recensioni

U2

18 singles
Passato il delirio natalizio, quest’anno sono uscite così tante raccolte che si faceva fatica a vedere gli altri cd, possiamo concentrarci su quelle più riuscite ed interessanti come questa degli U2. Fermo restando che ogni ascoltatore che si rispetti deve già possedere i brani di “Singles” (una fetta di storia del rock degli ultimi venticinque anni), è interessante segnalarvi che la raccolta (comprendente un inedito “Window In The Skies” ed il singolo registrato insieme ai Green Day “The Saints Are Coming”), è disponibile nel formato doppio album in vinile con un libretto stupendo ed in una versione deluxe con cd, dvd e libro di 48 pagine. Nel dvd 10 brani registrati dal vivo a San Siro il 21 luglio 2005. Nel libro, allegato all’album, fotografie d’epoca da lacrime agli occhi. Prediligete una di queste due versioni se deciderete per l’acquisto. Invece a proposito del brano insieme ai Green Day, uscito anche in singolo (cd e 45 giri), è una cover di vecchia canzone degli Skids ed è stata realizzata per aiutare la fondazione di The Edge, nata per raccogliere fondi da devolvere ai musicisti di New Orleans colpiti dal devastante uragano “Katrina”. Ennesima dimostrazione del costante interesse della band irlandese nei confronti di tematiche sociali, che da sempre hanno contraddistinto la loro carriera artistica. Un disco superfluo per alcuni, una raccolta imprescindibile per altri. A voi la scelta, anche se è innegabile che la storia del rock con “18 Singles” sarà nelle vostre mani e nei vostri occhi. Ultimissima: il brano inedito è stato pubblicato in cd singolo (2 versioni) e dvd singolo.

Formato: cd, cd+dvd, 2lp


(Pubblicato il: 28/11/2013)

Electronic

Get The Message The Best Of
I New Order e gli Smiths sono due punti fermi del rock inglese (e non solo). Gli Electronic sono un “divertimento” di Bernard Sumner (voce dei New Order) e Johnny Marr (chitarra degli Smiths). Un divertimento che ha pubblicato, a cavallo tra la fine degli anni ottanta ed il successivo decennio, tre album e nove singoli (tutti compresi in questa raccolta), un divertimento che sa di New Order ma anche di Smiths ed un poco di Pet Shop Boys (ascoltate “Disappointed” e capirete). Gli Electronic sono poi stati accantonati dai diretti interessati e rimangono un “divertimento” dalle tinte delicate. Un gruppo di pop sognante che appena ha capito di aver esaurito la propria vena creativa ha tolto il disturbo. Bellissime “Forbidden City”, “Get The Message”, “Prodigal Son” e “Getting Away With It”, con la loro aurea da brano in perfetto stile pop rock di stampo british. Da segnalare anche la presenza, nel booklet di un paio di scritti che raccontano il perchè ed il per come degli Eletronic a firma di Marr e Sumner. Se amate le band sopra citate, ma anche se volete riappropriarvi di un periodo e di una anima musicale, “The Best Of” fa per voi. Se la voce di Sumner vi riscalda e se la chitarra di Marr vi ha sempre fatto sognare, la scelta è d’obbligo. Si vocifera addirittura di una edizione con dvd (contenente tutti i clip degli Electronic). Si vocifera………

Formato: cd


(Pubblicato il: 28/11/2013)

Faxtet

Selavi'
Recentemente mi è capitato di ascoltare questo cd uscito ormai da qualche stagione e siccome Musicplus non vive di certo sulla ricerca spasmodica dell’attualità fine a sé stessa, perlomeno nelle recensioni discografiche, ho deciso di segnalarvelo ugualmente. I Faxtet sono una formazione di “bluejazz amichevole” nata nel 1990 con all’attivo diverse produzioni discografiche e numerose importanti collaborazioni. Autori di un jazz che spesso sconfina nel blues, il background dei singoli componenti è ovviamente parte integrante del sound dei Faxtet, con “Selavì” i Faxtet ci prendono per mano e riescono a farci sognare ad occhi aperti. Belle le storie che si possono leggere nel libretto, che ci raccontano, per ogni singola traccia, come sono nati i brani, di come è arrivata una ispirazione, di come un regalo di Riccardo Tesi sia giunto quasi inaspettato, di come “September Section Song” si sia ispirata a Stanlio ed Olio, o ancora di come una notte di San Lorenzo abbia “aiutato” la scrittura di “Lorenca”. Insomma “Selavì” è un disco di qualche anno fa, che ha il potere di rilassare la mente, di attenuare gli stress quotidiani, quindi per quanto mi riguarda un disco da tenere a portata di mano. La provincia nostrana è sempre ricca di talenti ed i Faxtet ne fanno parte a ragion veduta. Se poi volete saperne di più su tutte le produzioni dell’ensemble e conoscere le loro prossime mosse questo è il sito che fa per voi

Formato: cd


(Pubblicato il: 28/11/2013)

Heaven 17

Greatest Hits
Di raccolte degli Heaven 17 ne esistono molte. Da quelle pubblicate da improbabili etichette discografiche a quelle super patinate per il mercato giapponese. Ma ad oggi non era mai stato stampato il best definitivo, quello che, grazie all’invenzione del dvd, ci può permettere di unire musica ed immagini e tuffarci in questo mondo fatto di pop elettronico figlio degli anni ottanta e di canzoni così orecchiabili, che perfino una canzone come “(We Don’t Need This) Fascist Groove Thang” si poteva canticchiare in metropolitana alla faccia del suo messaggio altamente politico. Un best che nelle sue 19 tracce percorre l’epopea di questo ensemble nato da una costola degli Human League e diventato, album dopo album, un punto di riferimento della musica da classifica (perlomeno nei Paesi anglofoni). Godete all’ascolto di “I’m Your Money” o di “Let Me Go”, chiudete gli occhi ed immaginate di essere in pieni anni ottanta e dimenatevi come assatanati devoti al verbo electro pop. Anzi già che ci siete prestate attenzione alla versione “demo” di “Temptation”, per comprendere come una idea in musica possa trasformarsi, diventare altro ed infine finire su un disco. Inoltre, finito l’ascolto, sollazzatevi con i video-clip presenti sul dvd, ingenui, paradossali e sperimentali, a testimonianza di un tempo che fu. Da segnalare anche la presenza di due clip con versioni remix di “Temptation ‘92” e “Penthouse And Pavement ‘93”. Grandi. Anzi grandissimi. Alla faccia di chi ha sempre snobbato questo decennio in musica.

Formato: cd + dvd


(Pubblicato il: 28/11/2013)

Unicamista

Unicamista
Partiamo da cosa affermano gli Unicamista (da Milano), che dicono di voler contribuire a sostenere le rivendicazioni di libertà, uguaglianza e dignità provenienti sia dai nostri “vicini di casa”, sia dai popoli distanti, convinti che non conti come si arriva, ma come si è. Detto questo direi che abbiamo inquadrato a sufficienza il pensiero della band e possiamo dedicarci alla musica, una musica definita “patchanka” (Mano Negra docet), una sorta di centrifuga piena di ska, reggae, dub, etno, latin ed electro. Un vortice impazzito che nei tredici brani di questo debutto fissa su cd i travolgenti concerti della band. Infatti chi ha assistito ad un loro live racconta di sudore, calore e coinvolgimento a mille. Perfetta la fusione di una voce femminile (Mila Trani) ed una maschile (Slavo), che in un botta e risposta continuo cavalcano le liriche, quasi esclusivamente in italiano, della band. “Unicamista” è un disco solare, che anche nei pezzi più impegnati (socialmente parlando), riesce a sprigionare una luce intensa di positività sempre e comunque accecante. Tanto accecante che anche i brani che tentano la carta di altre lingue risultano convincenti. Per tutti coloro che chiedono da un disco allegria, ritmo ed impegno, gli Unicamista sono la risposta. Da suonare a tutto volume nelle feste tra amici. Evitate i parenti, hanno sempre qualcosa da ridire sulle scelte musicali. I Mano Negra, dovunque siano finiti, sono avvertiti. Gli Unicamista sono arrivati per rimanere

Formato: cd


(Pubblicato il: 28/11/2013)

Gomez

Five Men In A Hut (A's, B's & Rarities: 1998-2004)
Ci sono band, nel mondo a sette note, che non godono di quel successo che meriterebbero. I motivi possono essere tanti: congiunzioni astrali, sfortuna, essere sempre troppo avanti rispetto ai padiglioni auricolari del pubblico, troppo snob, poco trendy, chissà. Ci sono label i cui dischi andrebbero acquistati a scatola chiusa per tante ragioni: la passione, le scelte artistiche, la cura di ogni uscita, la capacità di dare spazio ad artisti pieni di talento. Se poi arriva un ensemble troppo sottovalutato (i Gomez) che incide per una casa discografica che spacca (la Hut), l’obbligo di un ascolto è tassativo. La Hut ha chiuso i battenti dopo tanti anni di bei dischi e scelte coraggiose, i Gomez salutano i loro dieci anni di attività con la Hut (fin dal loro esordio) con un doppio cd che è una raccolta dei momenti migliori estrapolati dai loro quattro precedenti dischi in studio. Un saluto che sa di agrodolce, come la musica dei Gomez è sempre stata, sia quando si rifaceva ad echi blues sia quando inventava nuove ricette con elettronica e samples. Una musica che ha sempre fatto sorridere, ma allo stesso tempo piangere dall’emozione. Andate a scoprire in questi 36 brani un grande gruppo inglese troppo avanti per i nostri tempi, tanto avanti da risultare “vecchio” come solo le maestose band sapevano essere. Un gruppo che ci mette passione e non solo mestiere in quello che fa. Nell’epoca dei telefonini/videocamere/macchinedacaffè/puliscidentiere i Gomez sono un’oasi di pace. Vi sembra poco? Poco!!!

Formato: 2 cd


(Pubblicato il: 28/11/2013)

Mode9

Bar beautiful
Ci sono cd che ami appena li senti. Ci sono cd che ami per la loro naturalezza. Ci sono che ami per il loro saper rilasciare emozioni. Ci sono cd che ami perché nel loro lo-fi ti senti a casa. Ci sono cd che ami perché ti ricordano gli Scisma, o forse Bugo, oppure il malessere di Cristiano Godano, ma anche il pop obliquo di New Order e la rabbia tutta emiliana degli Offlaga Disco Pax. Ci sono cd che ami perché ti ricordano un gruppo chiamato 3000 Bruchi. Ci sono cd che ami perché non pensi che oggi ci sia ancora gente disposta a pubblicare cd di così fatta natura. Ci sono cd che ami perché hai appena guardato in televisione un video di un rapper che ti sembra distante mille anni luce dalla tua realtà. Ci sono cd che ami perché nei ritornelli “stupidi” ti ritrovi come se fossero tuoi. Ci sono cd che ami senza sapere un preciso perché. Ci sono cd che ami perché tutti ti dicono: “Ma che cavolo ascolti?”. Ci sono cd che ami perché non puoi fare altrimenti. Ci sono cd che ami perché i CCCP hanno segnato un solco profondo ed i frutti cominciano a germogliare spontanei. Ci sono cd che ami perché dentro c’è la vita di altri che è anche la tua vita. Ci sono cd che ami e che poi consumi. Ci sono cd che ami perché non entreranno mai in classifica e questo ti dispiace. Ci sono cd che ami perché tutti vorrebbero avere un Michele Modenini in casa. Ci sono cd che ami perché “Cammelli Su Vega” dovrebbe essere la sigla della prossima edizione dell’Isola Dei Famosi. Ci sono cd che ami perché è più forte di te. Ci sono cd che ami e tra dieci anni ti ricorderai di loro. Ci sono cd che ami.

Formato: cd


(Pubblicato il: 28/11/2013)

AA.VV

Rock 4 Women
“Rock 4 Women” è stato un concorso indetto dall’Assessorato alle Politiche Giovanili del Comune di Modena e dal Centro Musica in collaborazione con il Centro Documentazione Donna, in occasione del 60esimo anniversario del voto alle donne. Un concorso che prevedeva la partecipazione di gruppi/soliste emiliano romagnole che al loro interno avessero almeno la metà dei componenti di figura femminile. Le artiste finaliste si sono poi esibite dal vivo presso l’Off di Modena e questo cd ne è la fedele testimonianza. Da quella serata è scaturito anche un primo classificato, le Kyuuri, una medaglia d’argento le Babelia ed una di bronzo le Roipnol Witch. Le altre finaliste rispondono invece ai nomi di Flight Of Fancy, Kermit e Greta Incerti. All’ascolto del cd le scelte della giuria presente alla serata, sono da sposare appieno, il rock ipnotico delle reggiane Kyuuri risulta essere il più coinvolgente, ma anche i tre brani di Greta Incerti, sicuramente penalizzati in un contesto “rock”, meritano attenzione. Tra le altre band da ascoltare con partecipazione le Flight Of Fancy. Per vostra informazione, anche se non compare nel cd, la madrina della serata è stata Meg (voce femminile dei 99 Posse). Un ultimo appunto sul fatto che questo compact disc non è in vendita, ma si può avere in omaggio (disponibilità permettendo) presso il Centro Musica di Modena. Fateci un salto ed ascoltatelo, magari un domani prossimo venturo, una o più band saranno diventate così famose che non si ricorderanno di questa partecipazione e di questo cd. Magari. Chissà. Mai dire mai.

Formato: cd


(Pubblicato il: 28/11/2013)

Sting

Songs from the labyrinth
Vedere il nome di Sting legato al marchio della Deutsche Grammpohon fa un certo effetto, anche al sottoscritto che custodisce gelosamente la sua copia di “Fall Out”, primo singolo dei Police che vedeva in formazione ancora Henry Padovani. Fa un certo effetto perché Sting negli anni si è prodigato in una carriera piena di soddisfazioni e di bei dischi e sentirlo al lavoro sui brani di John Dowland (1563-1626), compositore inglese di epoca elisabettiana è una piacevole, quanto inattesa sorpresa. E’ vero che Sting fin dai tempi dei Police si poteva classificare come un personaggio rinascimentale, ma la sua dedizione in questo cd supera ogni più rosea aspettativa. Accompagnato da Edin Karamazov, Sting canta e suona come se fosse in estasi. “Songs From The Labyrinth” è un viaggio nel tempo e sembra proprio di essere lì, a corte, mentre Sting intona “Fine Knacks For Ladies” o “Can She Excuse My Wrongs”. Uno scrittore di fantascienza, tale Philip K. Dick, aveva profetizzato che un’artista moderna, chiamata Linda Fox, avrebbe coverizzato le canzoni di Dowland. La profezia si è avverata, non si tratta di Linda (personaggio cresciuto tra le righe di un romanzo), ma di Sting, personaggio reale che non finisce mai di stupirci. Chissà se nella ipotetica, al momento, reunion dei Police, Sting vorrà proporre anche questo suo ultimo volto ai vecchi compagni d’avventura. Dite di no? Lo penso anch’io!!! A metà febbraio verrà pubblicato, sempre su Deutsche Grammophon, un nuovo capitolo (dvd+cd) di questa saga che vede ormai legati a doppio filo Dowland e Sting. Incuriositevi, ne vale l’ascolto.

Formato: cd


(Pubblicato il: 28/11/2013)

Le braghe corte

King of the fools
Il debutto de Le Braghe Corte arrivò nel 2003 e fu un fulmine a ciel sereno (a dire il vero la band si era già costruita un forte consenso dal vivo). Questi bolognesi ci sapevano fare, il loro ska/rock/punk/reggae era cotto al punto giusto. Io ho poi perso le loro tracce (personalmente ero troppo impegnato a rispondere a tutte le domande di Buzz The Music Quiz) e quindi è con immenso piacere che oggi mi ritrovo tra le mani il loro secondo disco, “King Of The Fools” e subito mi getto all’ascolto. Un ascolto fatto in pantaloncini corti e t-shirt come vuole e pretende la tradizione. Lo so già che alla fine sarò uno straccio e puntualmente la mia previsione si avvera. Comincio a saltare fin dalle prime note di “Die Hard” e concludo stremato sulla cover di “These Boots Are Made For Walking” (Nancy Sinatra), dopo 12 canzoni che ti spaccano in due. Nota a margine: il cd è stato pubblicato dalla loro personale etichetta, la LBC Records in collaborazione con le Officine Estragon di Bologna e contiene anche il video di “Stereopatia”. Le Braghe Corte con il secondo capitolo dimostrano di aver maturato un sound molto più incisivo e corroborante. In bilico tra Clash/Specials/Jam/Blink182, insomma una summa di influenze che mettono a repentaglio il quieto vivere dei vostri vicini. E’ infatti impossibile ascoltare questo disco senza alzare il volume a palla e saltellare, saltellare, saltellare fino allo svenimento. Da acquistare senza ripensamenti di sorta. E non piangete sul latte versato. Versato? Latte?

Formato: cd


(Pubblicato il: 28/11/2013)

Frida X

Il mondo e' lucido
I Frida X, quartetto bolognese operativo da alcune stagioni, è arrivato alla pubblicazione del primo VERO album, “Il Mondo E’ Lucido”. Un cd con 14 brani di rock indie che straripa nel pop. Un pop però non becero come siamo soliti ascoltare dalle frequenze di network radiofonici, che hanno più spot che musica, un pop stralunato che gioca con testi in italiano, inglese, francese, spagnolo, un pop che guarda ammirato le lezioni impartite da grandi come XTC, Pixies, Devo o B52’s. I testi hanno preso forma nelle penne di Enrico Brizzi (tra l’altro produttore esecutivo del cd, insomma quello che ci ha messo i soldi) e Wu Ming 2 e raccontano storie urbane o vite lontane. Piccoli affreschi di nervosismo cosmico che non nascondono malesseri e paranoie. Dentro a “Il Mondo E’ Lucido” ce nè per tutti, dal punkabbestia con il suo pitbull alla serata trascorsa in viale Zagabria in marzo, passando per la musica jazz e proclami vari. Il disco è stato registrato con l’aiuto di Giorgio Canali e Max Stirner, e forse è anche per questo che è così “ruvido” e “nevrastenico”. Molti hanno gridato al miracolo, altri hanno detto che ci troviamo di fronte al disco più importante che la scena indie abbia pubblicato negli ultimi mesi. Noi sposiamo la teoria che i Frida X hanno molte frecce al loro arco e che questo cd mette la band su un piedistallo dal quale possono guardare tutti con sufficienza e spavalderia. Pop allucinato. Pop fantasmagorico. Pop che pop non è. “Cesena è triste specialmente il venerdì, se non ci credi vieni qui” e questo vi deve bastare per capire.

Formato: cd


(Pubblicato il: 28/11/2013)

The Stranglers

Suite XVI
Chi lo avrebbe mai immaginato (io perlomeno no di sicuro) che un giorno le canzoni degli Stranglers (gli Stranglers!!!) sarebbero diventate delle suonerie per i telefonini? Chi lo avrebbe immaginato? Invece è così e noi non possiamo che piegarci alla tecnologia che avanza impietosa, anche per chi crede ancora che il punk rock sia stata ultima rivoluzione in campo musicale degna di nota. Ma tant’è. Oggi gli Stranglers licenziano il loro sedicesimo album in studio e la band è tornata ad essere un quartetto, infatti Paul Roberts dopo sedici anni trascorsi con il gruppo ha abbandonato, casualmente anche Hugh Cornwell nel 1990 se ne andò dopo sedici anni. Cabala nient’altro che cabala. Ma torniamo a noi. “Suite XVI” ci ridona un ensemble in forma, forma già intravista nel precedente “Norfolk Coast”, a dimostrazione che i gruppi degni di sopravvivere esistono e continuano a fare dischi degni di essere acquistati. In “Suite XVI” potete infatti ritrovare gli Strangolatori più ispirati, quelli capaci di piegare il punk alle tastiere, quelli che si esibivano con danzatrici nude sul palco, quelli che non sono mai scesi a compromessi. Undici i brani in scaletta, con “See Me Coming” a dettare legge sulle altre, ma anche “Spectre Of Love” non scherza affatto e poi che dire di “A Soldier’s Diary”, che rasenta il capolavoro. Gli Stranglers sono in perfetta forma e a trent’anni dal loro primo disco non è male. I vecchietti del punk sono pronti per triturarvi le ossa, senza tante creste colorate o finte rivolte per teenager. Epocali come sempre.

Formato: cd


(Pubblicato il: 28/11/2013)

Walter Gaeta

Oktogon
Iniziamo dal titolo. Oktogon è il nome di una piazza di Budapest a cui Walter Gaeta ha dedicato il suo album. Ragioni personali che non stiamo ad indagare (se proprio siete curiosi ogni brano è “raccontato” nel libretto). Walter Gaeta è invece un pianista che nella sua ormai lunga carriera ha suonato con importanti artisti di fama internazionale, si è esibito in giro per l’Europa e molte sue originali composizioni hanno visto la luce in altrettanti dischi. “Oktogon” è il suo debutto in prima persona, alla cui realizzazione ha collaborato il trombettista Fabrizio Bosso. Otto temi che prendono spunto dalle più diverse emozioni, una piazza di Budapest o il figlio Jacopo, passando per la rivisitazione di “Lo Que Vendra” di Astor Piazzola, un tango moderno scritto a Buenos Aires nel 1954. Tra i brani originali da segnalare “Hello Sun!”, commissionato a Gaeta per uno spettacolo sugli Indiani d’America, che riflette l’emozione di un tiepido mattino con i raggi del sole che ti scaldono il viso e “Ninna Nanna Clico Clico”, brano la cui melodia è presa a prestito dalla tradizione abruzzese (luogo di nascita di Gaeta) e poi rielaborata per un quintetto d’archi e flauto. “Oktogon” è un disco delicato, che in punta di piedi entra nel tuo animo e ti riscalda. Walter Gaeta colpisce nel segno. Da ascoltare mentre si beve un buon bicchiere di vino, in penombra vicino allo scoppiettio della legna nel camino di casa. Se proprio non avete un camino, come il sottoscritto, arrangiatevi in altro modo.

Formato: cd


(Pubblicato il: 28/11/2013)

Koine'

Sospeso
Continua la pubblicazione di cd singoli a prezzo speciale, contenenti 3 tracce audio ed un videoclip, curata dalla Alkatraz, che dopo i buoni riscontri di vendita del debutto dei Koinè, fa ritornare nei negozi la band emiliana con il suo rock cantato in italiano. Registrato in presa diretta per cercare di mantenere inalterato la verve nervosa dell’ensemble dal vivo, il minicd si muove tra brani dall’impatto deciso. Si inizia con “Rivoluzione”, buon pezzo che ti ritrovi a canticchiare dopo un paio di ascolti, si prosegue con “Solo Una Sensazione”, dall’anima più “delicata”, con la voce di Stefano più sofferta e alcolica, si chiude con il brano che da il titolo al singolo, “Sospeso” (strana la scelta di mettere questo pezzo alla fine della tracklist, qualcuno me la può spiegare?), canzone d’atmosfera che ci mostra una faccia dei Koinè nuova ed interessante. In chiusura il video di “Sospeso” realizzato con la collaborazione del Centro Audiovisivi di Bologna, per la regia di Andrea Gorni ed Irene Maffei. Buona seconda prova (ufficiale) per i Koinè, che a questo punto sono attesi sull’impegnativa lunga distanza dell’album. Le carte per reggere questa prova ci sono. Attendiamo fiduciosi.

Formato: cds


(Pubblicato il: 28/11/2013)

Mersenne

Stolen dresses
Da sempre sono un ascoltatore che prende delle sbandate. Per sbandate intendo che comincio ad innamorarmi di sound, gruppi o etichette discografiche. Mi è capitato con la Factory Record, con la 4AD, con Rough Trade, con la Mute, con la Epitaph, con la Victory, con la SST. In Italia mi era capitato solo con il C.P.I. (e non per ragioni professionali). Oggi posso ammetterlo ho trovato una seconda casa autoctona per i miei ascolti: la Urtovox. Perché amare una etichetta discografica ed ascoltare le sue produzioni è come essere sicuri di trovare un rifugio, una protezione da tutta la musica inutile che ogni giorno ci viene somministrata sotto forma di videoclip, hit radio o copertine di riviste per finti alternativi. Ascoltare un cd dell’Urtovox e sapere già che è un gran disco, significa assaporare la pace interiore ed è per questo che mi sento di consigliarlo a tutti. E’ ovvio che il sound a cavallo tra lo-fi e post rock deve essere nelle vostre corde, ma se così è, non abbiate timore di lasciarvi andare. I Mersenne arrivano a questo debutto sulla lunga distanza consci di saper scrivere canzoni pop fresche come una menta lasciata per mesi in frizzer. I Mersenne, da Bologna, giocano a fare i duri, ma non ce la fanno e qua e là affiorano echi di Pavement, Weezer, o Pixies. Nella mani di Giacomo Fiorenza il trio si è lasciato guidare nei meandri di canzoni per adulti/bambini con quel tipico piglio che solo i grandi artisti riescono ad ottenere. Se questo è un pregio o un difetto spetta a voi deciderlo e forse a loro. Io da parte mia continuo l’ascolto. Ah, dimenticavo di dirvi, che il disco è uscito per Urtovox. Ma forse si era capito.

Formato: cd


(Pubblicato il: 28/11/2013)

Angus Mc Og

Inchiostro/Castagno
Era un po’ di tempo che il nome degli Angus Mc Og mi ronzava nelle orecchie. Molti mi parlavano di questa band in termini entusiastici. Le lodi sperticate si sommavano l’una sull’altra e la curiosità montava piano piano. Poi capita che vengo in possesso delle due produzioni discografiche della band: “Inchiostro” e “Castagno”. Mi metto comodo, accendo lo stereo e spingo “play”. “Etere” prende forma, un caloroso rock dalle tinte blues mi spiazza, Antonio alla voce e chitarra mi lascia interdetto, proprio un bel pezzo con il tiro giusto ed una carica perfetta. Con “Pioggia” il sound si fa ancora più intimo, la canzone soffre solo in un paio di passaggi un poco forzati, ma ci porta a “Non Sono Cattivo”, brano che rialza l’adrenalina e ci introduce alla title track. “Inchiostro” è 56 secondi di puro lirismo che ci conduce per mano al pezzo principe del minicd, “Una Foglia Che Cade”. Chiude infine “Angus Psychedelic Breakfast” esercizio di stile a cavallo tra l’Emilia ed il midwest. Sono quindi passato all’ascolto di “Castagno”, l’ultima fatica della band, ed il progresso degli Angus Mc Og è chiaro fin da “Il Colpo”, primo dei quattro brani del cd. Infatti anche nei restanti “L’Ubriaco”, “La Corsa Dell’Oro” e “Oggi Non So”, l’ensemble dimostra senza paure di smentite, che ha perfezionato i meccanismi del proprio rock folk, regalando agli ascoltatori canzoni senza sbavature o angoli da levigare. Una decisa maturazione che ne “La Corsa All’Oro” raggiunge un momento di splendore notevole. Da sostenere.

Formato: mini cd digipack


(Pubblicato il: 28/11/2013)

Quinzan

Lom a merz
Cerco informazioni su Quinzan e vado a visitare il suo sito. Mi trovo davanti una fattoria con tanto di prodotti tipici in vendita (olio, vino), un podere con albicocche, susine, pesche, kiwi e cachi. Perfetto mi dico tra me e me. Adesso posso ascoltare il suo cd. Come in una favola di un tempo che fu, vengo circondato da un folk in dialetto romagnolo, con fisarmonica in primo piano ed un gusto per la ballata da primato. Ripenso all’olio ed al vino e rimango folgorato. Se Quinzan riesce a produrre olio e vino come fa con le canzoni, allora i premi che ha ottenuto sono ampiamente meritati. Quinzan canta della sua terra, la Romagna, dell’essere contadino, del duro lavoro, ma anche della bella campagnola (“A Gramadora”) o dell’attesa della pioggia (“Stè D’Astè”). “Lom A Merz” è il secondo cd di Quinzan, e prende spunto dai fuochi che si accendono a fine febbraio per salutare l’arrivo della primavera e la conseguente fine del freddo inverno. Tradizione millenaria che Quinzan ci mostra fin dalla copertina del cd. Un album di folk meno politico rispetto a come siamo abituati (Modena City Ramblers ad esempio), ma non per questo meno coinvolgente. Mi immagino Quinzan mentre nel suo podere lavora la terra ed intanto pensa ad un testo in dialetto che racconti la giornata che sta trascorrendo. Me lo immagino di sera vicino ad un camino attorniato dai suoi amici, che casualmente sono tutti musicisti a cantare e suonare fino a notte fonda e poi senza riposarsi andare tra le zolle di terra che amorevolmente ci danno i frutti più buoni. Se amate il folk, ma anche se vi piace il buon vino e dell’olio genuino, avete trovato il vostro artista. Musica e sapori vanno a braccetto come non era mai capitato.

Formato: cd


(Pubblicato il: 28/11/2013)

Misero spettacolo

Tutto e' un'opinione
I Misero Spettacolo si coagulano nel 1999 attorno alla figura di Beppe Tranquillino Minerva. Infatti all’ascolto di questo debutto sulla distanza dell’album, i Misero Spettacolo danno l’idea di essere un progetto cantautorale che si avvale di validi musicisti che danno forma alle idee di Tranquillino. Intrigante l’idea di ascoltare in tre modi diversi il cd. La prima seguendo l’ordine della tracklist, la seconda attraverso un ordine concettuale suggerito dalla band, la terza percorrendo un ordine visivo. Ci ho provato ed è vero quello che i Misero Spettacolo dicono succeda. In ogni “modalità” di ascolto le sensazioni/emozioni che si provano sono diverse, distanti tra loro, aliene le une con le altre. Una piacevole scoperta, che in qualche modo mi turba. Ma torniamo al passaggio di prima, quando si diceva di un cantautore che ha musicato, insieme ad alcuni amici, le sue “poesie”. Perché alla fine dell’ascolto questa convinzione si rafforza e prende vigore. Non per nulla le tredici canzoni di “Tutto E’ Un’Opinione” sono fortemente autobiografiche e non deve sembrare strano che Beppe decida di raccontarci “L’Utilità Del Vaso” (tra i brani più riusciti), o il gesto di chiudere gli occhi quando cade una stella (“Stelle Cadenti”, altro pezzo da segnalare), oppure ci catapulti per le strade della capitale transalpina (“Sur Le Sky Di Parigi”, ennesima canzone degna di nota), perché Tranquillino piega al suo volere le emozioni umane e le accartoccia sulle note e dentro le parole di un testo. Grande prova che merita quella attenzione solitamente tributata ai nomi altisonanti del firmamento musicale.

Formato: cd


(Pubblicato il: 28/11/2013)

Qeta

Go owap
I Qeta arrivano da Milano. Il gruppo è nato nel 2001 e subito si è gettato nella realizzazione del primo cd demo. Tra il 2004 ed il 2005 è però iniziato il declino (come loro stessi lo descrivono), con la partenza di un chitarrista e l’arrivo di un batterista. L’anno scorso la rinascita con una nuova sei corde e la stampa del secondo minicd, “Go Owap”. Cinque brani di rock dilatato, cantati in italiano. Tempi lunghissimi, parole lunghissime, sound sospeso a mezz’aria. I Qeta sembrano una farfalla rimasta immobile nel suo battito d’ali. Una farfalla che si guarda attorno senza capire il perché tutto si sia fermato in un millesimo di secondo. I Qeta potrebbero essere la risposta italiana ai Codeine e magari la Sub Pop potrebbe anche farci un pensierino. A volte si odono perfino echi del Moltheni più malinconico e tenebroso. Tra i cinque brani da ascoltare a ripetizione “(re)Ali Nuove”, “Riemozione” e “Cosa Siamo Noi”. Robi, Franq, Bino, Marq e Willy cercano anche di mostrare il loro lato più ruvido (“Sei”), ma non convincono appieno. L’ombra del già sentito è forse troppo presente. Un buon mini che getta le basi per un futuro che potrebbe essere ricco di soddisfazioni. Alla prossima

Formato: mini cd digipack


(Pubblicato il: 28/11/2013)

Mark

Addio generazione x
Mark ha spedito al Centro Musica un paio di produzioni discografiche. La prima è una raccolta demo di provini registrati tra il 2001 ed il 2005 con musicisti diversi e che proprio per questo soffre di una eccessiva disomogeneità. Balzano comunque agli occhi le collaborazioni con Ricky Portera (Stadio), Piero Balleggi (Neon, Jack Daniels Lovers) e Pecos (Irha, Magilla, New Wafers), segno evidente che Mark frequenta l’ambiente musicale bolognese da tempo. Il secondo cd è invece un singolo pubblicato ufficialmente che sarà, proprio per questa ragione, l’oggetto di questa recensione. Mark mette in fila due brani di rock in italiano che strizzano l’occhio al Vasco nazionale. “Addio Generazione X” sembra uscita dalla penna del rocker di Zocca (tra l’altro citato nel testo), anche se avrebbe bisogno di smussare qualche asperità nell’interpretazione di Mark, che in alcuni momenti sembra un po’ in affanno. Con “Smog In Città” l’inserimento di una voce femminile (Silvia Pascalis) rende il brano più coinvolgente, mentre Mark tenta la carta del cantato rap. Tra i due pezzi quest’ultimo è decisamente il più riuscito. Se volete mettervi in contatto con Mark la sua e-mail è: zyders@libero.it, con l’acquisto del cd singolo vi verrà omaggiato il cd demo con i provini di cui vi ho accennato all’inizio di queste righe.

Formato: cds


(Pubblicato il: 28/11/2013)