recensioni

Freak Antoni

L'incontenibile Freak Antoni
Freak Antoni è la voce principe degli Skiantos. L’inventore del genere demenziale. Gli Skiantos ed il demenziale sono stati le sole cose originali ed interessanti uscite dalle cantine negli ultimi trent’anni. Non male. Nel 1981, quando gli Skiantos erano ormai scoppiati, Freak si inventò, insieme alla Italian Records, la pubblicazione di un box con cinque 45 giri, ogni singolo lo vedeva protagonista insieme ad altrettanti gruppi che nascondevano molti personaggi della Bologna di fine anni settanta. Quel box è diventato nel tempo una rarità pagata a peso d’oro, ma oggi grazie alla Sonic Rocket, è tornato nei negozi di dischi sottoforma di cd. Oltre ai pezzi pubblicati nel 1981 (a proposito c’è anche un inedito de I Recidivi), possiamo percorre insieme a Freak un viaggio che ci porta attraverso le “mille” facce del suo personaggio. Ecco quindi che Freak diventa Beppe Starnazza e ci allieta con “I Salamini Medley” e “Teresa Non Sparare”, per poi “nascondersi” dietro agli Elephant Men e regalarci un classico intitolato “Hard Spleen Theme”, pubblicato come singolo nel 1981, partecipare quindi al Patrizio Fariselli Project con “Felice Lichene”, essere chiamato come guru nel Punx Crew, dare vita al progetto Ironikontemporaneo qui presente con “Cito Majakovski e Sogghigno” e chiudere questo cd con gli Skiantos datati ‘99. Da segnalare, inoltre, il booklet con numerosi ritratti di Freak eseguiti da noti disegnatori e fotografi. Un pezzo di storia è racchiuso in questi 18 brani. Una dimostrazione ineccepibile di quanto Freak sia sempre stato avanti rispetto ai tempi. Ma questo per lui, è stato un bene o un male? Chissà! Provate a domandarglielo.

Formato: cd


(Pubblicato il: 28/11/2013)

Japan - Rain Tree Crow

Gentlemen Take Polaroids, Tin Drum, Oil On Canvas,
I Japan sono uno dei gruppi cardine a cavallo tra i ‘70 e gli ‘80. Il loro rock wave ha segnato senza mezzi termini la prima metà degli eighties, regalando agli ascoltatori album epocali dalle tinte pastello con la voce di Sylvian sempre ispirata e avvolgente. Oggi alcuni di questi lp sono stati rimasterizzati e rimessi in commercio per rinvigorire lo splendore del quartetto/quintetto inglese. “Gentleman Take Polaroids” del 1980 si apre con il pezzo che da il titolo all’album, perfetto esempio del marchio Japan, come la vibrante “Methods Of Dance” e la struggente “Nightporter”. In questa edizione figurano anche tre brani non compresi nell’edizione originale del disco. “Tin Drum” del 1981 ci metteva invece di fronte a ritmi ancora di più dilatati e sonorità ancora di più orientali. “The Art Of Parties”, “Canton” e “Cantonese Boys” sono un trittico da leggenda. “Tin Drum” fu anche l’ultimo album in studio dei Japan, che con “Oil On Canvas” del 1983, chiudevano la loro epopea, pubblicando un disco dal vivo, fedele registrazione del concerto d’addio tenutosi all’Hammersmith Odeon di Londra. Il vuoto venutosi a creare con la prematura fine del combo, si colmava nel 1991 con la nascita dei Rain Tree Crow, ensemble dietro al quale si “celavano” i Japan. L’omonimo album proseguiva il discorso musicale dove si era interrotto dieci anni prima ed oggi, a distanza di altri quindici anni, assume un’importanza a suo tempo non compresa da pubblico e critica. Quattro cd che nella rimasterizzazione digitale si arricchiscono di luci e ombre altrimenti impossibili da ascoltare. Oggi, che l’arredamento etnico è tanto di moda, dimostrate a tutti che i vostri ascolti erano già avanti più di 25 anni fa.

Formato: cd


(Pubblicato il: 28/11/2013)

Neronova

Memorie di un clown
I Neronova esistono dal 2002, anche se alcuni componenti della band hanno militato nei Blackage, gruppo metal con un cd in carniere. Da quella esperienza i Neronova hanno mantenuto la carica eversiva e la cattiveria, che si mostra in tutta la sua virulenza in questo debutto sulla lunga distanza intitolato “Memorie Di Un Clown”. Il cantato in italiano, che è il comun denominatore dell’intero disco, potrebbe fare riferimento alla parola “Nova”, compresa nel loro nome, sinonimo di novità e voglia di andare oltre gli stilemi classici dell’hard rock, mentre le chitarre lancinanti e la batteria al fulmicotone, potrebbero essere avvicinate alla parola “Nero”, sempre facente parte del nome, come sinonimo di paura del cambiamento. Infatti lungo la cavalcata del cd si può avvertire nettamente la smania di voler uscire da un genere troppo ancorato a solide basi, ma al contempo il gruppo sembra non voglia eccedere nella “sperimentazione”. L’atmosfera di “1984” è sicuramente uno dei momenti topici dell’album, insieme a “Litania”, “Peggio Di Un Vizio”, “Ogni Effetto” e “Cerebrale”. In chiusura, la cover di “Rebel Yell” di Billy Idol, ben orchestrata, ma forse con qualche eccesso vocale di troppo, ci sprona a ricominciare l’ascolto. I Neronova si dimostrano nel complesso di “Memorie Di Un Clown” un buon gruppo, che deve in qualche caso limare alcuni passaggi strumentali. I Neronova potrebbero diventare la nuova via al metal autoctono. Un gruppo che può solo crescere. Un gruppo da sostenere. Un gruppo da tenere d’occhio.

Formato: cd


(Pubblicato il: 28/11/2013)

David Sylvian

Brilliant Trees, Alchemy An Index Of Possibilities
Anche una parte del catalogo di David Sylvian, come quello dei Japan, è stato rimasterizzato e ripubblicato da pochissimi mesi. Nella fattispecie sono quattro gli album ricomparsi nei negozi in questa nuova veste sonora: “Brilliant Trees” (1984), “Alchemy An Index Of Possibilities” (1985), “Gone To Earth” (1986) e “Secrets Of The Beehive” (1987). David infatti dopo lo scioglimento dei Japan ed una fruttuosa collaborazione con Sakamoto, decide per una carriera solista che fin dal primo vagito, “Brilliant Trees”, porta alle estreme conseguenze il sound del gruppo madre. Una sorta di pop obliquo che rimane in bilico tra l’avanguardia e le contaminazioni etniche. Notevoli e di rilievo le collaborazioni: Sakamoto, Czukay, Jansen e Hassell. L’anno dopo Sylvian pubblicava un minilp “Words With The Shaman”, composto da tre movimenti estrapolati da uno spettacolo multimediale che David portò in giro per il mondo.Quel mini è diventato nel tempo un album vero e proprio ed ha cambiato titolo in “Alchemy An Index Of Possibilities”. La rimasterizzazione ne accentua la sua indole musicale fatta di passaggi lunghissimi e voci sussurrate. Il terzo lp, “Gone To Earth” torna sui passi del debutto e Sylvian si muove tra ballate elettroniche e spiritualità. Il cd è oggi arricchito con tre remix alquanto interessanti. Infine “Secrets Of The Beehive” è considerato, a ragion veduta, il capolavoro di Sylvian. Torna il fido Sakamoto e David si inventa dieci brani (nove nell’edizione originale) nella classica forma canzone, quasi interamente strumentali ma pieni di passione. Passione vera, come la sua arte rimasterizzata.

Formato: cd


(Pubblicato il: 28/11/2013)

Elle

Bstrong
Tornano gli Elle, band veneta con all’attivo già tre cd di pop trasversale, che hanno ricevuto unanimi consensi di critica e pubblico. Tornano con un lavoro maturo, pieno di belle canzoni, quelle canzoni che hai sempre voglia di riascoltare in continuazione, senza accorgerti di quanto il tuo lettore cd ti chieda di cambiare disco. Infatti non dovete farvi turbare dalla copertina che mostra un peluche insanguinato, perché gli Elle sono esattamente all’opposto di questa immagine. Superate la copertina e lasciatevi cullare da “Come On”, voce sussurrata e musica sublime, poi entrate in punta di piedi in “How Does It Feel?” e chiudete gli occhi all’inizio di “Human Grace”. Gli Elle hanno scritto un disco che non sfigurerebbe nelle classifiche indie dei Paesi anglosassoni, uno di quei dischi, come vuole e pretende la tradizione indie pop, che bisogna ascoltare, dove non ci sono ritornelli dalla facile presa, perché il ritornello è l’intera canzone con i suoi soffi elettronici, i suoi giri di basso, la sua voce che ti accarezza. Gli Elle sono tornati con un disco stupendo di pop minimale, costruito su melodie soffici e vellutate. Prendete per mano la/il vostra/o amata/o e mettetevi in cuffia “I Can’t Understand”, poi guardatevi negli occhi durante le note psichedeliche di “FAQ” ed infine rilassatevi con “To Be On The Way Out”. Gli Elle sono tornati, abbandonate le vostre incertezze esistenziali ed accoglieteli a braccia aperte, la vostra anima (se mai pensate di averne una) vi ringrazierà in eterno. Fatevi un regalo, o fate un regalo.

Formato: cd


(Pubblicato il: 28/11/2013)

Legs McNeil - Gillian McCain

Please kill me
Finalmente, a dieci anni dalla sua uscita in America, viene pubblicato anche in Italia “Please Kill Me”, storia del punk statunitense, narrato attraverso 500 ore di conversazioni con i diretti interessati. Un libro imponente, che inizia il suo racconto con i Velvet Underground ed arriva alla morte di Johnny Thunders avvenuta nel 1991. Nel mezzo tantissime storie, tantissimi aneddoti, tantissime avventure e la nascita di un genere musicale che ha segnato la storia della musica. Una lettura avvincente e velatamente triste. Infatti per chi, come il sottoscritto, ha vestito per due giorni l’uniforme del punk, ma è rimasto punk nell’animo anche oggi a quaranta anni passati, sapere che i Ramones non si parlavano, ma hanno fatto quindici anni di tour ininterrotti è una pugnalata al cuore, ma anche leggere che i vari Richard Hell, Dead Boys, Iggy Pop avevano un chiodo fisso nel cervello, provare più droghe possibili è sconfortante, come è sconfortante il ritratto che esce di Patti Smith, non troppo edificante, per usare un eufemismo. Poi, però, in mezzo a tutta questa tristezza esce la luce dei Blondie, il gruppo meno punk di tutti (musicalmente parlando), che invece risulta essere quello più vicino a questa ideologia di tutti quanti. Un libro che si legge tutto d’un fiato e mette a nudo un genere musicale che proprio in America ha visto la sua massima espressione artistica, a differenza del punk inglese costruito tra le mura di un negozio di abbigliamento in King’s Road. Un libro fondamentale per capire che anche il punk è stato un genere in mano a qualche giovanotto troppo stordito per capire la grandezza di quello che stava accadendo. Peccato. Per il punk. E per chi ancora ci crede.

Formato: libro


(Pubblicato il: 28/11/2013)

Fragil Vida

E cosi' noi
I Fragil Vida esistono dal 1997 in quel di Finale Emilia, base di partenza per diffondere la loro musica nel mondo. No, non pensiate che stia come al solito esagerando, perché i Fragil Vida hanno piazzato un loro brano nella serie di culto “Chill Out In Paris” curata dall’inventore di “Buddha Bar” ed hanno suonato in lungo e largo per la penisola. La loro discografia comprende quattro album e l’ultima fatica, “…E Così Noi”, risulta essere un lavoro scritto ed eseguito per l’omonimo spettacolo di danza contemporanea messo in scena dalla Compagnia ALEF da una idea di Licia Baraldi. Ebbene i Fragil Vida si possono “infilare” in quel calderone chiamato world music, che sta a significare tutto ed il contrario di tutto. Già perché i Fragil Vida si divertono tra mille influenze, etno, jazz, canzone d’autore, rock e lo fanno con la capacità dei grandi musicisti, con la tenacia di chi è consapevole di suonare musica per pochi, ma con maestria e professionalità. “…E Così Noi” non è un disco che si può ascoltare con la testa altrove, è un disco che pretende attenzione, che vuole essere compreso nei suoi passaggi strumentali e nei suoi movimenti vocali. Le note ci accarezzano il viso mentre cerchiamo di dimenticare lo stress che ci attanaglia giorno dopo giorno. La chitarra si muove sinuosa su un delicato tappeto ritmico ed i Fragil Vida curvi suoi loro strumenti non accennano a mollare la presa. Un disco delicato come solo certe piccole leccornie sanno essere. Un disco invernale, che ti scalda e ti ipnotizza. Fidatevi una volta tanto.

Formato: cd digipack


(Pubblicato il: 28/11/2013)

The White stripes

7 Nation Army
Anche se sono passati alcuni mesi dalla vittoria nei “Mondiali di calcio”, mi sembra doveroso segnalarvi la prontezza di riflessi dell’industria musicale italiana. Infatti dopo che svariati milioni di connazionali hanno intonato il ritornello “Po po po po”, è arrivato nei negozi peninsulari un cd singolo con tre brani e due sticker a campeggiare sulla copertina. Il primo dice testualmente: “Contiene PO PO PO PO l’inno dell’Italia”, il secondo invece ci mette in guardia con una frase sibillina: “L’inno-indie dell’Italia Campione del Mondo”. Tutto questo perché i bravi connazionali che hanno intonato l’inno non sapevano minimamente chi avesse scritto il pezzo, infatti molti tifosi interpellati hanno dichiarato: “Sto cantando l’inno della Roma che è diventato l’inno della Nazionale”. Invece questa canzone è stata scritta nel 2003 dai White Stripes, duo americano composto da un fratello e sorella, da un marito e moglie, da un cugino ed una cugina (scegliete voi, tanto loro danno sempre risposte diverse) ed era compreso nell’album “Elephant”. Jack White, intervistato da svariate riviste, ha detto: “Sono contento che questo brano sia diventato un inno e non mi turba affatto che chi lo canta non conosca l’esistenza della nostra band”. Jack ha ragione, ma a scanso di equivoci la sua casa discografica italiana, con gli sticker sul cd singolo, ha messo tutti in guardia, ignoranti e non. Prezzo imposto a 3.90 euro. Come dire: “La storia ad un prezzo popolare, quindi se proprio non lo volete comprare non potete dire che l’inno della leggenda costava troppo. Straccioni”.

Formato: cds


(Pubblicato il: 28/11/2013)

The stupid set

You Guys Don't Exist!
Era il 1980, gli Stupid Set -da Bologna- esordivano con un 45 giri -4 pezzi- di pura sperimentazione elettronica. Tra i brani un rifacimento completamente stravolto di “Hello I Love You” dei Doors. Era iniziato il viaggio tra avant-garde ed elettronica minimalista per Huber e Company. Dopo quell’esordio arrivarono, nel 1981, un paio di 12 pollici per la fantomatica Mmmh Records, mentre l’anno dopo, l’imperante electro dark wave noise, vedeva il combo bolognese protagonista di “Hear The Rumble”, in compagnia di Enrico Serotti (Confusional Quartet). “Soul Trade”, invece, era il titolo di un progetto molto ambizioso, che metteva in pratica il cut-up di burrougsiana memoria. Il disco non fu pubblicato ed il gruppo vide la dipartita di Fabio, che andò a formare gli Hi-Fi Bros. A quel punto gli Stupid Set si gettarono anima e corpo nel progetto “Psycho Disco”, che venne rappresentato dal vivo nell’estate del 1982. Si trattava di uno spettacolo multimediale, pensate che eravamo agli inizi degli anni ’80 e queste forme d'intrattenimento risultavano alquanto inusuali e”bizzarre”. Infatti poco dopo arrivò la fine del gruppo, che incise una versione dance di un brano di “Psycho Disco”, che per l’occasione prese il titolo di “Don’t Be Cold In The Summer Of Love”. Il gruppo terminò quindi la sua corsa ed entrò nella storia. Oggi a distanza di 25 anni esce il primo cd degli Stupid Set con buona parte di quel materiale ed un paio di inediti. Nelle note di copertina scoprirete il perché di questo titolo, potrete vedere il videoclip di “Hello I Love You” e (ri)scoprire un gruppo storico. Imperdibile. Assoluto. Unico.

Formato: cd


(Pubblicato il: 28/11/2013)

Madonna

I'M Going To Tell You A Secret
“Se non vogliamo essere giudicati, allora non dobbiamo giudicare” – Madonna Può sembrare strano, ma questo è il primo album dal vivo di Madonna ed arriva a distanza di 23 anni dal suo debutto discografico sottoforma di lp. In tutti questi anni Madonna è diventata la regina incontrastata del pop, ha saputo piegare ai suoi voleri il pubblico e l’industria ed oggi può permettersi di lanciare messaggi politici dal palco del suo tour. “La politica gira dove tira il vento”, dice Madonna nel lungo documentario che accompagna il cd. Infatti “I’m Going To Tell You A Secret” si compone di un cd con 14 brani, tra cui alcuni classici ed un dvd con un documentario di oltre due ore che inframmezza spezzoni live a riprese dei momenti più diversi del tour. Dal casting per il corpo di ballo al marito Guy, dalla figlia alla preghiera prima di salire sul palco. Non mancano, perfino, un paio di critiche raccolte dopo un concerto in terra statunitense e sono gli unici commenti da parte dei fan, inseriti nel documentario, come non mancano le apparizioni illustri, Iggy Pop e Michael Moore. “Non ti nascondo di aver avuto dei gran bei momenti in tutta la mia vita, ma vivevo anche alla sprovvista in molti aspetti. La vita mi sembrava essere una serie di eventi fortuiti. Credo di essere stata più incurante della gente in quei periodi e non troppo carina. Oggi non mi manca l’essere stata una idiota”. Un album consigliato non tanto per il cd audio, ma per il dvd, perché Madonna si rivela più umana di quello che si può immaginare e con inaspettate convinzioni di vita. Madonna è più punk dei Sex Pistols e company messi insieme. “Quando si guarda alle distruzioni del mondo attraverso gli occhi dei bambini a volte si può aiutare la gente a svegliarsi”. - Madonna

Formato: cd + dvd


(Pubblicato il: 28/11/2013)

Johnson Righeira

Ex punk, ora venduto
Johnson Righeira sorrideva sornione dal suo primo 45 giri nel 1980. Aveva in mano una pistola fotonica ed indossava un maglioncino da ragazzo perbene. L’Italian Records aveva deciso di “investire” su questo giovane di Torino che cantava come un Beach Boys ubriaco e ci mise al fianco gli Skiantos ed i Confusional Quartet. Poco dopo Johnson ritrovò sulla sua strada il fratello gemello ed i Righeira spararono l’hit mondiale “Vamos A La Playa”. Altra storia, altra gente. Oggi nell’ottica di recupero storico e non solo, l’Astroman pubblica questo cd con otto brani. Ovviamente ci sono i due pezzi di quel 45 giri, ma anche e soprattutto alcune perle mai pubblicate ufficialmente su disco e quindi inedite fino ad oggi, che rispondono ai titoli di “Clonazione Geghegè”, “Alien Reggaeira” (suonata dagli Skiantos e quindi meno ska di come la voleva Johnson), “Tambroni Twist” (eseguita con tutto il loro armamentario dai Confusional Quartet), “Operazione Sole” (cover di un brano di Peppino Di Capri che anticipava di un decennio l’esplosione dello ska), “L’Estate Sta Finendo” (in una “proto version” molto scarna ed assolutamente più triste del brano che noi tutti ci ricordiamo, infatti il pezzo vinse il Festivalbar del 1985 nella sua versione definitiva) e “Bianca Surf (punk version)” (che vede un duetto tra Johnson e Freak Antoni degli Skiantos, in una tiratissima versione che strizza l’occhio al punk inglese di matrice Stiff Little Fingers, 999 o Lurkers). Insomma, “Ex Punk, Ora Venduto”, ci riporta indietro di 25 anni, in un momento, in un battito d’ala, che avrebbe portato ad uno dei maggiori successi planetari esportati dall’Italia. Storico.

Formato: cd


(Pubblicato il: 28/11/2013)

Keane

Under The Iron Sea
La storia dei Keane è quella tipica a molte band. Snobbate all’inizio della loro carriera ed anche derise per quel loro sound senza chitarra, hanno poi pubblicato un esordio discografico che ha venduto 5 milioni di copie ed un loro pezzo è stato la colonna sonora di una nota compagnia telefonica. Ovvio che tutti, adesso, aspettavano al varco i Keane con il loro secondo album. Saranno in grado di sopportare il successo? Saranno in grado di emularsi? Faranno un disco privo di ispirazione? Le risposte a queste domande, se mai ve le siate fatte, sono racchiuse in “Atlantic”, primo pezzo il scaletta, dove i Keane, facendo il verso ai Radiohead più solari, dimostrano di esserci ancora e di essere pronti a sbancare di nuovo le classifiche di mezzo mondo. Se poi non vi siete fatti ipnotizzare da un mago in televisione e proseguite l’ascolto, potrete trovare “Is It Any Wonder?”, primo singolo estratto dal cd, un perfetto esempio del Keane style, con la voce di Tom Chaplin che disegna arzigogolate melodie. Se a questo punto volete osare imbattetevi in “Nothing In My Way”, dove i Coldplay sono proprio dietro l’angolo e non vedono l’ora di entrare in scena. Insomma i Keane hanno scritto un disco più intimista del debutto, meno brit pop e decisamente più coinvolgente. “A Bad Dream” dovrebbe diventare il secondo singolo dell’album e se così non sarà, qualcuno non avrà preso la decisione giusta. Il disco è disponibile in due versioni, quella standard ed una limitata con un dvd che ci racconta, in immagini, la realizzazione del disco e ci offre alcune performance live. Ovvio il consiglio di accaparrarvi questa edizione. Non abbiate timore di mettere a nudo il vostro lato più dolce. Vi farà bene.

Formato: cd - cd+dvd


(Pubblicato il: 28/11/2013)

Tiziano Ferro

Nessuno e' solo
Prima di entrare nella recensione vera e propria, vi dico subito che esistono due versioni del terzo album di Ferro, il primo con il solo cd, il secondo con cd + dvd, che ci offre una lunga intervista (in italiano, inglese e spagnolo), il video di “Stop! Dimentica” (in italiano e spagnolo), il “making of” del video, una versione in studio di “Stop! Dimentica” (in italiano e spagnolo) ed una photogallery. Esaurite queste note di servizio, vi posso dire che “Nessuno è Solo” è uscito in contemporanea in 44 paesi del mondo ed ha riportato Ferro al cospetto del pubblico dopo tre anni di assenza. Mettiamo subito in chiaro una cosa, i brani 4, 7, 9, 10 e 11 sono quelli che ho apprezzato e divorato con il tasto “repeat” del mio lettore. I titoli? Questi dovete leggerveli da soli, altrimenti che gusto c’è a comprare un disco. Nel complesso “Nessuno è Solo” è un disco di ballate, molto più introspettivo rispetto ai precedenti dischi, un album dai colori sfumati, in netta contrapposizione alla foto di Ferro che urla nel libretto del cd. Un disco che ad un primo, superficiale, ascolto, può sembrare troppo malinconico, ma vi basterà entrare piano piano nei singoli brani per comprendere la bellezza di questa terza fatica discografica. Una volta, tanto tempo fa, il terzo disco era quello della maturità, della consacrazione, della svolta, quello che poteva affossare o lanciare una carriera. Ferro riesce nell’impresa, “Nessuno è Solo” è il disco della maturità, della svolta e della consacrazione. A secondo del vostro umore potrete ballare con la 4, 7 e 9, oppure chiudere gli occhi e sognare con i restanti brani. A vostra scelta. Vi sembra poco?

Formato: cd - cd+dvd


(Pubblicato il: 28/11/2013)

AA.VV

Unsound
“La più grande serie di compilation punk di tutti i tempi ha un nuovo nome ed una nuova attitudine”. Questa frase campeggia sullo sticker di “Unsound”, la neonata compilation che prende il posto della storica “Punk-O-Rama”, che dopo dieci volumi cede il passo e saluta i suoi seguaci. Per tutti gli appassionati di punk rock “Punk-O-Rama” è stato un punto di riferimento nel suo decennio di esistenza, ma non perdetevi d’animo, perché “Unsound” è pronta per farvi felici. Infatti, come ormai era consuetudine anche negli ultimi due volumi di “Punk-O-Rama”, possiamo trovare un cd con ben 19 brani ed un dvd con 10 video-clip. Il tutto ad un costo contenuto che si aggira intorno ai 9 euro. Tra i generi trattati con dovizia e precisione, si può ascoltare del sano emo, del potente scremo, del devastante hardcore, del classico punk ed anche dell’hip hop. Tra i nomi figurano band storiche come Bad Religion, Pennywise e Bouncing Souls e quello di giovani leve come i The Matches, gli australiani Youth Group alla prese con la rivisitazione di “Forever Young”, i Converge, i tedeschi The Robocop Kraus, i post-hardcore Vanna dal New England, i Some Girls da San Diego o il rap di Sage Francis da Rhode Island. Nel dvd, invece, una bellissima “Los Angeles Burning” dei Bad Religion, mette in fila tutti i restanti video da “spararsi” in una notte di luna piena sorseggiando un chinotto. “Punk-O-Rama” può dormire sonni tranquilli, perché “Unsound” è arrivata tra noi nel miglior modo possibile. Cosa volete che siano 9 euro al confronto del panorama “punx” di matrice americana? Cosa volete di più? Un Lucano

Formato: cd + dvd


(Pubblicato il: 28/11/2013)

Tom Petty

Highway Companion
Personalmente non sono un fanatico di rock americano, quello costruito sugli stivali da texano ed i cappelli da cowboy. Preferisco il sound inglese. Tom Petty, però, è sempre stato un artista che ho seguito con attenzione, ma negli ultimi anni mi aveva un poco deluso, dischi senza spina dorsale avevano allungato la sua ricca discografia. Oggi Tom ritorna solista e pubblica il suo terzo lp a proprio nome (gli Heartbreakers sono in letargo), prodotto da Jeff Lynne, già con Petty nel supergruppo dei Traveling Wilburys (ricordate?). Ritorna con un bel disco, uno di quei dischi che metti su e rimani estasiato da cotanto rock’n’roll. Le danze si aprono con “Saving Grace” e ti sembra subito di aver ritrovato un amico perso da tempo. La scaletta prosegue con una ballata (la prima di due), “Square One”, da antologia, e continua con altri dieci pezzi che a volte ricordano Bob Dylan, John Hiatt o Bo Diddley. Petty mette in luce il suo amore per il blues, quello di autori misconosciuti, quello di ottantenni con l’armonica in bocca e la chitarra sulle gambe. “Highway Companion” è anche il primo disco per la American Recordings di Rick Rubin, che non a caso aveva prodotto il precedente album solista di Tom, uscito nel 1994. Un nuovo contratto discografico che ha portato una ventata di freschezza dalle parti di Petty. “Highway Companion” è uno di quei dischi che possono amare anche coloro che con le desolate strade americane hanno poco a che spartire e soprattutto per questo è un grande disco, un disco che supera le barriere di gusti e generi musicali. Bentornato Tom. Ti aspettavo. Da tempo.

Formato: cd


(Pubblicato il: 28/11/2013)

Markonee

The spirit of radio
Nel ‘99 Stefano Peresson (ex Danger Zone, band metal bolognese che decise di tentare l’avventura in terra americana) ha pensato di dare vita ad un nuovo progetto musicale. La sala prova è stata trovata a Pontecchio Marconi e quindi con molta naturalezza è stato scelto il nome di Marconi, poi tramutatosi nell’attuale Marconee. Alcuni cambi di formazione hanno tenuto fermo il gruppo per oltre un anno, poi finalmente la band ha deciso di registrare il primo album. Infatti dopo aver avuto un battesimo live infuocato ed aver creato attorno a loro un nutrito stuolo di fan, chiamati “marconisti”, il gruppo è entrato in studio. Ovvio che il debutto discografico doveva avere come protagonista Guglielmo Marconi, che campeggia fin dalla copertina di questo concept album pubblicato sottoforma di cd e lp. Inizia l’ascolto. Subito veniamo presi dall’intro “Algoritmo”, che sfocia in “Colors” e subito si capisce con cosa abbiamo a che fare, un rock dalle tinte AOR, che ama i Bon Jovi, ma anche i Def Leppard, o i Saxon e chiede tanta melodia nei suoi assoli al fulmicotone. Cori e controcori echeggiano ancora nelle orecchie, mentre i Markonee sono già arrivati a “Black’n’Grey”, lento strappalacrime. Nel proseguo del disco da citare la forza di “Every Beat Of My Heart” (in Poison style), l’irruenza di “Loved Land” (che richiama i Motley Crue più dolci), il vulcano in eruzione di “Discovery” (con echi di Metallica), la riuscita “Would I Lie To You” (un brano da antologia) e la priestiana “I Know that You Know That He Known”. Scommettiamo che “The Spirit Of The Radio” tra dieci anni sarà una pietra miliare del genere? Scommettiamo? Metallari “grinzi” e imberbi, io vi ho avvertito.

Formato: lp-cd


(Pubblicato il: 28/11/2013)

Evasio Muraro - Michele Anelli

Festa d'aprile
“Ripercorrere la Resistenza attraverso alcune canzoni o la breve lettura di libri e poesie è un modo per mantenere viva la memoria su una parte di storia che è alla base della nostra democrazia. Raccontare con parole e musica il ricordo di quegli anni è un sentito omaggio a quegli uomini e quelle donne che hanno sacrificato il proprio tempo e, in molti casi, anche la propria vita in nome della libertà”, con queste parole Evasio Muraro e Michele Anelli presentano questo progetto, nato prima come spettacolo e poi diventato, oggi, un cd con un ricco booklet di 20 pagine. Gli inni partigiani da “La Preghiera Del Partigiano” a “Bella Ciao”, si alternano a racconti di partigiani come Giovanni Pesce (medaglia d’oro alla Resistenza), Bianca Bracci Torsi del progetto Memoria e antifascismo di Roma, Rosanna Carretto (attrice) e Marino Severini (Gang). Evasio (ex Settore Out) e Michele (Groovers), in un susseguirsi di emozioni, suonano e cantano con partecipazione sentita. Molte canzoni come “Festa D’Aprile”, “Addio Bologna Bella” o “Fischia Il Vento” sono state liberamente arrangiate dai musicisti, che così facendo ne hanno dato una lettura personale e “moderna”. “Festa D’Aprile” risulta essere un progetto forte, curato da due artisti che hanno già scritto importanti pagine di musica rock peninsulare. Un cd per ricordare un momento cruciale della nostra storia, che a volte si dimentica tra le pieghe del quotidiano. Da segnalare, infine, la presenza anche del Coro delle Mondine di Melegnano.

Formato: cd


(Pubblicato il: 28/11/2013)

La Coska

Chettelodicoafare
La Coska (ovvero La Compagnia Orchestrina Ska) giunge al secondo lavoro dopo un debutto datato 2004 ed intitolato “Gambero Killer”. Il gruppo è artefice di un buon ska, genere musicale che era tornato in auge anche nel nostro Paese nelle ultime stagioni ed oggi soffre di un momento di abbandono e disinteresse, ma i Coska non sembrano preoccupati. Il disco, infatti, si apre con una rivisitazione del tema di Nino Rota, “Il Padrino”, un perfetto intro in relazione anche alla copertina che i Coska hanno scelto per questo cd. Si continua con “Diatribe”, brano sui generis dal buon coinvolgimento, coinvolgimento che continua anche con “L’ABC Del THC”, canzone tirata con la sezione fiati a farla da padrone, per arrivare alla cover di “Donatella”, pezzo della Rettore già uscito come singolo, che i Coska ci offrono in una lettura molto personale e perfettamente riuscita. Tra i restanti brani da sottolineare “La Vita E’ Un Film”, “Svenditi L’Anima” (con una fisarmonica a sostenere i momenti cruciali del brano) e “Il Ballo Della Badante” (in perfetto soviet style). In chiusura il remix di “Diatribe”, curato dai Feel Good Productions, ci fa capire che i Coska vivono il presente e non sono rimasti ancorati (giustamente) ad un passato che non potrà tornare. Un disco fresco, a tal proposito pensate di avere una sete insopportabile e tutto d’un tratto vi si offre la possibilità di bere la vostra bevanda preferita all’ombra di una palma su una spiaggia tropicale. Ecco più o meno è questo l’effetto di “Chettelodicoafare”. Un effetto altamente dissetante.

Formato: cd


(Pubblicato il: 28/11/2013)

Hogwash

Half Untruths
Avevamo lasciato gli Hogwash nel 2003 con la pubblicazione di “Atom Bomb Proof Heart”, terzo album, che mostrava una band a proprio agio tra il soft pop di matrice inglese e i seventy più solari e malinconici. Oggi, a tre anni di distanza, il gruppo è pronto con il disco della definitiva consacrazione: “Half Untruths”. Prodotto da Alberto Ferrari (Verdena), che ha tra l’altro suonato in “Red Heart Shaped Petal”, il cd si dimostra più cristallino e limpido rispetto al suo predecessore. Tredici gemme d’atmosfera che a volte sono “turbate” da sferzate di sano rock (“Fools Do Pay”), o si insinuano tra le pieghe della nostra sensibilità (“Bikeride”) con vigore e sottile perseveranza. Cominciate l’ascolto con “Weak Brother”, per gettarvi subito a capofitto nel microcosmo degli Hogwash e sentirete piccoli brividi lungo la schiena. Oppure opzionate un ascolto “random” e lasciate che il vostro lettore cd si curi di voi in maniera del tutto autonoma. Potreste così cadere in trance con la delicata “I See You”, o trovarvi di colpo negli States con “Mend My Ways”, oppure scatenarvi con l’elettrizzante “Goodbye Letters”. Gli Hogwash hanno pubblicato un signor disco, un disco pungente al punto giusto e ricco di sfumature da scoprire ascolto dopo ascolto. Infatti, forse, non sono stato molto esplicito, ma questo è un disco che bisogna ascoltare. Se però preferite la sbobba delle classifiche di download, o cambiate suoneria al vostro cellulare ogni tre giorni, girate alla larga. Gli Hogwash non vi meritano, o voi non siete pronti per questo disco.

Formato: cd


(Pubblicato il: 28/11/2013)

Pornorama

Ieri oggi domani
Una volta, tanto tempo fa, c’erano i Titta E Le Feccie Tricolori, band romagnola di rock demenziale che aveva in Titta il proprio frontman. Diversi dischi e tantissimi concerti tra frizzi e lazzi. Poi Titta ha deciso di lasciare e la band ha cambiato nome e cantante. Alla voce, dopo, credo, una democratica decisione all’interno del gruppo, è passato Roda (già autore qualche anno fa di un debutto a suo nome) e la band è diventata Pornorama. Ovvia la scrittura di nuove canzoni e la pubblicazione del primo album: “Ieri Oggi Domani”. Il tiro complessivo del disco non si discosta dai precedenti lavori, anche se bisogna ammettere che i Pornorama sono riusciti a fare proprie ritmiche ska, reggae e rock con molta disinvoltura. Le liriche, dal canto loro, trattano tematiche profonde come in “Pane E Prosciutto” e “Superboy”, ma anche “Cin Cin” e “Babylonia” non scherzano affatto. Infatti un disco come questo, se dovesse uscire negli States, avrebbe il tipico bollino: “Contiene testi espliciti”, grande come una casa sulla copertina. Però noi non viviamo negli Stati Uniti, quindi ce ne freghiamo ed ascoltiamo i Pornorama, che infarciscono le loro liriche con parolacce e doppi sensi neanche tanto nascosti. E’ ovvio che quando si decide di ascoltare i Pornorama bisogna essere propensi al divertimento, al sorriso e al non prendersi troppo sul serio. Per chi ama i Gem Boy, i Pornorama sono il gruppo da acquistare a scatola chiusa. Per tutti gli altri, non lamentatevi se poi vi scandalizzerete ascoltando “Il Partito Dell’Amore”. Io vi avevo avvertiti. Le note di copertina sono uno spasso.

Formato: cd


(Pubblicato il: 28/11/2013)