Live Sound Education

Promoter: "Oggi l’impianto fa meno schifo del solito"<br>
Fonico: "Ma se è tutto uguale a ieri"<br>
Promoter: "Non dire ca…te oggi finalmente sento che pompa… con i soldi che mi costa era ora"<br>
Nei nostri corsi cerchiamo, con l’aiuto di basi “oggettive” di elettronica, fisica, matematica, di spiegarci e darci regole applicabili al nostro lavoro di fonici live. Poi ci confrontiamo sull’ascolto del risultato finale di una giornata di lavoro qualsiasi e siamo vittime di giudizi nostri ed altrui dannatamente “soggettivi”. Vi diamo allora alcuni spunti di riflessione e aspettiamo il vostro contributo.
Ecco un piccolo esame delle possibili cause soggettive che possono influenzare il nostro ed altrui giudizio sul suono da un giorno all'altro. Molto dipende da cosa hanno sentito le nostre orecchie ed il nostro cervello per il resto della giornata. Anche senza rendercene conto noi accumuliamo durante la giornata una tale quantità di stress acustici, molti dei quali ormai a livello inconscio, per cui il nostro cervello può essere soggetto a fatica d'ascolto anche se non abbiamo sentito una nota musicale in tutta la giornata. In una situazione di questo genere le reazioni possono essere diverse: o il nostro cervello si rifiuta di ascoltare altre informazioni oppure cerca di rilassarsi al suono dell'impianto. Molto dipende, naturalmente, dal tipo di Musica che ascoltiamo e dal volume. Ancora, il nostro giudizio può essere influenzato, pesantemente, dall'aver ascoltato prima un altro impianto, migliore o peggiore o semplicemente diverso dal nostro. Il nostro cervello possiede una specie di equalizzatore automatico sofisticatissimo che fa si che ci abituiamo molto in fretta ad un certo tipo di suono, nel senso che le informazioni sonore che mancano (o che sono in eccesso) vengono corrette automaticamente. Questo spiega come facciamo a tollerare il suono dell'autoradio o della TV per tanto tempo. Semplicemente il cervello ricostruisce l'informazione mancante e ci fa sembrare reale anche una pallida imitazione della realtà. Se avete a casa un buon impianto surround provate a fare il seguente esperimento: ascoltate per almeno 10 minuti l'audio dalla TV e poi commutate sull'impianto surr. Poi fate il viceversa. Vi accorgerete che dopo un po' di tempo vi siete già assuefatti al suono peggiore tanto che il salto di non lo ricordate più così evidente come vi era parso inizialmente, fino alla prossima commutazione, naturalmente.

Una volta abituato il cervello ad un numero superiore di informazioni sonore il ritorno al sistema inferiore vi apparirà intollerabile per un bel po' di tempo, giusto quello necessario per riequalizzare tutto. E' questo un buon modo per trovare le differenze. Inizialmente il miglioramento nel passare ad un ascolto di qualità superiore vi parrà tangibile ma non eclatante. Dopo un'ora, cioè dopo che il cervello ha avuto il tempo di memorizzare i nuovi parametri del suono che state ascoltando, provate a ritornare ad un ascolto di qualità minore: la differenza stavolta sarà drammatica, ben più evidente che nella prima sostituzione. Per farla breve il cervello si abitua piuttosto in fretta a ciò che sente e la velocità di acquisizione e' tanto maggiore quanto più vicina alla realtà e' la riproduzione che viene proposta e viceversa impiega più tempo a riequalizzare un suono scadente…”
Vero o falso…che ne pensate???
Sul prossimo numero le vostre risposte.


(Pubblicato il: 28/11/2013)