?

Formato: cd


(Pubblicato il: 28/11/2013)