Nouvelle Vague

NOUVELLE VAGUE
Covo Club, Bologna
13 maggio 2005

Posto che i concerti a cui di solito assisto prevedono la presenza di almeno una chitarra elettrica e i musicisti sono generalmente di una delle seguenti nazionalità: italiana, inglese, americana e – negli ultimi anni – svedese, essere presente all’esibizione di un gruppo francese, dove la chitarra è acustica e gli altri strumenti sono una batteria jazz ed una tastiera-computer… beh, è quanto basta per meritarsi la mia scelta per la pagina delle recensioni live di Music Plus. Dimenticavo: i Nouvelle Vague sono fondamentalmente una cover-band (ma cosa ci facevo al Covo quella sera?!), ma il loro progetto musicale è troppo particolare per non incuriosirmi. I brani scelti provengono tutti dagli anni ’80 con una spiccata preferenza per la new wave (ovvero Nouvelle Vague, ovvero nuova onda). E allora? Dov’è l’originalità, potrebbe giustamente chiedersi qualcuno? Provate ad immaginare Too Drunk To Fuck dei Dead Kennedys in versione lounge, tanto per incominciare, quasi impossibile se non la si sente; oppure i Cure al ritmo di bossa nova (ovvero nuova onda in portoghese… ma va?!), e come si può togliere ai Joy Division l’aurea cupa e profonda di cui è così intrisa ogni loro incisione? Perché di questo si tratta: una totale re-interpretazione e stravolgimento di brani quasi tutti famosissimi riconvertiti in sonorità lounge, morbide, ovattate e interpretate da due voci femminili di ragazze che non hanno mai ascoltato quei brani nelle versioni originali nel giusto frangente spazio-tempo (troppo giovani). Nell’album le interpreti sono ben otto, tutte di diverse nazionalità (sei francesi, una brasiliana ed una newyorkese) ed anche la realizzazione di una incisione dà la misura dell’originalità del progetto: ma quale cover-band che interpreta brani noti al mondo incide un album? (Ci sono pochi esempi e tutte eccezioni particolari). La sala del Covo è strapiena, e anche il pubblico conferma la particolarità della proposta: età media più alta del solito, look più curato, e tante “prime volte” di persone che non avevano mai messo piede “nel club più vecchio di Bologna”: del resto i Nouvelle Vague sono ovviamente molto trendy e molto cool , ma tirando le somme l’esperienza merita, il risultato è piacevole, e – per una volta si può dire – originale. E poi, fra le tante cover famosissime, ce n’è una che attira la mia attenzione (e quella di pochi altri) e che certamente famosa non è: Dance With Me dei Lords Of The New Church… e se Marc Collin e Olivier Libaux (i due produttori che hanno fondato la band) hanno inserito questo brano nella scaletta può voler dire solo una cosa: che loro, negli anni ’80, erano dei veri appassionati di musica, fondamentalmente rockettari successivamente convertiti all’elettronica, che hanno avuto l’idea geniale di fondere insieme il loro intero percorso musicale da allora ad oggi: i Nouvelle Vague.


(Pubblicato il: 28/11/2013)