Simon Reynolds

Post Punk
Finalmente un libro sul post punk, quella corrente musicale nata dopo l’implosione del punk che ha generato decine di band seminali (Devo, Gang Of Four, Pere Ubu, Scritti Politti, Ludus, Wire, Joseph K, etc.) e che oggi sono state saccheggiate a piene mani da Interpol, Franz Ferdinand, Maximo Park e compagnia bella. Un libro serio, scritto da chi c’era, Simon Reynolds, firma di quel Melody Maker che per qualche decennio è stata la bibbia di ogni ascoltatore (nel mondo) volesse sapere e conoscere. Un libro che racconta, che scende nei particolari (voi lo sapete perché Johnny Rotten decise di riprendersi il proprio cognome finita l’avventura dei Sex Pistols?), si diverte a chiarire particolari non di secondaria importanza (perché nacquero i Magazine?) o vola su Akron ed atterra dalle parti del garage dove provavano i Devo. Un libro che nell’edizione italiana si sviluppa su 715 pagine, perché non si poteva trattare il post punk con superficialità. Se tra il 1978 ed il 1984 avevate l’età giusta per ascoltare rock questo è il vostro libro. Se credevate che il mondo sarebbe cambiato con una rivolta musicale e siete rimasti scottati, perché non è successo, questo è il vostro libro. Se pensavate che i Joy Division sono stati il più grande gruppo di sempre, questo è il vostro libro. Se non perdete occasione per riascoltare “Metal Box” questo è il vostro libro. Se quando avete sentito i Franz Ferdinand vi siete detti: “Roba già sentita”, questo è il vostro libro. Trentacinque euro che non devono frenarvi, anche perché davanti ad una opera omnia non ci si può tirare indietro. Reynolds è il più grande critico musicale vivente, dice lui di se stesso. C’è da credergli.

Formato: libro


(Pubblicato il: 28/11/2013)