Ianva

Italia ultimo atto
Gli Ianva sono giunti al secondo album (il quarto disco in carniere), racchiuso in una confezione lussuosa come neanche le produzioni milionarie oggi pensano di fare, un album che è un concept, un racconto dell’Italia attraverso alcune delle sue pagini più tristi. Se il prologo, affidato alla voce recitante di Enrico Silvestrin, è sulle parole di Pier Paolo Pasolini, le tragedie nazionali prendono il via dall’8 settembre 1943, per poi proseguire con il bombardamento di Genova dell’anno prima, con l’esecuzione dell’attrice Luisa Ferida accusata di collaborazionismo con i fascisti, passando per il “Caso Montesi”, gli anni di piombo, l’assassinio di Pasolini, la strage alla stazione di Bologna ed i servi che sguazzano negli anni ‘80 e ’90, al servizio di poteri occulti che “governano” il Paese. Un ritratto dell’Italia non troppo edificante, se a rimetterci sono sempre i poveri, gli emarginati, gli umili, gli idealisti. Sessant’anni di lotte, stragi, omicidi, unite dal collante della pizza margherita, del mandolino e del bel canto. Gli Ianva lo raccontano con voci “rotte”, con musiche che attingono dal neo folk, dal dark, dalla musica d’autore, in un percorso dove ogni singola parola è misurata e ponderata. Un’opera che ha le sembianze di un piccolo monumento in musica. La parola “capolavoro” potrebbe calzare a pennello per “Italia: Ultimo Atto”, ma non la voglio usare solo per stimolare un ascolto in più, perché qui quello che conta è il progetto musicale che sta alla base degli Ianva. L’Italia in musica non è solo le polemiche del Festival, ma anche e soprattutto gruppi come questo. Da ascoltare. Magari con un po’ di attenzione. Sì, dai con un po’ di attenzione.

Formato: cd deluxe edition


(Pubblicato il: 28/11/2013)