Led Zeppelin - Presence

(Swan Song) 1976

I Led Zeppelin sono uno dei gruppi storici del rock internazionale ed anche le loro copertine sono entrate nella leggenda. “Presence” non è, molto probabilmente, la cover più amata dai fan del gruppo inglese, ma sicuramente è quella con un messaggio “subliminale” più forte e diretto di tutta la discografia della band. Infatti, i Led Zeppelin, giunti al settimo album, erano ormai consci della loro forza e della potenza della loro musica. Erano consapevoli dell’importanza dei loro brani, che potevano influenzare gli ascoltatori di mezzo globo. Fu quindi alquanto naturale progettare una copertina che si ispirasse al potere della musica, potere che però doveva essere raffigurato attraverso una particolare angolazione artistica. Il potere non aveva un nome, doveva essere di colore nero e capace di sottomettere tutti gli ascoltatori che vi fossero incappati. Sarebbe stato molto semplice dare a questo potere una veste fascinosa, dipingendo magari cieli tempestosi solcati da saette, o fotografare i Led Zeppelin davanti a palazzi medievali, o cattedrali in rovina, ma il gruppo cercava qualcosa di più sottile, persuasivo ed ambiguo. La band voleva che questo potere assoluto avesse le sembianze di un oggetto, un oggetto che sarebbe entrato nella vita quotidiana, un oggetto che poteva condizionare l’esistenza delle persone. Lo studio grafico al quale fu commissionato il lavoro, l’Hipgnosis, già responsabile di copertine storiche come quelle dei Pink Floyd, pensò che questo oggetto dal potere infinito doveva essere inserito, come una presenza aliena, in fotografie che non rappresentassero la musica, ma in sintonia con i momenti di puro godimento dell’essere umano. Il problema, però, era dare forma a questo oggetto. George Hardie realizzò un prototipo utilizzando legno e velluto nero, ma Jimmy Page lo trovò troppo ordinario. Hardie quindi lo ridisegnò dando all’oggetto un corpo più asciutto e stiloso. Fu quindi interpellato il designer Crispin Mellor che realizzò dodici oggetti del potere. Ogni oggetto fu numerato sulla base e realizzato grazie ad una resina molto consistente. Inutile dire che oggi i dodici oggetti protagonisti della copertina di “Presence” sono una delle prede più ambite per tutti i collezionisti dei Zeppelin. I momenti di vita quotidiana scelti furono tra i più disparati, tutte le immagini davano un senso di “vecchio” sia che si trattasse di una famiglia a tavola o dell’insegnante con un paio di alunni (da notare in questa foto la presenza dell’oggetto in un disegno affisso alla parete della classe).

Alle immagini dai colori datati fu aggiunto l’oggetto nero in completa opposizione con i colori delle foto e le immagini così manipolate furono fotografate utilizzando una macchina fotografica con flash. Analizzando attentamente le foto inserite in copertina, si può notare che l’oggetto nero è l’unico elemento senza ombra, infatti l’oggetto del potere in realtà è un buco nero che assorbe energia dalle persone e dalle cose che lo circondano. Ciononostante sembra avere una sua consistenza fisica dal momento che alcune persone lo tengono tra le mani. Una curiosità legata alla foto di copertina è da ricercare nello scatto, che in realtà è la combinazione di due fotografie. La famiglia a tavola fu immortalata in uno studio in Bow Street a Londra, mentre il fondo con barche e case fu fotografato all’annuale Boat Show che si teneva nella capitale inglese presso Earls Court. La macchina promozionale che si mise in moto per l’uscita del disco fu di proporzioni titaniche. Un centinaio di oggetti neri furono spediti ai quattro angoli della terra per essere simultaneamente posizionati in location come la residenza del Primo Ministro inglese a Downing Street o davanti alla Casa Bianca a Washington. Purtroppo però il 6 marzo 1976, un giorno prima dell’attuazione di questo grandioso piano mediatico, la rivista musicale Sounds pubblicò la copertina dell’album, vanificando tutto il progetto. Anche una testa rotolò per colpa di questa copertina, infatti alcuni amici del manager Peter Grant si presentarono alla quattro di notte alla porta di Aubrey Powell (boss della Hipgnosis) richiedendo il lavoro grafico della cover. La copertina però era stata dimenticata da un impiegato della Atlantic Records negli uffici di New York. Superfluo dire che l’impiegato fu licenziato il giorno dopo. Un’altra curiosità legata a “Presence” è un sogno che fece Powell il giorno prima di incontrare i Led Zeppelin per mostrare alla band la cover ultimata. Aubrey sognò i Led Zeppelin davanti ad un palazzo di vetro fumé. Poche ore dopo il sogno, quando arrivò a Monaco di Baviera, trovò i Led Zeppelin davanti all’hotel Hilton che lo attendevano con trepidazione. La sorpresa per Powell fu enorme, perché la band era esattamente davanti al palazzo che aveva sognato. In chiusura un’informazione per i completisti dei particolari. La primissima stampa inglese dell’album aveva il titolo ed il nome della band a rilievo sul cartoncino. Questa particolarità fu poi abbandonata, sostituendo i caratteri a rilievo con una classica stampa che ancora oggi fa bella figura nelle riedizioni sia in formato lp sia in formato cd. A questo punto vi esorto a riprendere in mano e guardare con attenzione questa storica copertina del 1976. L’oggetto del potere potrebbe influenzare la vostra vita.


(Pubblicato il: 28/11/2013)