Sonda - Recensioni 3

Sonda è un progetto del Centro Musica, finanziato dalla Regione Emilia-Romagna, nato per sostenere la creatività in ambito musicale. Sonda si propone di indicare la strada al talento a tutti gli artisti della Regione Emilia-Romagna che decideranno di sottoporre la propria arte ad un manipolo di consulenti-musicisti, produttori discografici, manager, editori musicali – otto “saggi” che cercheranno di affinare il profilo artistico di ciascun iscritto, in modo da rendere più appetibile la loro proposta musicale per il mercato discografico. Tutto il materiale inviato o consegnato al Centro Musica (non ci sarà una limitazione di tempo perché Sonda rimarrà operativo come progetto sperimentale fino a metà del 2006), verrà ascoltato ed assegnato ad un valutatore, che dovrà realizzare un report da consegnare all’artista. A questo punto l’artista dovrà cercare di seguire i suggerimenti del tutor ed arrivare, anche dopo alcuni report, ad un prodotto musicale, pronto per essere divulgato. Proseguiamo, su questo numero di Musicplus.it, le recensioni di alcuni degli artisti iscritti. Elena Castellari
Elena Castellari è nata nel 1971 a Bologna e dal 1995 compone musiche e scrive testi. Dopo aver partecipato a numerosi concorsi è stata un membro del gruppo Canticum. Nel 2001, insieme ad alcuni musicisti, ha dato vita ad un progetto sonoro chiamato Pantélena. Suoni essenziali ed arrangiamenti minimali, hanno fatto sì, che i testi delicati di Elena diventassero il fulcro attorno al quale si muovono i brani consegnati a Sonda. “La Farfalla E La Bambina” gioca con le parole di Elena, mentre la musica volteggia come sospesa a mezz’aria. L’ascolto ad occhi chiusi è quasi d’obbligo. In questo pezzo sono molto riuscite le aperture vocali della Castellari, che sembra voglia farti fluttuare insieme alla musica. In “L’Ombra Del Peccato”, altro pezzo d’atmosfera con musica ridotta all’osso, esce più visibile l’icona di riferimento di Elena, Carmen Consoli. Se Elena riuscirà a liberarsi da questa ingombrante ombra, che sembra guidare alcuni passaggi vocali, la musica italiana avrà trovato un’artista capace e profonda.
Elena Castellari è stata attribuita a Roberto Trinci.

Lunacy Box
Dietro ai Lunacy Box si “nasconde” una vecchia conoscenza della musica indipendente italiana, quel Cristiano Santini, voce dei Disciplinata, che ha lasciato ai posteri alcuni dischi degni di ascolto anche a distanza di tempo. Segno evidente della bontà di quel progetto musicale. Oggi, lasciato il microfono a Lunacy L, Chris si è lanciato in questa nuova avventura dal respiro internazionale insieme a Lenny (chitarra), Nokturno (basso) e Dave (batteria). Liriche in inglese e musica dall’indole nervosa si muovono in questi due brani arrivati a Sonda. Sia “I’m Losing”, dall’incedere più frenetico, sia “Can’t Breathe”, dal passo più morbido e d’atmosfera, non sfigurerebbero in qualsiasi produzione da velleità di classifica. Rock dance ben suonata e cattiva al punto giusto. Ottima la scelta della voce femminile e delle liriche in inglese, che ben si amalgamano al tessuto sonoro. Tra le due facce dei Lunacy Box personalmente preferisco quella più violenta con chitarre in evidenza e voce leggermente inacidita. “I’m Losing” merita più ascolti. Complimenti.
I Lunacy Box sono stati attribuiti a Luca Fantacone.

Pip Carter Lighter Maker
Dietro a questo nome, che cela l’addetto alle luci dei primi Pink Floyd, c’è Claudio Luppi, giovane artista modenese che nel 2000 ha deciso di dare vita ad un progetto solista fatto di musica e proiettori ad olio. Dopo alcune vicissitudini con vari musicisti, che hanno accompagnato le visioni di Claudio ed alcune cocenti delusioni, Luppi si è rimboccato le maniche ed ha registrato nuove canzoni. Tra le sue ultime creazioni ha scelto due brani che ha consegnato nelle mani di Sonda. Due gemme di psichedelia intitolate “I See You By My Side” e “French Meanings”. Ovvio e forse scontato dire che la lezione dei maestri Pink Floyd accompagna il lavoro di Pip Carter Lighter Maker, ma qui quello che conta è l’approccio alle musiche oniriche da parte di Luppi, un approccio naturale, sincero e appassionato. Note dilatate e voci con eco danzano leggiadre in “I See You By My Side”, mentre in “French Meanings” il nostro Luppi da il meglio di sé e confeziona un brano così riuscito, che l’allievo merita una particolare attenzione.
Pip Carter Lighter Maker è stato attribuito a Giacomo Fiorenza.

Barbara Gobbi
Barbara Gobbi è una ventiduenne di Castelfranco Emilia che dall’età di sette anni ha dedicato buona parte della sua vita alla musica e all’ascolto di questi due brani: “Intrigante” e “Afa Circonda”, si può ben comprendere il perché di questa scelta. Infatti, oltre al suo progetto solista, il nome di Barbara è apparso in diversi contesti artistici, che hanno fatto sicuramente maturare in questa giovane cantante la voglia di cimentarsi in prima persona con proprie canzoni. Attualmente Barbara ha in carniere una quarantina di brani dai quali ha scelto i pezzi per Sonda. Sicuramente il progetto di Barbara è tra le cose migliori arrivate ultimamente al Centro Musica. Barbara dimostra di avere una voce calda ed emozionante, molto bello il continuo incalzare in “Intrigante” e la calma apparente di “Afa Circonda”. In quest’ultimo brano la cantante ci mostra il suo lato più intimista e dolce, voce e chitarra a disegnare gentili anfratti sonori. Non mi meraviglierei se un domani il suo nome fosse tra le cantautrici di fama nazionale.
Barbara Gobbi è stata attribuita a Luca Fantacone.

Beat Babol
I Beat Babol sono una band bolognese con all’attivo già tre album autoprodotti. Infatti dietro a questa sigla, che nasconde quattro o cinque musicisti, dipende dalle occasioni, si cela Franco Turra, vecchia conoscenza dell’underground italiano, già nei Pseud O’Hara (liriche in inglese) e nei Bohèmien Flambè (liriche in francese). Nel 1993 arriva però la svolta in italiano e Franco comincia a pubblicare alcuni dischi solisti. Nel 2001 nascono i Beat Babol, che oggi indirizzano due brani, scelti nella vasta produzione della band, a Sonda. “Atomi In Delirio” è una canzone che parte con tono sommesso per poi esplodere in una girandola di suoni. Il cantato in falsetto vale da solo l’ascolto. “La Canzone Che Non Parla Di Te” è invece un irriverente brano che “nasconde”, dietro ad una melodia zuccherina, una lirica cruda e dissacrante. Ad un primo ascolto, i Beat Babol sembrano racchiudere in loro buona parte della musica indipendente italiana prodotta negli ultimi quindici anni, non tanto per una sorta di tributo reverenziale, ma forse più semplicemente per il fatto che Turra ha lavorato in diverse produzioni indipendenti e molti musicisti (tra gli altri, Massimo Volume, Allison Run, Splatterpink, Deus Ex Machina, Angela Baraldi e Moltheni) hanno collaborato con i Beat Babol. Meritevoli d'attenzione.
I Beat Babol sono stati attribuiti a Roberto Trinci.


(Pubblicato il: 28/11/2013)