recensioni

AA.VV.

Modena 29 settembre 2009

L'’anno scorso Modena ha dedicato una giornata, il 29 settembre, al beat italiano, nato e cresciuto proprio nelle piazze e nelle vie della città emiliana. Una giornata di ricordi, con un concerto serale che ha visto tra i protagonisti Maurizio Vandelli. Durante il giorno, invece, alcune piazze di Modena hanno ospitato diversi giovani artisti che si sono cimentati con i cavalli di battaglia del beat. Quelle esibizioni sono state registrate in presa diretta e oggi costituiscono un cd, che si può avere in omaggio (fino a esaurimento) recandosi presso il Centro Musica di Modena. Un cd nel quale ventuno artisti, tra cui tre gruppi composti da musicisti attivi nel periodo beat, hanno eseguito “Dieci Ragazze”, “Impressioni Di Settembre”, “Io Ho In Mente Te”, “Cinque Minuti E Poi”, “Il Ballo Di Simone”, solo per citarne alcune. Esecuzioni fatte ognuna con la propria anima artistica, non un karaoke fine a se stesso, dove gli anni sessanta diventando un terreno fertile per rivisitazioni punk, psichedeliche più dell’originale, perfino avanguardistiche. Citare un artista rispetto a un altro non è mia intenzione, perché in progetti come questo conta l’idea che sta alla base. Idea che anche quest’anno ha portato, nella seconda edizione di “29 settembre”, migliaia di appassionati per le vie di Modena. Segno evidente che la storia, ogni tanto, va ricordata vivendola e non dimenticandola in polverose pagine di libri. Complimenti per l’iniziativa e complimenti a un artista presente nella compilation che è un protagonista di Musicplus. Dire il suo nome è assolutamente superfluo.

Formato: cd


(Pubblicato il: 23/07/2014)

Brandt Brauer Frick

You make me real
E così anche il trio tedesco dei Brandt Brauer Frick arriva al debutto sulla distanza di un album. Autori di alcune prove su singolo, i Brandt Brauer Frick avevano già stimolato l’attenzione dei patiti della musica elettronica votata alla dance techno. Formati dalla coppia Daniel Brandt e Jan Brauer (già in attività con il nome di Scott, un progetto dal gusto particolarmente jazzato) e Paul Frick (che ha studiato composizione con Friedrich Goldmann all’Università d’arte di Berlino ed ha già dato alle stampe alcuni dischi house), sono una band che travalica il semplice aspetto della musica elettronica per dimostrare a loro stessi, ma anche agli ascoltatori, che la musica al silicio può essere dichiaratamente “dance”, ma con un piglio intellettuale che il più delle volte è assente nelle produzioni destinate ai dancefloor. Il trio spazia tra musica minimale e house, tra dance ed electro, tra ritmi tribali e psichedelia condita con tonnellate di sintetizzatori. Questo debutto su album è pubblicato dalla !K7, segno evidente che i tre hanno colpito nel segno con i precedenti singoli, tanto da interessare una delle etichette di maggiore prestigio del Vecchio Continente. Questo è un disco che i più illuminati dj suoneranno all’infinito, proprio per far “impazzire” la propria audience, ma anche i fanatici del Detroit sound potranno compiacersi di aver acquistato un album da mettere al fianco dei dischi di Juan Atkins o Derrick May. Elettronica con un’anima, anche se chiaramente teutonica. Da ascoltare con la mente lucida.

Formato: cd


(Pubblicato il: 28/11/2013)

Pierfrancesco Pacoda

New Wave - La Scena Post-Punk inglese 1978-1982
Quando nella vita giunge quel momento, nel quale leggi un libro e ti ritrovi dentro la tua adolescenza, sono dolori. Sì, sono proprio dolori, perché è palese che di anni ne sono passati tanti e mentre procedi con la lettura pensi alla musica di oggi e ti viene da piangere. Infatti è inutile stare a girarci intorno, la musica più bella per ciascuno di noi rimane quella dell’adolescenza, quella che vivevi con passione, senza tanti “compromessi” e con tante convinzioni che si sono poi infrante un poco alla volta contro il muro eretto dalla società a difesa della stessa. Così mi ritrovo dentro questo agile libro sulla scena post punk inglese tra copertine di dischi che non ricordavo più di possedere e artisti che sembra ieri (non trent’anni fa, ma ieri) che ascoltavo fino allo svenimento dei miei vicini di casa, dei miei genitori e di mia sorella. Qui si parla, con cognizione di causa, di Essential Logic, Pop Group, Glaxo Babies, Rober Wyatt (il padre di questa ciurma), Killing Joke, Raincoats, Comsat Angels, Modern English, The Ruts, Passions e Throbbing Gristle. Si racconta di fanzine, di come auto prodursi un disco, dando voce ai diretti interessati. Un bel libro, con un inserto a colori dedicato alle copertine per la goduria anche degli occhi. Finito di leggerlo mi rendo conto che tutti i dischi di questa scena sono stati acquistati in un negozio di Bologna (il Disco D’oro). Penso a quei giorni e mi ritrovo con la mente a “spulciare” centinaia di 45 giri, mentre qualcuno elogia il Pop Group o parla del capolavoro dei Killing Joke. Quando nella vita giunge il momento di riascoltare i Modern English, significa che gli anni si sono accartocciati l’uno sull’altro. Amen.

Formato: libro


(Pubblicato il: 28/11/2013)

The Posies

Blood/Candy
Verso la fine degli anni ’80 a Seattle l’uniforme era una camicia di flanella, un paio di jeans strappati sul ginocchio e un malessere esistenziale che avvolgeva tutta la vita. A Seattle però nascevano anche i Posies, che nel 1988 debuttavano con “Failure”. I Posies erano e sono, il gruppo più distante dal grunge che ci possa essere. I Posies sono una band di rock pop capace di trovare la quadratura del cerchio con melodie cristalline, suoni così perfetti da sembrare quasi artificiali e un cantante, Ken Stringfellow, dalla voce perfetta. I Posies sono una band di power pop, genere che nelle melodie anni ’60 ha fondato il suo successo. I Posies sono tornati dopo cinque anni di assenza. Alcuni componenti sono stati alla corte dei R.E.M., hanno dato fatto rinascere i Big Star e sono stati in tour con i Lagwagon. Insomma un'attività abbastanza piena di cose da fare, tanto che i Posies sono giunti fino al 2010 per mettere in discografia il loro decimo album. “Blood/Candy” è una gemma preziosa, con alcune partecipazioni importanti come quella di Hugh Cornwell (The Stranglers), Kay Hanley (Letters To Cleo) e Lisa Lobsinger (Broken Social Scene). Una pietra composta da dodici abbaglianti stelle. Cominciate l’ascolto dalla fine, in modo da imbattervi quasi subito in “Notion 99”, “She’s Coming Down Again!” e “Accidental Architecture”. Se amate i Beatles, gli Xtc, o vi siete scontrati nel vostro percorso di ascoltatori nei dischi di 20/20, Shoes, The Romantics, The Knack, Cheap Trick, i Posies fanno al caso vostro. Power pop da manuale. Ma fare power pop non è così facile come sembra. Anzi è proprio difficile. Ne sanno qualcosa tutti quelli che hanno sbattuto il muso contro il muro delle melodie senza melodia.

Formato: cd


(Pubblicato il: 28/11/2013)

Gruppo Fonico Locale spa

Secutor
Il Gruppo Fonico Locale S.p.A. torna sulle pagine di Musicplus con il nuovo cd. In copertina la band si presenta in trio, mentre nelle note di copertina alla batteria figura Jim Pagliacci da Cheyenne, capitale del Wyoming, Stati Uniti. E proprio l’America rimane, come nei precedenti episodi discografici della band, il faro illuminante di tutti i brani. Un rock che a volte richiama anche artisti italiani, nel primo pezzo, “Animal’s Farm”, la parola “Animal” ricorda “Anymore” di Vasco Rossi, mentre in “Dimmi Perché Sei Triste” mi è sembrato di sentire echi di “Inno Nazionale” di Luca Carboni. Nel prosieguo la band si cimenta in un pezzo strappalacrime come “Il Mare Sopra Di Te”, in “Missile” dove riappare Vasco che sbircia da dietro una porta, mentre in “L’Ora Legale” la storia di Davide viene presa a pretesto per raccontare l’amore. A metà album ci si imbatte nel pezzo che da il titolo al disco, “Secutor”, brano strumentale e scelta strana, considerando che il gruppo sembra invece dare importanza alle liriche: “Animali con il fiato corto loro…stanno con le loro belle piume al vento….stanno con le piume anche in Parlamento”, poi ci si imbatte in “Posso Parlare”, il brano più debole dell’album, in “Piccolo Pezzo Di Cielo”, altra canzone d’atmosfera, in “Improbabile”, pezzo scoppiettante di rock’n’roll, come “Non Singare La Songa”, che ci porta alla conclusione del disco affidata alla ripresa di “Secutor”, questa volta con tanto di voci ululanti. Il Gruppo Fonico Locale è tornato, i numerosi fan saranno felici e noi con loro.

Formato: cd


(Pubblicato il: 28/11/2013)

Giuliano Sale

Non e' mai troppo tardi
A leggere la biografia di Giuliano Sale si rimane interdetti. Sì, perché Giuliano ha una carriera come attore. Ha partecipato a “Hambuger Serenade” diretto da Pupi Avati per Rai 1, allo spot della Birra Moretti, alla “Rivincita Di Natale” sempre di Pupi Avati, al film “La Sacca” di Carlo Gazzotti , al lungometraggio “La Seconda Notte Di Nozze” anche questo di Pupi Avati. Insomma Giuliano ha una sua carriera cinematografica, “interrotta” per pubblicare il suo album: “Non E’ Mai Troppo Tardi”. Gli attori prestati alla musica sono tanti sparsi per il mondo e Giuliano non sarà certamente l’ultimo di una lunga fila. Nella biografia veniamo anche a sapere che Sale ha scritto tutti i testi dell’album, mentre il lavoro di produzione artistica è stato affidato a Tiziano Bellucci, nome che molti si ricorderanno per i suoi trascorsi nel rock indipendente degli anni ottanta. “Sì, ma il disco di Giuliano?”, si chiederà qualcuno di voi che sta leggendo queste righe. Il disco di Giuliano è un album di rock cantato in italiano, con chitarre lanciate a mille chilometri l’ora che sottolineano i momenti topici dei singoli brani. Un disco di pop rock che nei brani più energici trova momenti di bellezza (“Ragazza Di Città”, “Vecchia Scuola”) e che non disdegna di lanciare messaggi ai suoi ascoltatori. Giuliano sembra a suo agio come paroliere, le sue liriche lasciano il segno, mentre sull’interpretazione vocale deve ancora crescere, anche se ci sono i presupposti perché ciò accada. Giuliano Sale crede nella musica, lo si avverte ed ha un cuore romantico (“Non E’ Mai Troppo Tardi”, “Donna Dei Miei Sogni”). A questo punto deve solo decidere: attore o cantante? Oppure entrambi?

Formato: cd


(Pubblicato il: 28/11/2013)

Cosmic box

Not Better… Simply Different
La copertina di questo esordio, sulla lunghezza di cinque canzoni, mette subito in chiaro cosa dobbiamo aspettarci. I Cosmic Box da Ferrara, sono un trio/quintetto che ama il suono inglese. Quel suono esportato in tutto il mondo e che rappresenta una delle entrate economiche più importanti per il Regno Unito. I Cosmic Box navigano tra Bloc Party e Interpol (ooppss non propriamente inglesi), tra i classicheggianti Muse e i Radiohead ancora infatuati con il rock. I Cosmic Box hanno esordito con un perfetto ep. “Violet Dress”, per esempio, potrebbe benissimo figurare in scaletta in qualsiasi disco dei gruppi appena citati. Venti minuti di musica che ti aprono la gabbia toracica e ti fanno respirare aria pura come se ci trovassimo in vetta a una montagna ad ammirare le nuvole sotto di noi. I Cosmic Box cantano “Pirates” e il Big Ben sembra caderci addosso, suonano “Bugs” mentre la vita di Candem Town ci cattura con le sue mille sfaccettature, si divertono con “Closer From A Distance” e New York sembra ad un passo, giocano con “When The Outside Looks In” mentre il mondo ci crolla a fianco. I Cosmic Box hanno debuttato con un bellissimo ep. Tra Editors e Suicide, come dire tra il bene e il male, o tra il giorno e la notte. E il bello è che nel mezzo ci sono loro che pestano e cantano baciati da un talento sopra la media. In bocca al lupo per un fulgido futuro. A quando il prossimo disco? Io questo l’ho già consumato.

Formato: cd ep


(Pubblicato il: 28/11/2013)

Dozeneyes

Real
Dalla provincia di Treviso con un'idea in testa. No, non mi riferisco al fatto che i Dozeneyes hanno scoperto la soluzione per la calvizie, ma al fatto che il quartetto è classificabile tra i gruppi di pop punk, figli di Green Day, No Fx, Offispring, solo per citare i più famosi. Quindi messo in chiaro a cosa ci troviamo davanti, chi detesta le melodie a profusione, chi odia il punk cantato in italiano (a dire il vero non mancano i testi in inglese), chi osteggia il fatto che il punk possa anche andare in classifica è pregato di andare oltre. Tutti gli altri invece farebbero bene a fare una capatina sul Myspace del gruppo e ascoltare i loro brani, perché i ragazzi ci sanno fare. Di loro dicono che hanno suonato in ogni situazione, dovunque e comunque, non fermandosi mai per quattro anni. Poi è arrivato il momento di registrare il primo album e prendere fiato. Il titolo del disco e del primo brano, “Real”, è un messaggio ben preciso nei confronti del mondo. Qui non ci sono mistificazioni o falsificazioni per scalare classifiche sempre più corte, qui c’è la realtà di quattro ragazzi che ci danno dentro, piegati sui loro strumenti a saltare come invasati sia sul palco sia in sala prove. I Dozeneyes non inventano nulla, ma lo fanno con perizia e stile (un piccolo controsenso per un punk). Loro amano le melodie, i cambi di ritmo e mi hanno ricordato i tedeschi Beatsteaks. Gruppo che da sempre seguo con attenzione. Quindi perché chiedere di più? Divertimento con sale in zucca. Ecco cosa sono i Dozeneyes. In chiusura, per chi ha pazienza, c’è una sorpresa. Ma scopritela da soli.

Formato: cd


(Pubblicato il: 28/11/2013)

The Record's

Mr. Hide
Dei Record’s abbiamo parlato in occasione dell’uscita del loro ultimo album, “De Fauna Et Flora” e oggi siamo felici di annunciare l’uscita del primo singolo estratto dall’LP. Si tratta di “Mr Hide”, accompagnato da un video-clip minimale con alcune trovate sceniche tanto semplici quanto efficaci. Il singolo è stato pubblicato in vinile (un vero 45 giri) ed è disponibile anche in un'edizione che comprende oltre al vinile anche la versione su cd. Sul retro una rivisitazione di “Un’Estate Al Mare”, hit di Giuni Russo, scritta da Franco Battiato e Giusto Pio, che nella versione dei Record’s diventa intrigante ed esce dai canoni della pop song. Complimenti per la scelta del vinile, per la scelta del lato B e per il video-clip.

Formato: cds/45 giri


(Pubblicato il: 28/11/2013)

Low frequency club

Johnny come home
Sempre dalle parti della Foolica Records esce un cd singolo dei Low Frequency Club con la cover di “Johnny Come Home” dei Fine Young Cannibals e il gruppo bresciano riesce ad aggiungere groove e pathos al brano, per poi anticipare, con “Pools”, uno dei pezzi del nuovo album in uscita a breve. A completare il cd singolo due versioni remixate di “Pools” gestite da Kinema e L.A.S.E.R. I Low Frequency Club si muovono tra rock ed elettronica, su un territorio ben conosciuto dai fan delle produzioni targate DFA. Da segnalare anche il video-clip di “Johnny Come Home” con tanto di allevamento di galline e judoka alla prese con un pesante allenamento. Bravi, non avete ucciso un classico degli anni ’80, cosa che, invece, poteva accadere.

Formato: cds


(Pubblicato il: 28/11/2013)

A toys orchestra

Midnight talks
Quattro album. Tre anni dal precedente “Technicolor Dreams”. Stessa casa discografica, l'Urtovox. Identica indole a scrivere canzoni sognanti. Copertina “cattiva” che non corrisponde alla musica contenuta. Testi in inglese. Echi di Beatles, XTC, The Dukes of Stratosphear, ma anche Housemartins e Beautiful South. Chiacchiere notturne tra amanti o più semplicemente tra persone che si conoscono. Un disco che raggiunge il suo apice a metà percorso, quando “Plastic Romance” inizia il suo girovagare e “Pills On My Bill” ti strappa il cuore dal petto. Gli A Toys Orchestra si concedono al rock, senza esagerare, anzi rimanendo legati a quel mondo psichedelico marchio di fabbrica delle precedenti produzioni. Un disco da ascoltare chiudendo gli occhi e lasciando fuori i problemi di tutti i giorni. Un disco delicato, che si insinua nelle pieghe della pelle e rimane lì a sedimentarsi. “Frankie Pyroman” sembra uscita dal cappello di Elton John in crisi d’amore, e “Backbone Blues” potrebbe entrare nella colonna sonora del prossimo film di Tarantino. A proposito alcuni pezzi del gruppo campano sono già finiti in colonne sonore, alla faccia di produzioni multimilionarie che non aspettano altro. Il disco della maturità, si potrebbe affermare, ma siccome la maturità era già stata raggiunta con il precedente album, “Midnight Talks” diventa il disco della riconferma. Gli A Toys Orchestra rimangono una spanna sopra la media dei gruppi italiani. Peccato per loro che siano nati nel Belpaese, dove la musica va a braccetto col niente. Peccato, un vero peccato.

Formato: cd


(Pubblicato il: 28/11/2013)

Neorema

Solo un altro colpo al cuore
Una volta c’erano i Crumbs, gruppo fondato da Luca Toni (voce) e Piernicola Arena (tastiere). Di loro rimangono alcune produzioni cd demo e tanti concerti. Ed anche un chitarrista, Alessio Marchetti. I Neorema sono il nuovo corso dei vecchi Crumbs, con una sezione ritmica completamente rinnovata e un sound più originale rispetto al passato. Testi in italiano uniti a un look fatto di camicia nera e cravatta viola. I Neorema si muovono tra una sorta di rock wave , nel quale le parole di Luca si ergono a uniche tenutarie della verità. “Solo Un Altro Colpo Al Cuore” è il debutto sulla lunga distanza, curato nei minimi particolari, copertina, foto interne, registrazione, mixaggio. Il problema, se di problema si può parlare, è che non c’è un brano che risalti rispetto a un altro. La qualità, pur essendo decisamente buona, non fa trapelare il singolo trainante (sempre che ai Neorema interessi avere un singolo), il ritornello strappa mutande o la melodia che ti rimane in testa dopo il primo ascolto. In questo album è tutto perfetto, curato con ossessione, forse anche troppo. Manca un po’ di “sporco”, quello sporco che rende un disco tra i tanti, IL disco tra i tanti. Bella la voce di Luca, che deve comunque osare di più. I Neorema possono guardare al futuro con speranza. Nel cd è presente anche il video-clip de “La Decisione”. Insomma i Neorema alla fine risultano troppo bravi. E qui mi viene in mente il titolo di un album di tanti anni fa di un gruppo emiliano, i Lino ei Mistoterital che intitolarono il loro primo LP “Bravi, ma basta”.

Formato: cd


(Pubblicato il: 28/11/2013)

Nicodemo

In due corpi
Prima di tutto fate un giro sul sito di Nicodemo (www.nicodemocantautore.it) e passateci qualche minuto a farlo cadere verso un baratro che non arriva mai. Poi entrate voi in questo cd e lasciatevi cadere, abbandonatevi alla musica, alle parole, al silenzio assordante. Nicodemo è un cantautore che ha già lavorato con Teresa De Sio (“Riddim A Sud”) e oggi si mette a nudo con il suo album “In Due Corpi”. Si mette a nudo insieme ad amici e compagni d’avventura. Tra loro il sax di Andy dei Bluvertigo, il contrabbasso di Tommaso Scannapieco, la voce di Raffaella Destefano (Madreblu), il synth di Luca Urbani (Soerba), la voc e di Sarah (Diva Scarlet), il piano dei 2Pigeons, le ugole di David Merighi (Fragil Vida) e Giorgio Consoli (Leitmotiv), il wurlitzer di Julian Olivier Mazzariello. Musica d’autore. Definizione che sotto intende che in questo album ogni cosa è al suo posto. Ogni parola è pensata e cantata, ogni nota è scritta per lacerare l’anima. Musica folk. Definizione che sotto intende che in questo album c’è il nostro Paese, le nostre città, le nostre vite. Musica elettronica. Definizione che sotto intende che in questo album ci sono parti al silicio che lo avvicinano al presente. Musica cantautorale. Definizione che sotto intende che in questo album c’è Nicodemo con le sue paure, le sue ansie, le sue convinzioni. Musica jazz. Definizione che sotto intende che in questo album ci sono momenti che ricordano atmosfere tipiche di fumosi club “malfamati”. Incatalogabile. Definizione che sotto intende che in questo album c’è tutto e il contrario di tutto. Un disco d’atmosfera. Un disco vivo. Intanto, però, Nicodemo continua a cadere.

Formato: cd


(Pubblicato il: 28/11/2013)

Fuximile

Meglio nudi
Primi anni del 2000, i Fuximile prendono forma dall’incontro dei fratelli Busi (Alberto ed Enrico) e dei fratelli Bernabei (Mario e Annalisa – batteria). Solita gavetta. Concerti, concorsi, democd, brani in compilation. Poi nel 2004 il primo album, “Homo Faber”, seguito da un cd singolo con tre canzoni (“Cuore Di Legno”). Altri concerti, anche di spalla a gruppi affermati, altri concorsi, anche vinti. Infine ecco il secondo LP, “Meglionudi”. I Fuximile fanno del pop rock in italiano. Lo fanno bene, accattivanti al punto giusto, melodici quel tanto che basta, orecchiabili, di “facile” ascolto. Tutto funziona in questo cd, tutto è al punto giusto, tutto ci accompagna per mano nel mondo dei Fuximile. Fa solo paura quando cantano: “Non mi interessa il grande fratello, non mi interessa falce e martello, non mi interessa faccetta nera, non mi interessa delle elezioni, non mi interessa di Walter Veltroni, non mi interessa di Berlusconi” (“Tu Du Du”). Fa paura perché se questo è il loro pensiero e quello di tanti giovani cosa ci riserva il futuro? Ma torniamo alla musica lasciando da parte le liriche. I Fuximile sembrano più a loro agio nei pezzi rock, quando si avvicinano al lento non riescono ad emozionare. Tra le canzoni migliori “Io Sono Una Regina”, “Nudo E Vestito” e “Caramella”. A questo punto i ragazzi devono solo trovare un produttore che porti la band verso quelle opportunità che consentono di fare il salto di popolarità che occorre quando ci sono brani e look. “Non credere a niente. Cancella la gente dalla tua mente. Non dare fiducia. A chi finge non sia successo niente” (“A Chi Crederò”). Il qualunquismo torna a fare capolino.

Formato: cd


(Pubblicato il: 28/11/2013)

Nihil est

Nuvole notturne
Vi mancano gli Scisma di Paolo Benvegnù? Vi emozionate se sentite una voce che può anche assomigliare, in alcuni passaggi a quella di Giovanni Lindo Ferretti? Vi piacciono i tempi musicali dilatati? Vi innamorate dei testi in italiano? Vi sentite a vostro agio nella musica cantautorale eseguita da un gruppo? Vi piace chiudere le palpebre mentre vi fate cullare dalle canzoni? Vi interessa il perché viene scelto un nome rispetto ad un altro per una band? Vi fate trasportare in paesaggi onirici dalla vostra mente? Vi volete rilassare dallo stress quotidiano con un disco? Vi siete sempre immaginati, un giorno, di lasciarvi prendere dalla musica elettronica, mescolata con il folk, la musica d’autore e l’ambient? Se anche ad una sola di queste domande avete risposto in modo affermativo, il debutto dei Nihil Est fa per voi. Un debutto sognante, colonna sonora per un fumetto “fantasy”, dove l’eroina ferita viene salvata dal cavaliere errante. I Nihil Est sono in sei, il che permette di avere uno spettro sonoro così ampio da sembrare una orchestra alle prese con le canzoni di un’anima tormentata. Vi interessa sognare? Credete nell’amore eterno? Vi volete rifugiare in una grotta d’alta montagna? Siete attratti dalle parole di Gorgia, antico filosofo greco che viene definito un precursore del nichilismo? I Nihil Est hanno pubblicato il loro primo album. Un disco intenso. Un disco senza schemi precostituiti. Un disco di canzoni. Un disco da ascoltare.

Formato: cd


(Pubblicato il: 28/11/2013)

Enrico Gabrielli

Der Maurer vol.1
Enrico Gabrielli fa parte dei Mariposa, ma anche dei Calibro 35 ed è stato per tre anni negli Afterhours. Il suo nome è comparso in tanti dischi, dagli A Toys Orchestra a Dente, da Moltheni a Paolo Benvegnù, dai Baustelle ad Andrea Chimenti, da Alessandro Grazian a Niccolò Fabi. Enrico ha studiato clarinetto e composizione al Conservatorio “G.Verdi” di Milano. “Der Maurer vol. 1” è il suo progetto solista, una sorta di ritorno alle origini, quelle di muratore del nonno e del padre. Anche Enrico è un muratore, un muratore che invece di utilizzare mattoni e cemento usa note e sovra incisioni. “Der Maurer vol.1” è un disco di musica colta contemporanea, composto da quattro movimenti. Il primo è di Steve Reich, uno dei maggiori esponenti del minimalismo americano, scritto per 11 clarinetti; il secondo è di Giovanni Gabrieli, autore di musica antifonale, è datato 1596, il terzo è dello stesso Enrico, infine il quarto è di Louis Andriessen, compositore olandese, scritto nel 1975 per gruppi di strumenti gravi. In questo ultimo brano non c’è melodia, ma solo una linea che sottolinea il grave, il medio e l’acuto e chiude il disco con una potenza inaudita. Il numero 1 nel titolo presuppone che Gabrielli voglia dare un seguito a questo Der Maurer, come se si trattasse veramente di un muro fatto di tanti mattoni, uno sull’altro. Per chi volesse accostarsi a questa fatica discografica, prima di decidere l’acquisto del cd, lo può scaricare gratuitamente dal sito www.enricogabrielli.com. Musica contemporanea. Pochi voli pindarici tra rock, liriche d’amore o look eccessivi. Contemporaneo nella sua contemporaneità.

Formato: cd


(Pubblicato il: 28/11/2013)

Blastema

Pensieri illuminati
I Blastema esistono dal 1997. Tredici anni. E’ però dal 2005 che si sono assestati con la formazione attuale. Concerti importanti hanno caratterizzato il periodo di vita a metà degli anni Duemila. I Blastema hanno anche tentato di andare al Festival di Sanremo, attraverso un interessamento di Gianni Bella, che però non si è concretizzato. La pagina di Myspace ha cominciato ad essere visitata da migliaia di internauti. Nel 2008, durante le fasi di registrazione di nuovi brani, la sala prove del gruppo viene visitata dai ladri che sottraggono tutta la strumentazione della band. Un duro colpo che viene assorbito grazie ad amici e la volontà del gruppo di rimettersi in pista al più presto. Finalmente nel 2010 il disco d’esordio dei Blastema vede la luce e si intitola “Pensieri Illuminati”. Dell’album loro dicono: “E’ un lavoro dove non ci sono eroi, ma ubriaconi senza gloria e senza ricordi, con un tessuto di storie quotidiane”. I Blastema, a proposito arrivano da Forlì, si possono collocare in quell’ambito devoto al rock cantato in italiano che ama passare da brani energici a ballate d’amore senza stupirsi di averlo fatto. Un indie rock che di indie ha in realtà ben poco. Echi di un cantato alla “Moltheni” (“Cioccolato E Viole”) si specchia con il battito nervoso di “Pensieri Illuminati”, che ha un synth che ci riporta indietro nel tempo. Nel prosieguo rock da digerire con il bicarbonato (“Canzone Da 3 Euro”, “Spero Ci Sia”), il piano tenebroso de “La Prima Cosa”, la “solarità” di “Primavera Di Maya” e la conclusiva “Paura Mi Fai”, canzone che porta l’ascoltatore in territori da sindrome, qualsiasi essa sia. I Blastema meritano l’ascolto. Meritano quell’ascolto negato ai più. Rock figlio della poetica di Moltheni. Lo conoscete, vero?

Formato: cd


(Pubblicato il: 28/11/2013)

Emmablu

Eden
A volte, per capire in quali territori si muove un gruppo, senza la necessità di ascoltare i loro dischi, è sufficiente andare sul loro Myspace e guardare gli “amici”. Ebbene gli Emmablu da Varese posso affermare senza timore di smentite che fanno del rock anni ’70. Con questa convinzione metto sul lettore “Eden” e leggo che è il secondo album, prodotto dal gruppo stesso, a differenza del debutto che era stato registrato nelle sale di Mauro Pagani. Il disco nel frattempo ha iniziato la sua corsa e la musica che le mie orecchie sentono è rock anni ’70. Quel rock del periodo aureo, come molti lo definiscono e che molti rimpiangono. E gli Emmablu lo fanno decisamente bene, tra testi in italiano e musica possente. Gli Emmablu sono fuori dal tempo, cristallizzati tra i Led Zeppelin ed i Black Crowes, pensando anche ai festival organizzati da Re Nudo. Credo che se ne freghino altamente delle mode musicali, ma forse anche delle mode legate al mondo del fashion. Loro sono su una autovettura senza sterzo. Una macchina che ha solo il pedale dell’acceleratore e non può curvare, mai. Gli Emmablu scrivono ed eseguono “Freak ‘60” o “Il Primo Giorno” e la mente viaggia lontano nel tempo. Gli Emmablu non si danno per vinti, convinti che la musica, quella fatta di passione e non costruita sulla plastica dei supporti che da sempre la contraddistingue, prima o poi tornerà ad essere vincente. Noi glielo auguriamo, mentre “Danzo Nel Fuoco” si è appena conclusa con il fremito del flauto di Jama e “Attraverso L’Universo” sicuramente è stata scritta nel 1971. Non mi potete dire il contrario.

Formato: cd


(Pubblicato il: 28/11/2013)

Klasse kriminale

The Rise And Fall Of The Stylish Kids……OI! Una Sto
Devo essere sincero. Avevo perso per strada i Klasse Kriminale. Colpa mia. Poi questa estate incontro Marco Balestrino ad un concerto dei Nabat. Marco, unico superstite della prima formazione e portabandiera dei Klasse da sempre, mi da il nuovo cd, “The Rise And Fall Of The Stylish Kids…. OI! Una Storia”, in copertina noto una “vecchia” conoscenza dell’underground bolognese Marzio Manni. Tornato a casa la prima cosa che faccio è mettere su i Klasse Kriminale. Rimango impietrito ad ascoltare il primo coro: “I ragazzi sono tornati, lo stile e la rivolta”. Francamente non mi ricordavo i Klasse Kriminale così potenti e fluidi. I brani si susseguono, uno più evocativo dell’altro e non potrebbe essere altrimenti leggendo anche solo i titoli: “La Musica Della Strada”, “Destroy Babylon”, “Eravamo Contro”, “Tradito”, “We Want Punk”, “Dr Martens”, “Eroi Finiti”, “Uniti Si Vince”. I Klasse Kriminale è da venticinque anni che si muovono nel punk OI!, dove quello che conta è la legge della strada, dove la tua “famiglia” è con te ed è contro tutti e tutto. I KK non fanno OI! perché è figo, lo fanno perché ci credono e questo fa la differenza. Se poi in questo disco il punk si mescola alla perfezione con il reggae ed echi ska, se le liriche raccontano la storia dell’OI! con una scioltezza di linguaggio difficile da trovare nei precedenti dischi, se i cori ti spezzano le gambe, allora si può anche dire che questo album è il migliore album dei Klasse Kriminale. E’ vero che “Costruito In Italia” e “Ci Incontreremo Ancora Un Giorno” rimangono nel cuore, ma sono il passato, milioni di anni fa. “The Rise And Fall…..” è il capolavoro dei KK. E’ uscito nel 2010. L’OI! è ancora incazzato. L’OI! urla ancora.

Formato: cd


(Pubblicato il: 28/11/2013)

Alessandro Fiori

Attento a me stesso
“Il mondo è annichilito, forse non ha più nafta”. Inizia così il disco solista di Alessandro Fiori, parte integrante dei Mariposa, band con centinaia di concerti alle spalle, numerose uscite discografiche e tanti anni di attività. Inizia come un dipinto dai colori bluastri che emana una strana ed inquietante paura del vivere. Alessandro Fiori ha lavorato anche con Marco Parente, Andrea Chimenti e Paolo Benvegnù. Nel suo debutto solista figurano Alessandro Stefana, Zeno De Rossi, Danilo Gallo, Enrico Gabrielli (compagno d’avventura dei Mariposa) e Marco Parente alle prese con il suo primo strumento, la batteria. Alessandro Fiori, oltre a cantare, scrive poesie, racconti e dipinge. Proprio dalla pittura deve avere attinto per disegnare il suo debutto solista. Debutto composto da undici dipinti che passano da delicate pennellate dai colori tenui a energici segni di colore, mossi dalla volontà di raccontare il disagio, il rifiuto, la morte e la vita. Alessandro assomiglia ad un cantastorie che gioca con le parole e con le melodie, orecchiabili ed accessibili fin dal primo ascolto, ma anche stratificate tra mille gingilli sonori da scoprire dopo svariati passaggi. Alessandro è un poeta del quotidiano, un eroe senza la medaglia sul petto, un astronauta senza navicella. “Attento A Me Stesso” è un disco che ti toglie il respiro, un disco ironico senza far ridere, un disco che potrebbe figurare in una ipotetica discografia dei dischi più importanti del cantautorato nostrano. Alessandro Fiori inizia parlando di idrocarburi e finisce cantando “Trenino a Cherosene”. Che non sia il figlio di un benzinaio o di un petroliere. Chissà.

Formato: cd


(Pubblicato il: 28/11/2013)

The phantom band

The wants
Secondo album per questo gruppo di origine scozzese (Glasgow), che aveva debuttato l’anno scorso con “Checkmate Savage” ed era riuscito a riempire pagine e pagine sulla stampa specializzata inglese. Molti puntavano su di loro come la prossima grande band proveniente dalla Gran Bretagna ed ascoltando questo “The Wants”, le aspettative sono state tutte soddisfatte. Appena il disco inizia la sua corsa si rimane leggermente spaesati, io ho pensato di aver sbagliato cd, inserendo nel mio lettore cd il nuovo degli Echo and the Bunnymen, ho quindi aspettato il secondo brano in scaletta ed ho creduto di ascoltare un pezzo inedito dei Japan (quelli di David Sylvian). Poco male, ho detto tra me e me, perché entrambi i gruppi sono stati la colonna sonora portante della mia adolescenza. Poi nel prosieguo dell’ascolto mi sono lasciato incantare dalla voce tenebrosa del cantante, a volte vicina a quella degli Editors o degli Interpol (altri gruppi con i quali ho trascorso molte ore delle stagioni appena passate) in un continuo rimbalzare tra echi del passato e suoni attuali. La Phantom Band è un guazzabuglio di rock, ma anche di folk (“The None Of One”) ed elettronica spicciola (“Mr. Natural”). Sono un gruppo new wave senza la seria intenzione di esserlo. “The Wants” è una raccolta di nove brani che snocciola la capacità, tutta inglese, di scrivere canzoni che strizzano l’occhio al pop senza essere melense come certe produzioni nazionali. La Phantom Band probabilmente non sarà il prossimo grande gruppo dalla Scozia, ma questo disco è godibilissimo. New wavers unitevi ed ascoltate.

Formato: cd


(Pubblicato il: 28/11/2013)

Moorder

Moorder
Dietro al progetto Moorder si “cela” Alessandro Lamborghini (chitarra) che nel 2007 decide di dare sfogo alle sue paure in musica. Assolda così Luca Cotti (basso), Dencs Dàniel Csaba (batteria), Antonio Sodano (vibrafono) e Alberto Danielli (tuba), tutti musicisti già alle prese con altri ensemble e chiede loro di seguirlo in un mondo dalle sonorità taglienti e spigolose. Nel debutto, dalla copertina lucente, figurano anche alcuni ospiti come Alessio Albergini (sax, poi entrato in pianta stabile nel gruppo); Carlo Magrì (clarinetto) e Michele Serafini (flauto). Già il debutto! Un debutto decisamente vicino alle sonorità della musica d’avanguardia, dei dischi di un signore che si chiama John Zorn, ma anche del “matto” Frank Zappa o per restare geograficamente più vicini, ai brani di gente come gli Ella Guru o al pezzo omonimo di Captain Beefheart. Un debutto tra tintinnii o sax laceranti, tra tensioni emotive ed orchestrine alle prese con ballerini instancabili. Un debutto che si chiude su se stesso per poi esplodere in una sorta di deflagrazione di strumenti. I Moorder sono avanguardia. I Moorder sono la musica contemporanea, che però rifiuta la il presente. I Moorder sono un viaggio senza ritorno, dove il bigliettaio non sopporta i portoghesi, pena essere scaricati a mille all’ora. I Moorder suonano “Cranio”, “Sulla Calandra”, “Zavorrante” o “Tenente Looper” e sembra che sorridano a vedere le nostre facce tirate. I Moorder non sono per tutti. Ma neanche per pochi. Sono per chi è curioso di ascoltare dove può arrivare la musica moderna. Ma poi moderna rispetto a cosa?

Formato: cd


(Pubblicato il: 28/11/2013)

Raina - Villa Ada crew

Che colpa ne ho
Raina fa parte della Villa Ada Crew, posse romana attiva da circa vent’anni ed attraverso la modenese Bizzarri Records ha pubblicato il suo disco solista. Raina fa raggamuffin. Canta in italiano e denuncia la scelta di non scendere a compromessi con il business, racconta l’antiproibizionismo, o la fratellanza che lega coloro che si muovono in questo genere musicale, fratellanza vista dal resto della società come scelta perdente ed inutile. Ovviamente Raina si diletta anche a raccontare storie dal sapore più scanzonato, come quando rimpiange la moneta italiana, la lira, riuscendo ugualmente, anche in questo caso, a puntare il dito sul fatto che il “suo” curriculum nessuno lo considera, piaga sociale della mancanza di lavoro. Raina è a suo agio tra rime, ritmo e ironia. Spera in una radio reggae che si possa ascoltare in tutta Italia, o canta sotto le stelle d’amianto, con una discarica a fianco. Raina ospita Papa Gianni nella reggae “Intra Stu Munno”, pezzo già uscito attraverso i berlinesi Supersonic, come era già stato pubblicato su singolo anche “Myspace”, oggi rivisto ed energizzato dalla Bizzarri Records. Il grandissimo Totò introduce “High Grade”, eseguita in compagnia di Lion D., brano nei confronti del quale è difficile rimanere immobili. Con “Carma” arriva Ginko a dare manforte a Raina ed il ritmo rallenta. Verso la fine del cd “Vinello” racconta i tanti anni passati con il raggamuffin nel sangue, per arrivare alla fine dell’album con il brano che da il titolo al disco, canzone che si discosta, musicalmente parlando, dal resto della tracklist, più vicina ad uno spirito punk. Raina con questo disco forse potrà ricomprarsi il Mac. Noi glielo auguriamo di cuore. Disco estivo che può scaldare anche il freddo inverno.

Formato: cd


(Pubblicato il: 28/11/2013)

Massimo Volume

Cattive abitudini
Tutti stanno dicendo, o scrivendo che i Massimo Volume sono tornati dopo dieci anni di assenza, colmando quel vuoto che avevano lasciato. E se invece i Massimo Volume non fossero mai andati via. Se avessero continuato a scrivere canzoni, a fare concerti, cosa avremmo ascoltato? Avremmo ascoltato “Cattive Abitudini”, ne sono convinto, ne sono sicuro, o perlomeno mi piace pensarlo. I Massimo Volume hanno pubblicato il quinto album in studio che ha lo spessore emotivo di “Stanze”, il debutto che per il sottoscritto rimane il loro punto più alto. Più alto, se di alto si può parlare davanti ad un gruppo che tutto leviga, nota dopo nota, parola dopo parola, per poterti bastonare a suo piacimento. “Cattive Abitudini” è un blocco di cemento, cemento armato. Un cubo così immenso che è impossibile scavalcare, o tentare di scalare. Noi lo possiamo solo guardare dalla nostra piccola esistenza consapevoli che prima o poi ci schiaccerà. Registrato in presa diretta con una strumentazione analogica, come se a noi comuni mortali possa cambiare, con questa informazione, la paura che ci pervade al suo ascolto, l’ansia che ci attanaglia. “Cattive Abitudini” è un viaggio all’inferno, dentro un corpo con carni strappate ed il cuore in mano. Un disco pieno zeppo di citazioni, rimandi, luoghi e personaggi più o meno riconoscibili. I Massimo Volume hanno pubblicato un nuovo capitolo della loro esistenza terrena, un invito al massacro, nel quale gli ascoltatori sono pedine sacrificabili. I Massimo Volume non sono mai andati via. Ne sono sicuro, anzi certo. Dormivano facendo incubi ed oggi quegli incubi sono davanti a tutti noi.

Formato: cd


(Pubblicato il: 28/11/2013)

No age

Everything in between
Los Angeles deve essere un bel posto, dove vivere. Los Angeles è un posto dove fare musica, magari spostandosi fino a New York in uno studio privato per dare una forma alle idee che ti frullano in testa e che senti la necessità impellente di fermare su un supporto magnetico. I No Age sono di Los Angeles, hanno un loro studio di registrazione a New York, incidono per la Sub Pop di Seattle e questo è il loro terzo lp. E’ vero bisogna anche dire che sono un duo (voce/chitarra e batteria). Insomma i No Age rappresentano una faccia (importante) del rock statunitense negli anni Duemila. I No Age sono noise, ma anche punk (la loro attitudine perlomeno lo dice) e non lasciatevi ingannare da un inizio con sonorità quasi delicate, perché basta avere la pazienza di aspettare un paio di brani e verrete travolti da una forza sonora che vi potrebbe anche stordire. I No Age sono un duo americano che sembra voler portare il punk noise verso una sorta di essenza, nella quale il rock è al soldo di concetti emozionali mai lasciati al caso. I No Age mi hanno ricordato il pop sbilenco dei Pavement e il lo-fi di band come Tortoise, o Sebadoh. I No Age sono di Los Angeles, una terra che al rock americano ha dato negli anni tanto materiale da riempire enciclopedie, a volte inutili, sulla musica moderna. I No Age sono eccellenti artigiani che lavorano sulle note con mazze ferrate o piccoli utensili da usare con lenti d’ingrandimento. I No Age sono la faccia nascosta dell’America, quella che non andrà mai agli MTV Music Awards, ma che non si preoccupa più di tanto per questa esclusione. Noise punk. Mica olive e capperi.

Formato: cd


(Pubblicato il: 28/11/2013)