Soundtrack - aprile 2010

UP
Michael Giacchino

Walt Disney Records 2009
Era d'obbligo recensire la colonna sonora che che si è meritata l'Oscar del 2010, ma non troppo d'obbligo: questo giro infatti sono pienamente soddisfatto che il titolo accademico sia stato assegnato ad un soundtrack come UP, molto più azzeccato di quello troppo “alternativo” dell'anno scorso di Slumdog Millionaire, e del troppo accademico Atonement dell'anno prima. Giacchino è statunitense di origini siculo-abruzzesi, la sua avventura come compositore comincia con i videogame, Spielberg infatti lo sceglie per le musiche del videogame Jurassico Lost World, ricalcando quindi le sonorità del massimo compositore John Williams, lavorò che farà anche per la serie di videogame Medal Of Honor. Successivamente passa alla televisione con i soundtrack di Lost e Alias per poi approdare alla Pixar (per chi non lo sapesse nasce da una costola della Industrial Light & Magic di Lucas) con Gli Incredibili (lavoro eccelso) e Ratatouille. UP è probabilmente il film di animazione 3D più bello da Toy Story, due oscar meritatissimi per Pixar e Giacchino. Poteva essere un lavoro vicino al canonico quello del nostro Michael, ma non è stato così, è un album di grande ispirazione, che lavora come una funzione esponenziale applicata alla storia che scorre sullo schermo: sarà impossibile non commuoversi con Married Life mentre assistiamo alla vita di coppia di Carl Fredricksen e di sua moglie o It's Just A House e The Ellie Badge nella parte finale del film. Il tema principale del film è un valzer, nel quale si specchia l'amore di Carl per Ellie, il cui ricordo riaffiora costantemente ad ogni contatto con l'oggettistica del salotto o della casa stessa. Altro tema importante nel film è quello di Spirit Of Adventure (ascoltabile anche nella title track iniziale Up With Titles) simbolo dello spirito di avventura (appunto) e del riscatto. Da sottolineare come perfetto sposalizio musica/immagini il pezzo Carl Goes Up dove l'impetuosità dell'arpa descrive splendidamente il vorticismo delle centinaia di palloncini che si liberano in aria per sollevare la casa di Fredricksen. Insomma l'intero album sembra avere una sua autonomia di trasmissione emotiva, in cui i temi spesso ricorrenti giocano il ruolo di legante tra parti di tensione e nostalgia, figuratevi sullo schermo. Oscar quindi meritatissimo per Giacchino, che speriamo non smetta di lavorare per Pixar: “The adventure is out there!”. CRANK 2 HIGH VOLTAGE
MIKE PATTON

Lakeshore Records 2009
Primo soundrack completo per Mike Patton, assoldato dai giovani registi adrenalinici Mark Neveldine e Brian Taylor. Crank 2 High Voltage è un film di sola azione proprio come il primo Crank, solo che in questo caso Chev Chelios non deve mantenere alto il suo livello di adrenalina ma ricaricare con scosse elettriche il suo cuore bionico che a malapena regge un'ora di autonomia.. tutto questo mentre cerca di trovare e uccidere i suoi nemici e il vecchio cinese malavitoso che si è prima impossessato e poi trapiantato il suo cuore originale. Mike Patton non poteva deludere, ha sfornato 32 brani della media di un minuto e mezzo nei quali troviamo di tutto: ma tutto tutto. Ha trovato il Perfect Score per un film veloce e violento completandolo con musica non necessariamente veloce e violenta. Metà dei pezzi si richiamano ad un tema che solo verso la fine del film scopriamo essere quello dell'acerrimo nemico: Verona. Troveremo quindi questa tematica morriconiana da mezzogiorno di fuoco in tutte le salse: funky, punk, metal, electro, Fantomas!! Passando da pezzi come Kickin' a El Huron, oppure da Chocolate Theme a Car Park Throwdon sembra quasi di girare il sintonizzatore della radio a casaccio, eppure ci sta. Il lavoro sembra un'esplorazione della città di Los Angeles, delle sue comunità più espanse (quella cinese Triad Limo) e quella messicana (la già citata El Huron), ma inevitabilmente rispecchia anche i persorsi stacanovistici di Patton (tutt'ora lavora con Tomahawk, Faith No More, Lovage, Zorn, Zu, un concept album sugli indiani d'America, etcetera..). Verso la fine del disco non sarà difficile per voi attraversare quattro generi musicali differenti in un minuto, e l'accostamento “scacciapensieri-electric-noise-hammond” vi sembrerà quasi possibile. Un album incredibile che sale decisamente nella top-five (citando High Fidelity e non l'imbarazzante ligabuniana dazeroadieci) delle colonne sonore più belle del 2009... anzi sono quasi certo di metterla in cima.

MOON
CLINT MANSELL

Black Records 2009
Opera prima di Duncan Jones (aka Duncan Zowie Haywood Bowie …), un low-budget sci-fi veramente ben riuscito grazie anche alla mostruosità recitativa di Sam Rockwell e all'ottima colonna sonora di Clint Mansell. Lanciato nel mondo del soundtrack dal suo amico Darren Aronofsky con Pi (in italiano Pigreco – Il teorema del delirio) ottiene immediatamente un largo consenso di critica sfornando una delle colonne sonore più interessanti degli anni novanta con l'aiuto di Roni Size, Aphex Twin, Massive Attak e chi più ne ha più ne metta. Se pensiamo che in meno di un anno uscirà con Requiem for a Dream sempre per Aronofsky bè.. certe cose parlano da sole. Ma veniamo a Moon, ambiente lunare, isolamento, lavoro di routine, smarrimento: queste sono le sensazioni principali che si riflettono sulla pellicola di Duncan Jones e ovviamente anche sul lavoro di Clint Mansell. Il disco si apre con Welcome to The Lunar Industries che sarà anche il tema ricorrente del film: le due note di piano ripetute ad ogni inizio di battuta da ora in avanti saranno il richiamo all'azione fisica e meditativa di Sam Bell, il protagonista. Due note ripetute, isolate per tre quarti di battuta, che costanti analizzano in un secondo l'ambiente in cui Sam si ritrova: operaio, solo, con l'unica compagnia di un HAL9000 buono di nome GERTY (la cui voce è data da Kevin Spacey). Il disco è un'altalena di spaesamento ed azione, in cui spesso troviamo minuti di suoni ridondanti, spesso accostabili agli effetti sonori usati nei salti di Lee Majors nell'Uomo da Sei Milioni di Dollari: vedi per esempio I'm Sam Bell, curioso come non ci sia un tema per il protagonista. C'è anche qualche momento per la malinconia, per il ricordo, come in Memories (Someone we'll Never Know) o We are no Programs, GERTY, we are Human (ripresa anche nella traccia di chiusura dell'album), in cui l'effetto “piano-pausa” torna a farci visita per rammentarci la solitudine in cui è immerso il nostro Sam. Album stupendo, a tratti malinconico, colonna sonora eccellente per Moon, ha fatto proprio bene Duncan Jones a trattenersi dalla tentazione di sfruttare il paparino per la sua opera prima.


(Pubblicato il: 28/11/2013)