Pecore nere
Lasciamo da parte il fatto che Kheyre è nella band di Cisco (ex MCR), evitiamo di dire che ha vinto svariati concorsi (uno su tutti Demo di Radio Rai Uno) e che faceva parte dei Musicanti di Brema, perché oggi Kheyre è qui con la sua ultima fatica discografica ed un percorso sonoro che prende sottobraccio il suo passato artistico per centrifugarlo e proporci una crema ricca di sapori. Sgombriamo subito il campo da parole dette e non pronunciate, da pareri sussurrati, da mezze ammissioni, perché Pecore Nere è proprio un bel album, in tutte le sue sfumature (e sono tante), in tutti i suoi pezzi (e sono dodici), in tutti i generi che cavalca (e vanno dal rock al funky, passando per la musica dautore ed il rocknroll). Pecore Nere è un frullato che mette a rischio lincolumità dellascoltatore, provate ad ascoltare Maledetti (che apre il cd) e proseguite con La Macchina Sotterranea, fino a Mamma E Un Brutto Mondo e poi ditemi se non siete rimasti storditi dalle cento, anzi mille, e perché no, migliaia di input sensoriali che sono rimbalzati nei vostri padiglioni auricolari. Kheyre sembra proprio a suo agio in questo vortice di suoni e sprona tutti gli animali in copertina (mai grafica è stata più azzeccata di questa) a fare tabula rasa di tutto quello che incontrano davanti a loro. Una mandria impazzita pronta al sacrificio pur di occupare i territori liberi della musica moderna. Kheyre dal suo canto riesce a domare, a suo piacimento, la lingua italiana (cosa non facile) in liriche precise, attente e circostanziate. Se dovessi giocare i miei risparmi su un brano punterei su La Soffitta (mi ha ricordato i grandissimi FFF) o Cane Randagio (dove Kheyre osa nel cantato, inserendolo in un brano classico). Kheyre è un grande. Poche p
e.
Formato: cd
Formato: cd
(Pubblicato il:
28/11/2013)