Paul Anka

Rock swings
Questo è un disco per tutti quei rocker incalliti che si sentono protetti dal loro giubbotto di pelle, ma anche per chi ha sempre rifiutato il rock nella sua globalità. Paul Anka, indiscusso re dello swing, e scopritore di talenti da oltre quaranta anni, si è tolto un sassolino dalle scarpe ed ha inciso un album con quattordici classici del rock internazionale. Quattordici classici come “It’s My Life” (Bon Jovi), “True” (Spandau Ballet), “Everybody Hurts” (REM), “Wonderwall” (Oasis), “Black Hole Sun” (Soundgarden), “Jump” (Van Halen), “Eyes Without A Face” (Billy Idol), “The Lovecats” (The Cure), o “Smell Like Teen Spirit” (Nirvana), arrangiati per orchestra e cantati con quell tipico piglio da chansonnier navigato. I pezzi, in alcuni casi, sono irriconoscibili, tanto il nuovo arrangiamento li ha modificati e resi “swing”, mentre in altri casi questa nuova versione non ci fa rimpiangere l’originale, anzi ci permette di sentire dei classici rock interpretati da un vero cantante, uno di quelli che è intonato anche quando legge l’elenco del telefono. Mettete a tutto volume “Wonderwall”, o “Black Hole Sun” e fatevi accarezzare dalle note, fingete di avere in mano un microfono ed immaginate d'essere Paul Anka che canta dentro un fumoso locale tipicamente anni sessanta. Lo avete fatto? Bravi, perché l’ho fatto anch’io. Il rock in questo disco diventa qualcosa d’altro e chissà cosa ha pensato Chris Cornell, quando ha sentito per la prima volta il suo hit. Interessante anche il testo scritto da Paul Anka inserito nel booklet. Da leggere per capire la differenza tra un grande artista ed un mediocre interprete.

Formato: cd


(Pubblicato il: 28/11/2013)