Soundtrack - giugno 06

Puntatone di chicche nostalgiche… eeee non è più come ai vecchi tempi.. non ci sono più le mezze stagioni.. una rondine non fa primavera e non c’è tre senza quattro. Quattro dischi che non possono mancare nel vostro scatolotto di cd, quattro chicche da lacrimuccia e bei ricordi, quattro capolavori la cui colonna sonora è stata estirpata e sintetizzata per una lettura laser: Twin Peaks, Fritz The Cat, Arancia Meccanica e Un Tranquillo Weekend Di Paura.
ED BOGAS – RAY SHANKLIN
FRITZ THE CAT
Fantasy Records 1972

Ecco una chicca per gli amanti del funk r&b; dei primi anni 70 (nonché per gli amatori di Fritz il Gatto), fatto con frullati di farmaci psichedelici e groove da bassi sincopati miscelati a tastiere dal suono consumato: quello da sigaretta, mano sul volante e occhiali da sole. Fritz the Cat o Fritz il Gatto è stato un’icona del sesso libero in molti paesi del mondo. Uscito inizialmente come fumetto dalla mente psichedelica e psicotica del genio Robert Crumb (uno dei più grandi fumettisti underground di San Francisco) viene messo su cellulosa nel 1972 (contro il volere di Crumb) da Ralph Bakshi (autore di altri cartoni VM18 come Dirty Duck, una sorta di porno-paperino, Heavy Traffic e The Nine Live Of Fritz The Cat, il seguito). Il soundtrack del “porno-gatto” è stato realizzato da Ed Bogas e Ray Shanklin, due soggetti mooolto liberali che dopo questo lavoro prenderanno strade differenti: Bogas curerà le colonne sonore dei cartoni di Garfield e Charlie Brown, Shanklin eseguirà i soundtrack dei successivi due film di Bakshi (Black Girl 1972 e Heavy Traffic 1973) e poi sparirà nel nulla. Proprio la versione CD edita nel 1996 presenta oltre a “Fritz The Cat” anche la colonna sonora di “Heavy Traffic”. Ogni singola traccia è un tributo al funky “Old School”, da “Bertha’s Theme” (traccia 1) lento e raffinato composto da bassi vellutati e da un sax lontano, immaginato sotto un lampione con la compagnia di un corvo-cartone. Passando per la traccia 5: “Fritz The Cat” esplosiva carica di wah-wah elettrici, bassi slappati, contornate da gattine in calore che urlano “pussycat!!!”, arrivando alla “House Rock” (traccia 6) realizzata con un riff di basso perfettamente calzante che accompagna le lamentele di una chitarra in assolo per 3 minuti lasciando un’aria profumata di freakettonaggine,e poi il gospel di “Love Light Of Mine” (traccia 7) degna di un reverendo Brown qualsiasi per poi passare a “Mamblues” con un groove frenetico e inarrestabile condotto da uno xilofono impazzito che non si da tregua per altri tre minuti di improvvisazione. Da citare anche “The Synagoge” (traccia 10) per spolverare un po’ di gitaneria in questa marmellata musicale. Insomma non esiste una sola traccia che non valga il disco, che mantiene un tiro magnifico dall’inizio alla fine. Inutile dire che in Italia è quasi introvabile, per averla bisogna sbattersi un po’ su internet e farsela spedire dall’estero, ma ragazzi: ne vale la pena! ANGELO BADALAMENTI
TWIN PEAKS (music from)
Warner Bros. Records 1990

Può suscitare terrore e ricordi dei bei tempi andati, oppure semplicemente voglia di una fetta di crostata di mirtilli e di ottimo caffè. Un telefilm che ha fatto storia, scritto e in parte diretto dal geniale David Lynch e Mark Frost è uscito da pochi anni in un cofanetto dvd di cui si attende ancora la seconda serie (voci di corridoio parlano di Luglio 2006..). La colonna sonora è stata affidata ad Angelo Badalamenti la cui collaborazione con Lynch, cominciata nel 1986 con Blue Velvet, sembra essere inviolabile: dall’86 in poi non c’è lavoro di Lynch che non abbia la colonna sonora di Badalamenti (compreso il suo ultimo lavoro in uscita a fine 2006: Inland Empire). Per capire il perché di questa assidua collaborazione basta mettere nel proprio lettore questo bel lavoro del nostro Angelo: nel giro di un nanosecondo venite proiettati sulla strada per la nebbiosa cittadina di Twin Peaks, accompagnati dall’inconfondibile basso elettrico massaggiato dalle tastiere di Badalamenti, un brivido che riecheggia di ricordi da serate latte-biscotti-paura. Ma il “Twin Peaks Theme” che apre il disco è solo l’inizio di un percorso che durerà circa 50 minuti di ottima musica dalle leggere parenze new wave. Sono quasi tutti pezzi strumentali dall’ascolto pulito anche nelle fasi più oniriche, eccetto tre pezzi che ricorrono alla voce angelica di Julee Cruise: The Nightingale (traccia 4), Into The Night (Traccia 7) e forse la più conosciuta Falling (Traccia 11) che riprende il tema di Twin Peaks, tutte scritte assieme a David Lynch in persona. La traccia più inquietante è la seconda, non a caso è intitolata “Laura Palmer’s Theme” con una tastiera così bassa da farti girare le budella, un’atmosfera nebbiosa che proietta sul tuo cervello il viso della povera Palmer incellofanato in riva lago.. Bellissimi echeggi di jazz noir mischiati a “morfeina” li troviamo nell’erotica “Audrey’s Dance” (traccia 3), in “Freshly Squeezed” (traccia 5), “The bookhouse boys” (traccia 6) e nella fantastica “Dance Of The Dream Man” (traccia 9) ossia il tema del nano che parla al contrario per suggerire gli indizi all’agente speciale Dale Cooper, tutti pezzi basati sulla batteria, assolo infiniti di sax, contrabbasso cool e dita snappanti a ritmo. Insomma un disco d’atmosfera che non sbaglia una virgola, pulito, preciso… chimico. WENDY CARLOS
A CLOCKWORK ORANGE

Warner Bros Records 1972
Edizione integrale del lavoro di Wendy Carlos per Arancia Meccanica. Qua ci troviamo davanti ad un vero e proprio capolavoro di musica elettronica, la nostra Wendy (Walter prima degli anni 60.. bambino prodigio che a 10 anni compone un “trio per clarinetto fisarmonica e pianoforte) è infatti una dei pionieri della musica elettronica, non seconda a Lev Teremin (inventore del “thermin”.. appunto) e di Robert Moog (inventore del “moog”.. riappunto). Ebbe successo proprio grazie all’utilizzo del moog per trasportare la musica classica in “musica classica sintetizzata”, ossia registrare partiture fedeli a Bach e Beethoven ma con un impianto elettronico all’ultimo grido.. Switched On Bach (1968) fu un vero successo, rese popolare e nello stesso tempo demistificò il sintetizzatore. Fu nel 1971 che Kubrick assegnò a Wendy la colonna sonora per Arancia Meccanica, un’opera leggendaria quanto il film che non solo presenta questi pezzi leggendari di Beethoven in Synth come “Ninth Symphony” (traccia 4) o la micidiale superaccelerata “William Tell Overture” (traccia 6), ma anche composizioni all’avanguardia come “Timesteps” (traccia 9) e perché no? Anche la stessa “Title Music From A Clockwork Orange” (traccia 1) e “Theme From A Clockwork Orange (Beethoviana)” (traccia 2). Dopo questo lavoro ha collaborato nuovamente con Kubrick per Shining (1980) concludendo la sua carriera da soundtrackers con Tron (1982). La nostra Wendy sta continuando ad esplorare i meandri più profondi della musica sintetica che potrebbero essere dannosi al cervello se ascoltati con troppa assiduità. Ma come fare a dire di no a una dei più grandi precursori new wave? Come dire di no ad una dei pionieri della musica elettronica? Come dire di no a questo genio sintetico miscelato a Beethoven e Kubrick? Come dire no?
Per ulteriori info: www.wendycarlos.com DELIVERANCE
Warner Bros Recording 1992

Dal ciclo “Burt Reynolds” recuperiamo questo splendido film: Un tranquillo weekend di paura, forse l’unico degno di nota del regista John Boorman. Questo disco di appena 35 minuti è mooolto particolare, infatti è composto solo da brani eseguiti con banjo e chitarra: STOP, solo banjo e chitarra, no voce, no batteria, no fisarmonica, no triangolo.. solo banjo e chitarra per 35 minuti e 18 tracce eseguite da Eric Weissberg e Steve Mandell. La prima traccia “Duelling Banjos” è forse l’unica conosciuta dai tanti, ripresa anche da una pubblicità di scarpe non troppo tempo fa. Come nel film il disco è una lunga discesa di rapide e zone calme a bordo di una canoa barcollante, sono tutti pezzi tradizionali della musica americana più campagnola, per intenderci quella del nonnino sulla sedia a dondolo che grida: “Cheeeeeeeeeeee mi venisse un colpo se quello non è il vecchio Jack!”. Un vortice di virtuosismi inimmaginabili che non possono non far sorridere all’ascolto o far esplodere un “yuppieyehyhe!!” sculacciando il sellino della bicicletta. Ottima colonna sonora: non solo per il film, ma anche per cene in compagnia a base della terribile TFC (Tonno, Fagioli, Cipolla), accompagnati da wurstel e salsicce grondanti di grasso e pucciate nella birra più torbida. Non fatevi scappare questa collection traditional della Old American Mullet Music (se non sapete cos’è un Mullet.. date un occhiata sul www).


(Pubblicato il: 28/11/2013)