Intervista con Peter Smidt

European Talent Exchange Program (ETEP) é un'iniziativa lanciata nel 2003 per stimolare la circolazione di artisti europei attraverso un circuito di festival in Europa, e per creare delle opportunità per manager e produttori di promuovere gli artisti grazie a un network di eventi già collaudati. Per saperne di più ne ho parlato con Peter Smidt, che risiede in Olanda ed é uno dei promotori del progetto.

Elena: Peter, perché é nato ETEP?
Peter: ETEP è nato per incoraggiare e sostenere la circolazione e la promozione di artisti europei attraverso un circuito di festival europei. In questo senso é un sistema al servizio dei festival, che non impone nessuna scelta sugli artisti da selezionare: chi organizza e promuove i festival sa cosa va bene per il proprio palcoscenico e cosa no.

Elena: Qual é il valore aggiunto della vostra iniziativa?
Peter: E' duplice: da un lato, mettere in relazione festival con agende diverse ma problematiche comuni; dall’altro, offrire ad artisti europei la possibilità di esibirsi su palcoscenici in paesi diversi e trovare spazi per promuovere gli artisti attraverso i media. In questo senso, la collaborazione con European Broadcasting Union (EBU, l'associazione europea di radio/TV - ndr) é essenziale per garantire visibilità agli artisti. Elena: I numeri danno ragione all'iniziativa: da 23 artisti coinvolti in 23 festival e 13 paesi nel 2003 siete passati a 64 artisti in 58 festival e 16 paesi nel 2008. Al di là dei numeri, come si misura il successo di ETEP?
Peter: I numeri sono importanti, ma uno dei meriti principali di ETEP é stato quello di creare un canale di comunicazione tra i festival. Prima gli scambi erano limitati a informazioni sui cachet dei vari gruppi (spesso americani o inglesi), e non a una vera e propria collaborazione artistica focalizzata sui talenti europei.

Elena: Qual é il vantaggio di ETEP dal punto di vista degli artisti e del pubblico?
Peter: Per gli artisti é essenziale poter circolare ed esibirsi in paesi diversi dal proprio, soprattutto nel caso di paesi piccoli come Olanda e Belgio, in cui il mercato musicale é ridotto e le possibiltà sono molto limitate. Per il pubblico, una maggior circolazione degli artisti vuol dire una più ampia e diversificata scelta. Ma questi scambi non sono sempre facili da attuare: spesso sono gli Stati Uniti a decidere per il mercato musicale europeo, purtroppo non siamo molto indipendenti…Connessa a questo, c'é spesso anche una ragione culturale, cioé lo scarso livello di conoscenza (e, di conseguenza, di richiesta) dell'offerta musicale di paesi al di là del proprio.

Elena: Oltre a questi fattori, ci sono secondo te altre barriere allo scambio e alla circolazione del repertorio musicale europeo in Europa? Penso in particolare alla questione del copyright, su cui si dibatte da anni…
Peter: Non sono un esperto di copyright, ma credo che la questione della distribuzione digitale sia cruciale in rapporto alla diversità dell'offerta musicale. In caso di concorrenza completamente libera, il timore é che a trarne beneficio siano solo, o soprattutto, i "grandi nomi" e le grandi case discografiche, a svantaggio degli artisti meno conosciuti e dei paesi più piccoli e con meno "peso specifico". In questo contesto, credo sia compito anche della legislazione di "proteggere" gli artisti meno noti per garantire una maggiore diversità culturale, più spazi di creatività per gli artisti e più scelta per il publico.

Elena: Quali sono gli obiettivi di ETEP per il 2010?
Peter: Mi piacerebbe che il programma si espandesse, soprattutto nei Paesi del Sud e dell'Est europeo. Abbiamo già diversi festival in lista d'attesa, ma per attivarci su più fronti e a più lungo termine abbiamo bisogno di maggiori finanziamenti. Fino ad ora abbiamo ricevuto il supporto di diverse organizzazioni a livello nazionale, soprattutto in Olanda, Lussemburgo, Norvegia e, in Italia, un grande aiuto ci é stato dato dall'organizzazione del Festival Arezzo Wave e, per la promozione, da Rai Radio 2. Tuttavia, per un programma pan-europeo é più difficile avere degli aiuti a livello nazionale, perché non si puo' sapere in anticipo quale artista di quale paese avrà più successo. L'iniziativa é quindi meno attraente per i singoli paesi. Credo che il supporto dell'Unione Europea sarebbe auspicabile e adeguato, considerata la natura "trasversale" del programma.

Elena: Per finire, una considerazione: sembra che la musica live stia vivendo un buon periodo nel corso degli ultimi anni. Sei d'accordo?
Peter: Si', credo che l'interesse del pubblico per i concerti sia ancora in crescita. Tuttavia, il pubblico puo' spendere solo una cifra limitata per ascoltare musica. Il mio timore é che, considerato il costo elevato del biglietto per alcuni concerti, si finisca per non andare più ad altri. Ma é solo una riflessione, un timore fino ad ora infondato. ETEP é un'iniziativa della Noorderslag Foundation (http://2009.noorderslag.nl/en/home) e di Buma Cultuur (http://www.bumacultuur.nl), in partnership con European Festival Association (www.yourope.org) e European Broadcasting Union (www.ebu.ch), e con il supporto di Network Europe (www.networkeurope.net), l'associazione europea di agenzie e promoter in campo musicale. Per saperne di più: www.etep.nl


(Pubblicato il: 28/11/2013)