Questa non è, come il solito, una recensione di una copertina, ma piuttosto la storia di un bambino che prestò il suo volto nel debutto sulla lunga distanza e non solo, per quella che è diventata la rock band per antonomasia da oltre ventanni: gli U2. Il suo nome è Peter Rowan ed il suo viso è apparso per la prima volta sul debutto a 45 giri del gruppo irlandese, quel Three EP pubblicato nel 1979 ed entrato nella leggenda. La scelta di Peter non fu casuale, infatti il bambino, che nel 1980 aveva sei anni, è il fratello di Derek Guggi e Trevor Strongman Rowan dei Virgin Prunes, band molto vicina, per amicizia e parentela agli U2. Infatti David Evans (The Edge) è il fratello più giovane di Richard Evans (Dik), chitarra dei Virgin Prunes. Inoltre la famiglia Rowan era molto conosciuta nellambiente artistico dublinese, la scelta quindi fu naturale e spontanea. Ma torniamo alle copertine. Per il debutto sulla lunga distanza Bono e soci non volevano imitare le scelte dei loro colleghi. I gruppi new wave spendevano enormi quantità di denaro e tempo per copertine che li ritraevano in luoghi desolati in capo al mondo, o ricreavano in studi fotografici set artificiali da mille e una notte. Gli U2 volevano invece, in netta antitesi con la moda del momento, creare un involucro per la loro musica che fosse scarno e minimale e che raccogliesse in una sola foto, sparata a tutta copertina, lessenza del disco. Il titolo, Boy, fece decidere per unaltra foto di Peter che fu pagato, come la leggenda narra (ma sembra che sia la pura verità), con una scatola di barrette di cioccolato Mars. Gli U2 volevano a tutti i costi allontanarsi dallo stereotipo del punk, perché la loro musica, era, come hanno dichiarato in più occasioni, ricca di sfumature. Il gruppo chiamò Hugo McGuinness, il fotografo che aveva ritratto Peter per la copertina di Three e mandò gli scatti al grafico Steve Averill, un amico della famiglia Clayton (Adam è il bassista degli U2), che ha militato in una punk band irlandese che ebbe un discreto successo verso la fine degli anni settanta, i Radiators From Space. Il nome di battaglia di Steve, durante il suo periodo punk, era Stephen Rapid e fu lui a convincere lembrione della band a scegliere il nome U2.
Insomma, buona parte della comunità rock di Dublino era coinvolta in questo primo album della band. Scelta la foto, Steve aggiunse il nome del gruppo in modo che non fosse troppo vistoso ed invadente. Infatti la forza dellimmagine doveva concentrarsi sugli occhi di Peter Rowan, sul suo sguardo a metà strada tra linnocenza e la consapevolezza che la vita sarebbe stata dura ed in salita. Il disco fu pubblicato senza problemi in tutto il mondo, tranne che negli Stati Uniti, dove per evitare una accusa di pedofilia la copertina fu cambiata con una immagine sfuocata della band. Solo dopo alcune stagioni anche in America il 33 fu ripubblicato con la sua copertina originale. Ma la carriera di Peter Rowan non si fermo qui. Il suo volto infatti fu utilizzato anche per alcuni singoli: I Will Follow estratto da Boy ed ancora censurato negli Stati Uniti, New Years Day, Two Heart Beat As One e Sunday Bloody Sunday tutti estratti dal terzo lp, quello della consacrazione mondiale degli U2. Infatti, con War, gli U2 avevano maturato la consapevolezza del rock e Peter Rowan, ormai prossimo ai dieci anni, fu scelto con una foto che metteva in risalto la personalità decisamente adulta del gruppo. Nello scatto di copertina Peter ha il labbro graffiato ed il suo sguardo si è indurito. Si capisce subito che il suo animo è colmo di rabbia ed il titolo che campeggia in copertina ne accentua lo stato danimo. La sua carriera di fotomodello sembrava finita. Gli U2 nel prosieguo di carriera optarono per altri temi ed altre grafiche, finchè
. Finché non è arrivato il momento di pubblicare il primo best del gruppo, il disco che doveva mettere in risalto la prima decade degli U2. Il volto di Peter è così ritornato tra gli scaffali di mezzo mondo. La sua foto, ripescata dalla session di War, con tanto d'elmetto, è apparsa sulla copertina di The Best Of 1980-1990 e chissà cosa avrà pensato lormai adulto Rowan. Perfino il singolo estratto dal best: Sweetest Thing, lo ha visto protagonista con tanto di maschera a gas sul viso. Infatti tutte queste foto erano nate sulla spinta emotiva di War e dovevano richiamare il dramma della seconda guerra mondiale visto attraverso gli occhi di un bambino. Ecco qua. Questa è la storia di Peter, un bambino amico di quella che sarebbe diventata la rock band per eccellenza, che abbandonò la scuola a quindici anni, andò a lavorare come commesso in un negozio di skateboard e diventò un campione irlandese di skate. Oggi Peter è un fotografo professionista molto affermato ed ha la fortuna che può tornare alla sua adolescenza ogni volta lo desideri ed in ogni parte del mondo. Basta che entri in un negozio di dischi e cerchi alla lettera U. Una sola persona lo può fare e si chiama Peter Rowan.
(Pubblicato il:
28/11/2013)

