Psychic Tv - The Adicts - Klasse Kriminale

Genesis P-Orrdige con Psychic TV<br>
28 maggio 2009, Arena Puccini (BO)<br>
Express Festival<br>
Non c’è più trasgressione che tenga se anche al concerto di Genesis P-Orridge con la nuova formazione degli Psychic TV si sono presentate poco più di 200 persone (i soliti noti). Un passato al maschile, una vita in bilico fra i due generi, un presente al femminile per una carriera iniziata nel 1975 con la band dei Throbbing Gristle (allora sconvolgenti, oggi semplicemente “noise”) e prosegue nel 1982 con la fondazione della prima versione degli Psychic TV. Il più estremo dei progetti di Genesis è stato quello portato avanti con la moglie, scomparsa poco tempo fa: sottoporsi ad una serie di interventi chirurgici per riuscire ad essere fisicamente il più uguali possibili. E così, alternate da video animati a tratti inquietanti, scene di vita non-quotidiana fra i due coniugi scorrono nello schermo dietro al palco: cerotti e bendaggi post-operatori protagonisti assoluti; mentre una musica che paga pegno ai Velvet Underground (dove Genesis = Nico, ma non proprio) inonda i presenti di reminiscenze artistico-musicali provenienti da un passato di cultura alternativa e antagonista che ha fatto storia, ma la cui eredità pare andata dispersa nei mille rivoli di una società di convenzioni, telecamere-spia e schermi televisivi pieni di cuochi e ciarlatani. Una società che Genesis P-Orridge non deve aver immaginato neanche nei suoi incubi più bui. Tutti gli sguardi sono per lei/lui, nonostante le due belle ragazze bionde facciano la loro figura nella line-up dei PTV3 (così ha chiamato la nuova formazione): casacca e gonna arancioni, adeguati al guardaroba di una signora sessantenne, ma pur sempre civettuola, caschetto biondo e trucco neanche troppo pesante, sintomi di un equilibrio interiore finalmente duramente raggiunto, forse. Un concerto godibile, lontano dalle performance di assalto sonoro e visivo che fanno parte del suo curriculum. E bella è anche la cornice dell’Arena Puccini: lo storico cinema all’aperto del DopoLavoroFerroviario, rassicurante e un po’ decadente, in palese contrasto con la storia di quella persona al centro del palco, estrema in ogni sua manifestazione e decisa nelle scelte più azzardate. Ma siamo a Bologna nel 2009, trasgressione e antagonismo non sono graditi e se proprio ci dovessero essere devono finire alle 23.30: c’è gente che deve dormire.

The Adicts + Klasse Kriminale<br>
20 maggio 2009, Estragon (BO)<br>
La punk-band di culto britannica degli Adicts è attesa sul palco dopo il concerto di uno dei gruppi italiani oi-punk più noti d’Italia e del mondo (dopo i Nabat si intende) i Klasse Kriminale. Breve nota esplicativa: si parla qui di un mondo a parte, un “circuito parallelo” nel quale o ci sei dentro o puoi vivere tutta la vita senza sospettare l’esistenza di punk-festival berlinesi dove migliaia di persone tatuate, con moicani/creste colorate, tartan ed anfibi si ritrovano da tutta l’Europa per poi spostarsi a Blackpool nel nord dell’Inghilterra per il raduno successivo e così via, per celebrare la musica e l’attitudine che alla fine degli anni settanta cambiò il mondo, consapevolmente o meno. Il punk 77 (musica & stile) sta molto male per questioni d'età, ma è duro a morire. Qui siamo solo all’Estragon, ma i due rappresentanti della scena citata sono autorevoli. I Klasse Kriminale sono lui, il frontman Marco Balestrino da Savona, che ha consolidato negli ultimi anni una formazione all'altezza della fama della band: puro stile oi/skin/punk con ovvie incursioni nello ska e nel reggae. Testi che inneggiano all'unione dei kids (e pertanto non può mancare la cover degli Sham 69 “If The Kids Are United”), una sorta di “unione fa la forza” dal sapore antico, si potrebbe addirittura dire di stampo “proletario” e visti i tempi che corrono sembra strano vedere dei giovanissimi che si esaltano su queste note e questi testi. Così come tutti i presenti si esaltano per gli Adicts (anche loro hanno una canzone dal titolo arcaico “Viva La Revolution”) che dalla fine degli anni '70 portano in giro per il mondo i loro festosi show che iniziano dai vestiti di scena in puro stile Arancia Meccanica: tute bianche, stivali e bombette nere e con il cantante Keith “Monkey” Warren truccato da joker. Bacchette magiche, coriandoli brillanti e carte da poker lanciate sul pubblico e un finalone di palloni colorati fanno da cornice a pezzi tiratissimi (come Chinese Take Away) suonati con trasporto e accanimento. Non si capisce se si diverte di più la band (in forma strepitosa e in formazione originale tranne il bassista) o il pubblico. Ci sono voluti 30 anni, ma alla fine pace è stata fatta fra skin e punk.


(Pubblicato il: 28/11/2013)