VIVE LA FÊTE
Covo Club, Bologna 3 marzo 2006
Siamo di fronte al duo formato dalla modella inglese super bionda, super alta e naturalmente super magra Els Pynoo e uno dei tanti ex-Deus (il gruppo belga per definizione) Danny Mommes, bassista nel 1997 nello specifico. A lanciare il duo, inoltre, non è un tour travolgente, ma la nota Maison Chanel che li ha voluti come colonna sonora di una sfilata. Ma non cè da stupirsi: il binomio fashion & music è vecchio come la nascita del concetto di adolescente nellAmerica degli anni 50, dove vestirsi alla Elvis era quasi obbligatorio se eri un maschio bianco sotto i ventanni. Un pignolo potrebbe aggiungere che di solito è la moda che attinge dai musicisti per creare uno stile non la musica che attinge dagli stilisti per creare un gruppo...ma le regole sono fatte per essere infrante nellarte innanzitutto! E quale delle tante possibili espressioni musicali attuali è stata scelta dai Vive La Fête per la loro musica, considerando che la ex-modella in questione non sa suonare e non ha voce (anche se la poca che ha è intonata)?. Ma lelectro-pop naturalmente! Facile ironia a parte, il progettino Vive La Fête è piacevole e regge bene, meglio dal vivo che da studio. Dove locchio compensa quello che lorecchio non trova. Non sono solo in due sul palco però: una batteria vera, un basso e una chitarra per creare la necessaria base rock, tastiera e campionamenti per lelectric side. Il cantato non può che ispirarsi a Jane Birkin e Brigitte Bardot. Fra ispirazioni techno e reminescenze rocknroll arrivano delle cover probabili come Ça Plan Pour Moi dellormai mitico Plastic Bertrand, ed alcune improbabili come Child In Time dei Deep Purple! Lei è bella e bionda (con un taglio di capelli che anche alla fine del concerto è impeccabile!), i maschietti sono vestiti di pelle nera, con gli occhi truccati di nero, i capelli neri davanti agli occhi, di una magrezza spettrale in puro stile punk: limpatto visivo è veramente notevole. Il set è trascinante, la gente balla e si diverte. Ma dopo più di unora (sono instancabili) incominciano le prime defezioni tra il pubblico, insomma: lo scherzo è bello se dura poco! ARCTIC MONKEYS
Vox, Nonantola (MO) - 12 Maggio 2006
Gli Arctic Monkeys sono il gruppo del momento. Sono quelli da andare a vedere e ad ascoltare per forza. Sono la quintessenza del rock britannico di oggi e almeno nelle premesse del futuro. Gli AM sono un basso, 2 chitarre e una batteria, ma soprattutto sono giovanissimi. Non ancora ventenni che vivono in casa con i genitori. Anche per questo motivo, cioè per vedere una band nella sua versione pura (come ha detto astutamente qualcuno: gli assegni delle royalties non sono ancora arrivati ), è certamente questo il momento per assistere ad una loro esibizione. Non hanno neanche un look che possa diventare di moda, per ora. Sono dei teenagers in jeans che stanno suonando sui palchi di mezza Europa come se fossero alla festa di chiusura della scuola. Non cè dubbio che sappiano suonare, così come non cè dubbio che alcuni dei loro brani siano particolarmente accattivanti. Più rock che pop; melodie sì, ma con poche concessioni a romanticismi deffetto; volendo ballabili, ma forse ancor più piacevoli nellascolto privato. Al di sopra della media della pur buona infilata dellattuale onda anglosassone. Rimane però difficile tracciare una linea di demarcazione fra quanto di questo hype è stato artificiosamente creato ed imposto e quanto sia spontaneamente dettato dallentusiasmo del pubblico. Milioni di copie vendute dellalbum di esordio, molte delle quali prenotate sul web ancora prima delluscita nei negozi; concerti sold-out; brani cantati a memoria dal pubblico. Potere dei media musicali britannici alla costante e potenzialmente infinita ricerca della next big thing. Il concerto è piaciuto, ma cè anche chi ha aggiunto niente di nuovo sotto il sole. Come al solito però, nei paesi non anglofoni e in Italia in particolare, non si mettono quasi mai sulla bilancia i testi delle canzoni. Il titolo dellalbum desordio suona come un manifesto Whatever People Say I Am, Thats What I Am Not (qualsiasi cosa le gente dice che sono, è quello che non sono): rivendicazione di individualismo nellera della globalizzazione? E bello credere alla genuinità dellentusiasmo degli adolescenti britannici, che i media hanno solo contribuito a diffondere, come è giusto che sia. Per tutti gli altri è la musica che parla. Arctic Monkeys: promossi a pieni voti allesame di maturità.
Covo Club, Bologna 3 marzo 2006
Siamo di fronte al duo formato dalla modella inglese super bionda, super alta e naturalmente super magra Els Pynoo e uno dei tanti ex-Deus (il gruppo belga per definizione) Danny Mommes, bassista nel 1997 nello specifico. A lanciare il duo, inoltre, non è un tour travolgente, ma la nota Maison Chanel che li ha voluti come colonna sonora di una sfilata. Ma non cè da stupirsi: il binomio fashion & music è vecchio come la nascita del concetto di adolescente nellAmerica degli anni 50, dove vestirsi alla Elvis era quasi obbligatorio se eri un maschio bianco sotto i ventanni. Un pignolo potrebbe aggiungere che di solito è la moda che attinge dai musicisti per creare uno stile non la musica che attinge dagli stilisti per creare un gruppo...ma le regole sono fatte per essere infrante nellarte innanzitutto! E quale delle tante possibili espressioni musicali attuali è stata scelta dai Vive La Fête per la loro musica, considerando che la ex-modella in questione non sa suonare e non ha voce (anche se la poca che ha è intonata)?. Ma lelectro-pop naturalmente! Facile ironia a parte, il progettino Vive La Fête è piacevole e regge bene, meglio dal vivo che da studio. Dove locchio compensa quello che lorecchio non trova. Non sono solo in due sul palco però: una batteria vera, un basso e una chitarra per creare la necessaria base rock, tastiera e campionamenti per lelectric side. Il cantato non può che ispirarsi a Jane Birkin e Brigitte Bardot. Fra ispirazioni techno e reminescenze rocknroll arrivano delle cover probabili come Ça Plan Pour Moi dellormai mitico Plastic Bertrand, ed alcune improbabili come Child In Time dei Deep Purple! Lei è bella e bionda (con un taglio di capelli che anche alla fine del concerto è impeccabile!), i maschietti sono vestiti di pelle nera, con gli occhi truccati di nero, i capelli neri davanti agli occhi, di una magrezza spettrale in puro stile punk: limpatto visivo è veramente notevole. Il set è trascinante, la gente balla e si diverte. Ma dopo più di unora (sono instancabili) incominciano le prime defezioni tra il pubblico, insomma: lo scherzo è bello se dura poco! ARCTIC MONKEYS
Vox, Nonantola (MO) - 12 Maggio 2006
Gli Arctic Monkeys sono il gruppo del momento. Sono quelli da andare a vedere e ad ascoltare per forza. Sono la quintessenza del rock britannico di oggi e almeno nelle premesse del futuro. Gli AM sono un basso, 2 chitarre e una batteria, ma soprattutto sono giovanissimi. Non ancora ventenni che vivono in casa con i genitori. Anche per questo motivo, cioè per vedere una band nella sua versione pura (come ha detto astutamente qualcuno: gli assegni delle royalties non sono ancora arrivati ), è certamente questo il momento per assistere ad una loro esibizione. Non hanno neanche un look che possa diventare di moda, per ora. Sono dei teenagers in jeans che stanno suonando sui palchi di mezza Europa come se fossero alla festa di chiusura della scuola. Non cè dubbio che sappiano suonare, così come non cè dubbio che alcuni dei loro brani siano particolarmente accattivanti. Più rock che pop; melodie sì, ma con poche concessioni a romanticismi deffetto; volendo ballabili, ma forse ancor più piacevoli nellascolto privato. Al di sopra della media della pur buona infilata dellattuale onda anglosassone. Rimane però difficile tracciare una linea di demarcazione fra quanto di questo hype è stato artificiosamente creato ed imposto e quanto sia spontaneamente dettato dallentusiasmo del pubblico. Milioni di copie vendute dellalbum di esordio, molte delle quali prenotate sul web ancora prima delluscita nei negozi; concerti sold-out; brani cantati a memoria dal pubblico. Potere dei media musicali britannici alla costante e potenzialmente infinita ricerca della next big thing. Il concerto è piaciuto, ma cè anche chi ha aggiunto niente di nuovo sotto il sole. Come al solito però, nei paesi non anglofoni e in Italia in particolare, non si mettono quasi mai sulla bilancia i testi delle canzoni. Il titolo dellalbum desordio suona come un manifesto Whatever People Say I Am, Thats What I Am Not (qualsiasi cosa le gente dice che sono, è quello che non sono): rivendicazione di individualismo nellera della globalizzazione? E bello credere alla genuinità dellentusiasmo degli adolescenti britannici, che i media hanno solo contribuito a diffondere, come è giusto che sia. Per tutti gli altri è la musica che parla. Arctic Monkeys: promossi a pieni voti allesame di maturità.
(Pubblicato il:
28/11/2013)