Motorhead

Bronze, 1979

Le copertine dei dischi “Metal” sono una vera e propria miniera di idee grafiche: simboli, violenza, amore e messaggi subliminali. O almeno molti ne sono convinti. Di sicuro molte copertine di dischi “Metal”, a prescindere dal loro contenuto, si possono definire veri e propri capolavori di grafica applicata alla musica. Il mondo “Metal” ha le sue regole, tramandate da artista ad artista, da ascoltatore ad ascoltatore, ha i suoi stilemi. I Motorhead sono un gruppo “Metal”, uno dei gruppi metal più importanti del genere. I Motorhead sono capitanati da Lemmy, unico superstite di una band in continua rivoluzione, affascinato, da sempre, da un periodo storico meglio conosciuto come “Seconda Guerra Mondiale”. Una vera e propria paranoia morbosa nei confronti dei perdenti, quel Terzo Reich che sull’aspetto “grafico” aveva giocato con le masse. A tal proposito si sono versati fiumi di inchiostro e decine di autorevoli libri, pubblicati nel mondo, hanno preso in esame il potere dell’immaginario nazista sulle folle. “Bomber” è il terzo album dei Motorhead (se contiamo il primo omonimo lp e non iniziamo la conta da “Overkill”), un disco che doveva proiettare i Motorhead nell’olimpo dei gruppi famosi. E così successe. Ovviamente la copertina di “Bomber” non fu da meno. Tutto l’interesse di Lemmy per i nazisti, lui inglese e quindi vincitore, è nell’immagine di questo disco. La Bronze, casa discografica con base a Londra, pretendeva dal gruppo, in tempi molto stretti, il seguito di “Overkill”, in modo da sfruttare l’ottimo riscontro ottenuto. I Motorhead si misero subito al lavoro e la prima nuova canzone si intitolava “Bomber”. Fu quindi deciso che anche l’album si sarebbe intitolato “Bomber” ed il lavoro sulla copertina iniziò istantaneamente senza attendere l’ultimazione del disco. La Bronze si mise in contatto con la RAF (Royal Air Force), l’aviazione militare della Gran Bretagna e commissionò al disegnatore Chesterman l’immagine di copertina. “Ricordo che la Bronze insisteva perché voleva che in copertina ci fosse uno Spitfire (caccia inglese che sbarrò i cieli all’aviazione tedesca), ma io ero fermamente convinto che in copertina occorresse un aereo tedesco, un Messerschmidt, un veivolo che aveva delle linee che sembravano disegnate con il solo scopo di incutere terrore”, dice un attempato Lemmy. I Motorhead riuscirono a convincere la Bronze e segnalarono al disegnatore il bombardiere Heinkel 111. Questo bombardiere a medio raggio fu uno degli aerei più avveniristici della prima parte della Seconda Guerra Mondiale, aveva una struttura interamente metallica ed il muso vetrato permetteva al pilota una visuale ottimale ed al navigatore/mitragliere di poter sparare avendo un raggio di veduta molto ampio. I Motorhead chiesero al disegnatore di poter essere l’equipaggio del bombardiere.

La Bronze prima titubante, non voleva farsi nemici i patrioti inglesi, alla fine acconsentì e Chesterman si mise al lavoro. “Quando vedemmo la prima bozza rimanemmo esterrefatti”, dice Fast Eddie (chitarra), “il disegnatore aveva raffigurato Animal Taylor (batteria) con gli occhi fuori dalle orbite, i capelli spiritati e nell’atto di sparare con una doppia mitragliatrice. Ancora oggi quando l'incontro lo rivedo dentro a quell’aereo”. A dire il vero la torretta dove compare il batterista in realtà non esisteva, ma è stata aggiunta proprio per dare la stessa visibilità a tutti e tre i componenti dei Motorhead, mentre in primo piano si vede una bomba appena sganciata dall’aereo. La luce che illumina la parte inferiore dell’Heinkel mette in evidenza il marchio dei Motorhead in sostituzione dell’insegna della Lutwaffe (l’aeronautica militare tedesca). Nell’immagine finale è stato quindi aggiunto il nome del gruppo, con il carattere diventato nel tempo il loro marchio identificativo ed il titolo dell’album, che invece è in netta contrapposizione, per via di un carattere da fumetto, con tutto il resto della copertina. A questo punto due parole su Chesterman bisogna però spenderle, dicendo semplicemente che ha lavorato per tanti marchi, uno su tutti la Coca Cola, ed alcuni suoi originali fanno bella mostra in abitazioni di personaggi come Stephen Spielberg e Andrew Lloyd Webber. Infine bisogna ricordare che dopo i Motorhead anche altri gruppi hanno utilizzato l’immaginario nazista sulle copertine dei loro dischi. Sul finire degli anni novanta i Primal Scream, nell’album Vanishing Point”, resero omaggio ai Motorhead, rifacendo l’omonimo brano e nello stesso lp figurava una canzone, intitolata “Stuka”, che uscì come singolo con, in copertina, l’immagine del bombardiere da picchiata tedesco. “Bomber” rimane una copertina che non solo è riuscita a dare un’idea perfetta del contenuto del disco, ma è da considerare la prima di una lunga serie di copertine a sfondo militare. Tra gli ultimi “adepti” un certo Marilyn Manson. Nei vostri momenti di sbandamento acustico, ascoltate “Bomber”, sperando che le bombe, quelle vere, cessino di essere sganciate da aerei costruiti con il solo intento di uccidere.


(Pubblicato il: 28/11/2013)