Bologna Violenta - Brizzi/Guerra

Due spettacoli o performance, comunque qualcosa di diverso da un classico concerto, hanno attirato la mia attenzione negli ultimi mesi. Due progetti italiani, molto bolognesi, che in modi e forme diverse coniugano la musica con parole importanti, dirette o evocative, ma che vale la pena di ascoltare e soprattutto metabolizzare: Bologna Violenta e Enrico Brizzi con Yu Guerra.

Bologna Violenta
Cosa aspettarsi da un “gruppo” che si presenta con il nome di Bologna Violenta? Hard core? Punk? Techno frenetica? Difficilmente si può prevedere di trovarsi di fronte ad una persona sola al centro del palco (di conseguenza per forza di cose spoglio), armato di chitarra elettrica e di un I-pod con le basi, che una volta acceso si spegne dopo 45 minuti e non ti permette di sbagliare i tempi. Non è un “cantautore”. E' un progetto musicale che sta riscuotendo interesse e approvazione, complice un mondo il cui appiattimento culturale ha raggiunto apici che voi umani non potete immaginare (anzi, purtroppo sì) e dove il concetto di “proposta innovativa” latita in maniera desolante. Ci ha pensato Nicola Manzan, con un back ground di musica classica e un presente nella ormai nota formazione Teatro degli Orrori (più varie collaborazioni, ad esempio con i Baustelle), territori musicali molto lontani da quelli esplorati qui. La chitarra è furiosa, noise, hardcore e metallo pesante, oggettivamente violenta, che si scatena in brevi assalti sonori – difficile chiamarle canzoni - che fanno da supporto a lapidarie affermazioni vocali; altrettanto brevi recitazioni registrate che diventano dei samples che danno il tempo e lo spazio alla chitarra. Quasi degli slogan declamati e urlati, un distillato di odio che pare voler distruggere il nulla ovattato che ci circonda. Sono 23 le tracce presenti nel suo album “Il nuovissimo mondo” e già i titoli forniscono un'idea di quello che potete ascoltare da Bologna Violenta: Trapianti giapponesi; Un virus terrificante, Il sommo fallo, Un paese pietoso, Stronzi, Sono diventati tutti mostri... Quasi inevitabile descrivere il tutto come una performance situazionista e se proprio vi piacciono le definizioni, art-noise-avanguarde possono servire da riferimento. Ma non aspettatevi un Artista distaccato che vi guarda dall'alto con superiorità, Nicola, capelli neri, barba nera e completamente vestito di nero, è comunicativo e simpatico, sa rompere la tensione dal palco interagendo col pubblico, spesso ammutolito dall'incapacità di classificare ciò a cui sta assistendo. “L'avanguardia è alternativa non fa sconti comitiva l'avanguardia è molto dura e per questo fa paura” by Skiantos. Enrico Brizzi e Yuguerra!
Per due volte quest'anno ho avuto modo di assistere ad una esibizione dell'accoppiata bolognese della band del musicista di lungo corso Yu Guerra con lo scrittore Enrico Brizzi (che esordì con il libro “Jack Frusciante è uscito dal gruppo”). Più di un reading, ma non per questo meno di un concerto (Brizzi lo ha definito “spettacolo per voce e rock band”). La prima esibizione lo scorso mese di marzo era la presentazione del cd singolo “Dio Salvi Bologna”, un titolo che non passa inosservato così come la copertina: un tributo alla famosa copertina dei Sex Pistols “God Save The Queen”, dove però al posto della regina Elisabetta c'è l'ultimo sindaco di Bologna, probabilmente l'unico politico italiano che si è dimesso per storie di sesso e giri loschi di denaro (in scala molto ridotta rispetto a quello a cui siamo abituati, del resto Bologna è più piccola di Roma....), lasciando la città commissariata. Quella sera è stato come ascoltare la colonna sonora di un film che raccontava la decadenza della città, un città che per decenni è stata riferimento importante per chi voleva sperimentare le avanguardie artistiche e culturali o semplicemente bramava vivere la notte in locali aperti fino all'alba fra giovani nottambuli e antichi “biasanot”, ma anche per chi cercava ospedali e asili pubblici degni di questo nome (attenzione a non lasciare che passi per “modernità” la scientifica distruzione di una società). Enrico Brizzi, nato nel 1974, la racconta proprio bene questa storia, tra caustica ironia, rassegnata lucidità e guizzi di ottimismo. Yu Guerra, voce e chitarra, Tony Farinelli al basso e Andrea Insulla alla batteria forniscono il collante fra le parole; i ritornelli e i cori cantati trasformano il reading letterario in concerto che ritorna poi ad essere un racconto che si snoda su un tessuto sonoro fra il melanconico e il rabbioso, i sentimenti di chi quella Bologna la vorrebbe indietro. Il secondo concerto è alla Festa dell'Unità provinciale (se così ancora si chiama) ed è la prova che il progetto è in fase di evoluzione: un disco è quasi pronto, contemporaneamente a un libro dallo stesso titolo, che trascende dal paradigma Bologna per includere tutta l'Italia “La vita quotidiana in Italia ai tempi del Silvio”. I due concerti hanno visto anche la partecipazione di ospiti molto significativi, rispettivamente Steno dei Nabat che ha cantato “Laida Bologna” e Roberto “Freak” Antoni degli Skiantos che ha interpretato una canzone scritta con i Windopen “Non salutare chi non ti ama”. Intanto, mentre visualizzo Piazza Maggiore, la statua del Nettuno e il muro in memoria dei caduti partigiani, mi sovviene un ritornello cantato da Enrico e Yu: “Di chi si è battuto per il tuo futuro ci sono le foto di fianco al Nettuno. Di ladri, bugiardi, furbetti e maiali ci sono le foto su tutti i giornali”. Rialzati, Bologna.


(Pubblicato il: 28/11/2013)