Soundtrack - giugno 05

L’esplosione dell’era del dvd ha portato la settima arte sui piatti di tutti, mercificando il cinema e i suoi componenti (non male!). Sappiamo benissimo che la tecnologia è uno dei prodotti al primo posto nella lista della spesa del consumatore moderno, io stesso preferisco non mangiare e comprarmi un disco appena sfornato. E’ proprio grazie a questo atteggiamento, a volte modaiolo tecnologico a volte no, che la colonna sonora ha trovato una sua attenzione, un suo ascolto più acuto, diventando sempre più importante anche all’interno della realizzazione del film stesso. Forse solo due o tre registi in passato hanno sempre fatto grande affidamento alla spalla musicale nel classico cinematografico (Hitchcock in primis). Ora invece l’intero soundtrack viene sempre più spesso affidato ad un solo compositore, generando così un’opera parallela alle immagini quasi/sempre di alta qualità (a meno che non si tratti di porno a basso costo.. o “c” movie..), recensibile, apprezzabile, mangiabile, comprabile, insultabile.

THOMAS NEWMAN
Lemony Snicket’s – A Series Of Unfortunate Events
Sony Classical
Una volta premuto Play pensavo di aver sbagliato disco, una felice ed allegra canzone da puffi Verdi con i sorrisi tirati e tanto di coro femminile scoppiettante da panettone natalizio ha cominciato a strillare dalle casse.. poi, dopo un puntina che gratta il vinile, il vero inizio: geniale e scioccante “Bed Beginnin” (appunto..) entra lentamente in circolo l’enzima Newman, capace di far uscire la nebbia dallo stereo casalingo e portare la tua mente in un luogo remoto dove pure le fiamme dei fornelli sembrano bagnate. Thomas Newman, dopo cinque nomination agli Oscar come migliore colonna sonora, si presenta in una delle sue interpretazioni migliori. Probabilmente grazie anche al clima e alle ambientazioni del film: così sfuocate, indeterminate e favolesche, in perfetta sintonia con le sonorità del compositore che usa di buon grado gli strumenti come fossero vento in lontananza, ombre, rumori di natura tradotti in maniera imprevedibile, seguendo sempre il filone di brani brevissimi (29 brani in in 69 minuti, fattore comune di molte colonne sonore) che riescono ugualmente a comunicare precise situazioni di trama: “Lachrymose Ferry” dura 40 secondi eppure capisci benissimo che si tratta di un momento felice a causa di un’idea geniale.. ma non troppo. Un compositore “classico” (non a caso l’etichetta è Sony Classical) in escalation dai suoni poliedrici “Concerning Aunt Josephine”, strumentista multiculturale “Verisimilitude”, immaginifico e sempre capace di creare una direzione sentimentale nei diversi brani. In ogni caso: se avete avuto una giornata un po’ sfigata e volete prendere una mazzetta di.. diciamo 13 Kg per sfasciare la macchina del vicino che parcheggia sempre troppo vicino a voi.. bhè prendete “Lemony Snicket’s – A Series Of Unfortunate Events”, inseritelo nel vostro stereo, riempite la vasca con acqua calda e neppure Ghandi è mai stato meglio con se stesso. JOHN WILLIAMS
Star Wars Trilogy
Sony Classical
In occasione dell’uscita in dvd della più famosa trilogia del mondo ecco sullo scaffale un’opera fondamentale per gli appassionati di musica classica: la colonna sonora completa di Guerre Stellari, rimasterizzata in 6 CD eseguiti magistralmente dalla London Symphony Orchestra. Completa perché in precedenza esisteva un solo cd per episodio limitando così l’opera ai soli temi principali, mentre ora tutto il sudore sacro di John Williams si può reperire nella versione integrale, molto dispendiosa, con tanto di cofanetto in cartone luccicante. Le sinfonie di Williams si possono definire classiche in maniera “classica”, all’interno della guerra di definizioni che lacera il settore della critica musicale. La potenza del suo lavoro si percepisce anche nei temi più accoglienti e romantici (puà!) come in “Luke And Leia”, nella possenza della straconosciuta “Imperial March” e nei nervosismi di “Landspeeder Search”. Il vecchio John, con alle spalle 5 Oscar, 3 Golden Globe, 18 Grammy, e trilioni di altri premi e nomination, è riuscito a raggiungere quel riconoscimento acustico a primo acchito: a cui solo i grandi possono ambire. Bhè provate a guardare Guerre Stellari senza musica.. oppure Indiana Jones, lo Squalo, E.T., Schindler's List o Superman.. personalmente penso che Mr. Williams sia il boss indiscusso dei compositori di colonne sonore, a cui spetta l’onere di aver ridato vigore a questa arte nella settima arte, di avere acceso una moda compositiva, di aver dimostrato che una sola bacchetta è meglio di una compilation a tema.. forse solo Bernard Herrman vi era riuscito con Hitchcock. In ogni caso se avete bisogno di un sottofondo in un momento di creatività che stimoli multiple sensazioni del sistema nervoso allora John Williams fa proprio per voi. PHILIP GLASS
Powaqqatsi
Warner 1988
Secondo film di Godfrey Reggio e secondo lavoro di Philip Glass per il regista con cui aveva già collaborato nel 1983 con Koyanisqatsi e nel 2002 con Naqoyqatsy, tutti documentari incentrati sull’impatto che le azioni dell’uomo hanno sulla natura e sull’umanità più indifesa e già sfruttata. Un lavoro quasi privo di parole ha bisogno di una potente e orientante colonna sonora che Glass è riuscito a scrivere con grande impegno dedicandosi allo studio della musica Africana “New cities in Ancient Land”, brasiliana “Serra Pelada” e peruviana “Mr Suso with Reflection” facendo uso anche di rumori naturali e meccanici, regalandoci così un soundtrack molto ricco e vario. Nel complesso si riescono a intravedere note di speranza ma anche di disincanto. Questo lavoro di Philip Glass si sposa benissimo con tutti gli altri suoi lavori cinematografici, quasi sempre per film impegnati e poco conosciuti (direi che l’unico famoso sia “The Truman Show”). Un disco che nel vostro porta cd fa la sua figura, che si può definire “diverso” e quindi tutte le volte che avete voglia di ascoltare qualcosa di “diverso” non dovete far altro che metterlo nel lettore e pensare che avete fatto bene a comprarlo per compensare lo scarso spessore culturale dell’ultimo disco di pop malinconico easy listening.


(Pubblicato il: 28/11/2013)