VISTI E SENTITI

Live on Stage


MOBY, Museo Civico Archeologico

WASHED OUT,Rassegna Bolognetti On The Rocks

Bologna, 21 Luglio 2011

 

E' già passato qualche mese, ma non mi posso esimere dal raccontarvi il più piccolo, come dimensione, ma probabilmente il più grande, come percezione, tra gli appuntamenti dell'estate bolognese da poco archiviata: l'esibizione di Moby nel cortile del Museo Archeologico di Bologna. Sotto il portico del Pavaglione a due passi da Piazza Maggiore.

Moby è arrivato a Bologna chiamato dalla Damiani Editore, un casa editrice che vuole essere "un osservatorio sulle nuove generazioni di artisti internazionali e sui fenomeni di costume" (www.damianieditore.com) e che ha pubblicato in Italia il suo libro fotografico "Destroyed", come il titolo del nuovo album uscito in contemporanea. Era dunque lo show-case di presentazione del libro, che seguiva l'incontro con il pubblico per la firma dei volumi all'interno di L'Inde le palais, uno dei negozi bolognesi più alternative-chic (e ognuno qui decida se lanciare grida di disgusto o di beatitudine, a seconda delle proprie personali tendenze), dove trovare vestiario, accessori e oggettistica molto fighi a prezzi stratosferici, almeno per me.

L'ingresso al piccolo cortile del museo era per forza di cose limitato e solo ad inviti, ma non era impossibile trovarne uno, se motivati (del resto dicono che bastano sei passaggi di persone per arrivare al presidente degli Stati Uniti e qui siamo pur sempre solo a Bologna...). Chi seduto in terra, chi sulla fontana al centro del chiosco, chi in piedi di fronte a questo "piccolo uomo pelato con gli occhiali" alla luce delle otto di sera di un luglio qualsiasi. Accompagnato dalla sua chitarra acustica, dall'incredibile voce di Inyang Bassey a fare cori e controcanto e da una violinista. Una situazione quasi surreale, anomala non solo per il Museo Archeologico (dove da poco è tornata a casa la "Mummia nera"), ma anche per tutti i presenti che si sono trovati faccia a faccia con una "rock star" di quel calibro (quel nerd di Moby non apprezzerebbe la definizione, ma così stanno le cose) e poi per i fans di Moby, che accanto ai classici del suo repertorio si sono deliziati e/o stupiti di fronte alle cover di Walk On The Wild Side di Lou Reed, Ring Of Fire di Johnny Cash (scritta dalla moglie June Carter), o finanche di Whole Lotta Love dei Led Zeppelin (e qui Moby si è un po' alterato perché la sua richiesta di cantare all together non è stata accolta più di tanto, non ho capito se lo scoglio era linguistico o la scarsa conoscenza del brano; entrambe le cose peraltro disdicevoli). Un Moby entrato un po' in modalità juke box, del resto perfetta per la circostanza, dato che molti erano lì più per la situazione che per la sua musica; in definitiva un Moby mai visto prima e che probabilmente sarà difficile rivedere. Una mezz'oretta volata via lasciandoci leggeri leggeri con una vaga e piacevole sensazione prodotta da un malcelato orgoglio della serie "io c'ero" e da una sorte di stupore tipo "ma com'è bella Bologna con questa luce e dopo aver visto Moby esibirsi a due metri da me".

Ma per qualcuno la serata non era finita lì (del resto erano appena le nove) perché evidentemente quel giorno i pianeti si erano allineati sopra il cielo bolognese in maniera tale che usciti dal Museo Archeologico si poteva andare dritti dritti in Vicolo Bolognetti per assistere al concerto dell'ultima scoperta del mondo indie statunitense: per la prima volta in Italia ecco i Washed Out, il cui album d'esordio "Within and Without" era uscito per Sub Pop dieci giorni prima. In realtà Washed Out è il progetto musicale di un singolo musicista Enest Greene; una miriade di definizioni sono state usate per raccontare la sua musica (c'è chi si diverte un mondo ad inventarne sempre di nuove) e alla fine pare abbiano vinto "chill wave" e "dream pop". Comunque sia, sul palco c'era una band giovane, bella e motivata che ha regalato un concerto fresco e incalzante, che alcune canzoni veramente azzeccate hanno reso particolarmente piacevole. Un folto e motivato pubblico, principalmente composto da coetanei dei musicisti sul palco, riempiva il parterre e fra la voglia di "evento" e quella di "divertimento" ha vinto la seconda, come è giusto che sia.

Bella serata quella del 21 di luglio.


(Pubblicato il: 28/07/2014)