Einsturzende Neubauten - Battles

12 aprile - 7 maggio, Estragon (BO)
EINSTURZENDE NEUBAUTEN
E se c’è qualcuno che può permettersi di affermare “non sono entrato nel mondo del rock’n’roll per suonare il rock’n’roll” questo qualcuno non può che essere Blixa Bargeld, leader della seminale formazione degli Einstürzende Neubauten, ritornati di attualità in forza del nuovo album “Alles Wieder Offen”. Hanno suonato all’Estragon di fronte ad un folto pubblico che solitamente disdegna questo tipo di frequentazioni “popolari”, vale a dire: l’intellighenzia musicale berlinese incontra – ancora una volta - quella bolognese. Ironia a parte, tra Bologna e gli Einstürzende Neubauten esiste una connection che dura da sempre (amici, tour manager, fans) e questo è un gradito ritorno. Si coglie tra il pubblico e sul palco una sorta di maturità, una sensazione di intransigenze smussate, di suppellettili abbandonati in favore di ciò che è realmente necessario per arrivare al cuore del concetto, che in questo caso è rappresentato da 28 anni di sperimentazione musicale che ha attraversato la storia di un muro caduto, la diffusione di tecnologie considerate iperboliche negli anni ottanta e diventate gadget di consumo odierno, l’esasperazione dell’elettronica definita – a volte a sproposito – musica. E il noise sperimentale e l’avanguardia oltranzista degli Einstürzende Neubauten può anche non essere il vostro ambito preferito come non è il mio, ma gli E.N. fanno grande musica, soprattutto dal vivo. Certo non sarà rock’n’roll, di questo Blixa può essere certo (è per non correre il rischio che ha divorziato dai Bad Seeds di Nick Cave), e certo sul palco ci sono tubi e altri “ammennicoli da suonare”, ma le atmosfere cupe e le distorsioni sonore figlie di una Berlino ormai agli sgoccioli sembrano perfette in un mondo post 11 settembre, per non parlare dell’Italia di oggi… “Tutto è ancora aperto” racconta il titolo del nuovo disco (che qualcuno ha definito “il più accessibile” dei Neubauten) e pare quasi una nota di inaspettato ottimismo. BATTLES
Che i semi gettati dagli Einstürzende Neubauten abbiano germogliato in giro per il mondo lo si capisce anche dal concerto dei Battles, che una manciata di giorni dopo il gruppo di Blixa, calpesta lo stesso palco dell’Estragon. Come dire: anche New York ha – ancora - la sua intellighenzia musicale. Il supergruppo nato nel 2003 dall’unione del batterista John Stainer (Helmet), del chitarrista/tastierista Ian Williams (Don Caballero), del chitarrista/bassista David Konopka (Lynx) con il cantante/polistrumentista Tyondai Braxton rappresenta l’ultima frontiera della musica sperimentale con le radici nel rock. In questo concerto spicca tra il nutrito pubblico una parte sicuramente più trendy, interessata alla novità prima ancora che alla qualità, “che ha visto il video” (quello del primo singolo “Atlas” spicca per originalità) e vuole vedere dal vivo (bene, della serie: Youtube è grande, ma non è tutto). I Battles percorrono una strada che lascia poco spazio alla melodia e tocca vari altri punti: il jazz, l’avanguardia, il progressive e il noise. Sopra ogni cosa il ritmo sincopato della batteria di Stainer. Originali nell’approccio stilistico (e chiamatelo “math rock” se proprio vi piace), raccolgono al termine dell’esibizione commenti sostanzialmente unanimi: eccezionali la prima mezz’ora, poi la concentrazione - necessaria per seguire la musica dei Battles - cala per lasciare posto alla distrazione. I ragazzi sono bravi ma vanno incoraggiati? Intelligenti ma non si applicano? Dipende da qual è il loro obiettivo: spiazzare, sfondare o sbarcare il lunario.


(Pubblicato il: 28/11/2013)