The Smiths - The World won't listen

Rough Trade - 1987

Se c’è un gruppo che ha fatto delle sue copertine un oggetto d’arte, è sicuramente la band capitanata da Morrissey: gli Smiths. Con otto album in carniere e ben 23 singoli, nei quali il gruppo di Manchester non è mai comparso su nessuna copertina, gli Smiths sono a ragion veduta tra gli l’ensemble con un'immagine così caratterizzata, che basta intravedere su uno scaffale un loro disco per capire subito che si tratta degli Smiths. Geoff Travis, socio fondatore di Rough Trade, l’etichetta londinese che scoprì e lanciò gli Smiths a tal proposito dice: “Le copertine erano parte integrante del percorso artistico della band, ne vestivano il sound completando alla perfezione l’iconografia che gli Smiths volevano portare all’attenzione del pubblico. Era Morrissey che ad ogni uscita ci sciorinava le sue idee in merito alla copertina ed erano sempre dei suggerimenti così perfetti, che non potevamo far altro che tramutarli in realtà. C’era solo una regola che non si poteva assolutamente trasgredire. Il gruppo non doveva comparire per nessuna ragione al mondo. Fu una scelta perfetta perché tutte le copertine degli Smiths hanno accresciuto l’alone di mistero che aleggiava intorno alla band, lasciando una sorta d'enigma mai risolto ancora oggi, a tanti anni di distanza dal loro scioglimento”. Gli Smiths, o per meglio dire, Morrissey, hanno scelto nel tempo scatti fotografici d'attori e celebrità degli anni ‘50 e ’60, foto sgranate, perlopiù in bianco e nero, a volte argute o agitate, mai indifferenti. Una scelta che ha pescato negli anni di formazione di Morrissey, gli anni di quel background che avrebbero portato il cantante degli Smiths alla fama e al successo. Una decisione in antitesi con la scelta del nome, i Rossi (tanto per parafrase il cognome più comune in Italia), quattro ragazzi che preferivano nascondersi dietro all’anonimato, ma sceglievano famosi attori per le loro copertine. Morrissey non possedeva una cultura artistica nel senso stretto del termine, ma trascorreva interi pomeriggi al British Film Institute National Library, osservando minuziosamente centinaia di locandine. Infatti, come conferma Marr: “Nessun altro della band era coinvolto nella realizzazione delle copertine. Solo Moz si occupava di questo aspetto e noi ne eravamo felici, anche in considerazione dei risultati ottenuti. Ogni volta che vedevamo un nostro disco eravamo eccitati, felici e sorpresi. La bravura di Morrissey era sicuramente la naturalezza con la quale riusciva a mescolare tutte le sue influenze ed il suo background adolescenziale, racchiudendolo in una foto, riuscendo così a dare una continuità ai dischi degli Smiths”. La cosa stupefacente nelle copertine degli Smiths è stata la completa identificazione da parte degli ascoltatori nelle foto scelte da Morrissey. Un legame così stretto che sembrava impossibile riuscire a mantenerlo inalterato lungo tutti gli anni di carriera della band. “Era sempre molto eccitante discutere della nuova copertina con Morrissey”, dice Jo Slee, art director di Rough Trade, “solitamente disegnavamo su un foglio l’idea di Morrissey, aggiungendo successivamente i colori ed i caratteri tipografici che Moz aveva in mente. Riusciva subito ad individuare le immagini sulle quali lavorare. Mediamente in due mesi una copertina era pronta per andare in stampa. Io e Caryn Gough, il designer di Rough Trade, ci recavamo periodicamente nell’appartamento londinese di Morrissey a discutere sull’avanzare del lavoro”. L’immagine scelta per “The World Won’t Listen” fu presa da un libro fotografico di Jürgen Vollmer pubblicato nel 1981. Il volume raccontava la scena rock’n’roll a Parigi ed Amburgo tra il 1961 ed il 1964 ed è intitolato: “Il tempo del rock’n’roll: Lo stile e lo spirito dei primi Beatles e dei primi fan”. “La foto sul fronte sembra immortalare se non proprio noi quattro, perlomeno dei nostri fan”, dice Marr, “infatti ad uno sguardo distratto, da sinistra a destra, si potrebbe pensare di vedere Mike (Joyce), Andy (Rourke), il sottoscritto e Morrissey. Sul retro la versione femminile del fronte va invece bella mostra di sé. Aver trovato una foto così è stato perfetto. Il resto della band non ha messo in discussione la copertina neanche per un istante. Era bellissima, suadente ed introversa”.

Incomprensibile invece la scelta, nella versione cd, di tagliare la foto e renderla un primo piano del ragazzo al centro (il “sosia” di Jhonny Marr), perdendo così l’idea iniziale del gruppo e del rock ai suoi albori. “Le copertine degli Smiths erano quasi autobiografiche”, dice Jo Slee, “Morrissey ci rifletteva la sua immagine, le copertine di “Hatful Of Hollow” e “The Smiths”, per esempio, sono cariche di omo-erotismo e sono immagini molto forti e molto potenti. Stupende a mio parere anche le due copertine con Shelagh Delaney, realizzate per “Louder Than Bombs” e “Girlfriends In A Coma”, evocative e struggenti. Morrissey era sempre entusiasta ed eccitato nel vedere il processo di realizzazione delle copertine e rimaneva estasiato mentre osservava il risultato finale. Lavorare con lui era molto stimolante”. Tra le leggende attorno agli Smiths c’è anche quella che vede Morrissey ricevere due lettere molto gentili, rispettivamente da Alain Delon e Billie Whitelaw, che acconsentivano all’utilizzo di loro fotografie per le copertine degli Smiths. Il primo finì sull’album “The Queen Is Dead”, la seconda sulla ristampa del singolo di “William It was Really Nothing”. La leggenda narra anche d'alcuni rifiuti. Terence Stamp, per esempio, fece causa agli Smiths, che dovettero sostituire la foto dell’attore nella seconda tiratura del singolo “What Difference Does It Make?”, al suo posto figurava un Morrissey nella stessa posa e con gli stessi abiti di Stamp. Curioso che successivamente, grazie all’intervento di Sandie Shaw, Terence permise nuovamente l’utilizzo della sua immagine. Albert Finney invece non volle comparire sulla copertina di “Heaven Knows I’m Miserable Now”, mentre George Best declinò l’invito di figurare su “The Boy With The Thorn In His Side” e Harvey Keitel su quella di “Strangeways Here We Come”. Gli Smiths sono un nome tutt’ora adorato da legioni d'ascoltatori e le loro canzoni struggono ancora tanti cuori innamorati. Ascoltare le loro canzoni mentre ci si perde nelle loro copertine è un passatempo che consiglio a tutti voi. Fatelo e vi accorgerete di quanto siano belle. Gli Smiths sono sempre tra noi. E sempre lo saranno.


(Pubblicato il: 28/11/2013)