Pecksniff

Ad ascoltare le melodie infantili, soffici e svagate di “Elementary Watson” risulta ostico pensare che i parmensi Pecksinff (da Colorno), nella loro prima incarnazione datata settembre 1998, avessero scelto un suono spigoloso, vicino al punk. Già allora in ogni caso Stefano Poletti (basso e voce) e Filippo Bergonzi (chitarra), nucleo iniziale del gruppo, prediligevano composizioni al limite del lo-fi, bozzetti che mai superavano la durata del minuto e mezzo. “Easy music for uneasy listening” è il loro motto, un’immagine congruente a quella del personaggio immortalato da Charles Dickens nel romanzo Martin Chuzzlewit, in cui Pecksniff è “un perfetto ipocrita che non ammette mai la realtà delle sue intenzioni, nemmeno con se stesso”. Uno scrittore che racconta storie di bambini ma non per bambini, così come l’innocenza non è l’unico elemento della musica dei Pecksniff, che fanno della libertà creativa ed espressiva la propria bandiera , a partire dal demo “Happy Burning Guy”. Nel ’99 giungono i primi riconoscimenti a una proposta sui generis e difficilmente catalogabile: la vittoria al concorso Musicattiva, organizzata dal Renfe di Ferrara, la partecipazione alla compilation “Atomic Milk Throwers” della Snowdonia, e poi nel 2000 la stampa del primo cd, omonimo, autoprodotto e ben recensito dalla stampa specializzata. E’ però nel 2002, dopo un periodo di sconvolgimenti interni, che l’identità dei Pecksniff assume le connotazioni attuali. Massimo Morini subentra a Marcello Poletti alla batteria, e si aggiungono dapprima Patrizia Dall´Argine alla voce, poi Simone Sommi e Fabrizio Battistelli ai giocattoli, il cui utilizzo diventa il marchio distintivo di quello che è ormai un vero e proprio ensemble. Se i punti di riferimento in passato potevano essere Nirvana o Guided By Voices, il pop sbilenco ora proposto ricorda i primi Belle and Sebastian, i newyorkesi Moldy Peaches, o i “nostrani” Morose e Jennifer Gentle. Dei primi Pecksniff rimane l’amore per la semplicità e l’essenzialità, immerso in un contesto naïf amplificato dalle sonorità acustiche vicine a un folk a bassa fedeltà. Coloratissimi disegni infantili corredano "Elementary Watson", il secondo cd edito nel gennaio 2003 dalla Merendina Records e registrato da Amerigo Verardi. La durata è brevissima, 25 minuti scarsi, la visione è quella di un bambino che si aggira nel mondo a occhi spalancati, improvvisandosi musicista, canticchiando melodie di una banalità che rasenta la genialità. Non c’è pudore alcuno, nei Pecksniff, nell’utilizzare qualunque fonte sonora possa sembrare adatta o puramente incuriosire, che sia lo squillo di un telefono o il rumore prodotto da oggetti di uso quotidiano. Sfumature psichedeliche e stati di coscienza alterati si intravedono fra le fronde di scenari bucolici e testi minimali intonati dalle voci cantilenanti di Patrizia e Stefano. Il lavoro ottiene consensi unanimi, i concerti si moltiplicano, ma i Pecksniff, prolifici come sempre, già sono al lavoro per il prossimo album.



Sito web: http://go.to/pecksniff


(Pubblicato il: 28/11/2013)