A toys orchestra

Technicolor dreams
Sgombriamo subito il campo da equivoci di sorta. “Technicolor Dreams” è un album bellissimo. Uno di quegli album che cominci ad ascoltare e non viene mai a noia. Uno di quegli album che mentre ti accarezza la pelle, lo ascolti e pensi: “Ma questi sono destinati ad un futuro pieno di soddisfazioni e riconoscimenti”. Uno di quegli album che potrebbe da solo far vivere di rendita qualsiasi artista internazionale per tutta la vita. Uno di quegli album così delicato e privo di sbavature che sembra impossibile sia stato concepito per il nostro mercato (ma spero per loro che guardino oltre il proprio naso e volino altrove). Uno di quegli album che nelle sue canzoni ci trovi i tuoi miti, sia che rispondano ai nomi di XTC o Eels. Uno di quegli album così pieno di colori che mentre lo ascolti devi indossare un paio di occhiali da sole. Uno di quegli album talmente zeppo di melodie che dopo aver finito il suo ascolto devi correre a fare un esame per la glicemia. Uno di quegli album suonato e cantato con precisione, acume e senso della misura. Uno di quegli album che citano Pink Floyd, Bowie, o Beatles come fossero da sempre compagni di avventure. Uno di quegli album che vorresti aver incontrato prima di oggi. Uno di quegli album che, già lo sai, ti farà compagnia per molti mesi. Uno di quegli album che quando avrai imparato a memoria, puoi star sicuro ti regalerà ancora delle sorprese. Volete qualche titolo? Eccovi accontentati: “Invisible”, “Cornice Dance”, “Letter To Myself”, “Ease Off The Bit”, “Powder On The Words”, “Amnesy International”, “Santa Barbara”, “Bug Embrace” e qui mi fermo, altrimenti dovrei elencarli tutti. Uno di quegli album che fanno la differenza.

Formato: cd


(Pubblicato il: 28/11/2013)