Soundtrack - giugno 2009

CHE
ALBERTO IGLESIAS
Varese Sarabande, 2008

Banda Sonora per la saga di Steven Soderbergh sul Che, lo stesso Soderbergh dei remake Ocean’s Eleven e Solaris, lo stesso Soderbergh di Traffic e Intrigo a Berlino. Sul podio da direttore abbiamo Alberto Iglesias: che possiamo definire “quello di Almodovar” o “quello del Cacciatore di aquiloni”. Non aspettatevi un clima colorato e gioioso alla Buena Vista Social Club, qua si parla di guerriglia e rivoluzione, toni sempre drammatici con pochissime aperture a qualche spirale ascensionale di distensione. Tanto per fare un esempio la seconda traccia Ten Years Earlier (December 1, 1956) ti fa già pregustare l’epilogo boliviano del docudramma... e il bello/brutto del disco è che sarà sempre così, toni cupi e percussioni usate come strumenti di disturbo in crescendo sopra ad una nota continua che aggiunge ulteriore tensione al clima acustico. L’unico pezzo di Iglesias di diversa direzione è la breve traccia numero 16 Doctor Guevara, eseguita solamente con la chitarra, no... non è distensiva... è di una tristezza infinita! Ma si intravede la fine della tempesta tropicale che vi sta picchiettando la testa da 30 minuti a questa parte e nella quale vi siete immedesimati. Anche l’ultima di Iglesias di questo disco non è così tremenda, nonostante sia la traccia dell’esecuzione, la numero 19 La Higuera (October 9, 1967), palesemente composta per essere seguita dalla splendida Balderama di Mercedes Sosa utilizzata nei titoli di coda... questa è quel tipo di traccia che vi lascia inchiodati ai seggiolini del cinema con un buco al posto del cuore... ma cosa pretendete, Iglesias non poteva fare diversamente: non è stata un picnic la vita Ernesto Guevara, l’Argentino della Guerilla.

TRON
WENDY CARLOS
Walt Disney Records, 1982

Dieci anni dopo lo score di Arancia Meccanica ecco Wendy (conosciuta come Walter prima del 1969) di nuovo al servizio della settima arte, questa volta per la Disney. Il disco è uscito rimasterizzato solo in tempi recenti e con l’aiuto di Wendy stessa si potranno ascoltare tre tracce inedite come la prima versione di Theme From Tron, precedentemente non inserita negli LP e cassette per questioni di durata... Questo giro la ideatrice degli Switched on Bach con sintetizzatore e moog non lavorerà da sola, ci sarà la London Philharmonic Orchestra a disneyzzare almeno un poco le creazioni psychofantasiane di Wendy “dammi-la-mazza” Carlos. Le tracce seguono cronologicamente la pellicola garantendo così l’apparizione di oggetti fluorescenti durante l’ascolto in qualsiasi momento della giornata. L’inizio in crescendo di Creation Of Tron (traccia 1) vi catapulterà immediatamente all’interno dei giochi di Flynn (un giovane sbarbato Jeff Bridges) o del Master Control (il computer malvagio che vuole diventare padrone dell’universo) e la terribile marcia del Ring Game and Escape vi farà percepire chiaramente il clima di terrore in cui i programmi sono costretti a vivere.. insomma non esiste traccia che non sia immaginifica (provare The Light Sailer per credere..). Da sottolineare anche Water Music and Tronaction - un frullato di classica e sint; Tron Scherzo - ripresa da tutti i telefilm per le scene di tensione.. Un lavoro stupendo (ma con Wendy non si sbaglia mai)... BREAKING NEWS : TRON 2.0 Sempre con Jeff Bridges Soundtrack by DAFT PUNK MISHIMA: A LIFE IN FOUR CHAPTERS
PHILIP GLASS
Nonesuch, 1990

Il mese prossimo uscirà per la prima volta in DVD questo film che vuole riassumere in quattro capitoli di flashback la vita di uno dei più grandi personaggi che il Giappone abbia mai conosciuto (scusa se è poco), per riassumere le sue vicende artistiche letterarie non basterebbero quattro numeri di Musicplus quindi... concentriamoci sulla colonna sonora del film e su Philip Glass. L’American Zoetrope di Coppola chiama Glass a collaborare con il regista Paul Schrader, tutti sono ancora molto entusiasti del lavoro eseguito da Philip tre anni prima - Koyaanisqatsi di Godfrey Reggio - e il risultato non delude. La palpitazione cardiaca/musicale della vita contraddittoria di Yukio Mishima viene descritta in maniera astratta e minimalista ma con tutta la potenza che Glass puntualmente sa usare per dare ancora più potenza allo schiaffo che il cinema ci vorrebbe tirare in faccia ogni volta che ci mettiamo davanti ad uno schermo. Anche il soundtrack è divisibile in quattro capitoli a partire dal primo flashback: Temper of The Golden Pavilion (Like Some Enormous Music), Kyoko’s House (Stage Blood Is Not Enough), Runaway Horses (Poetry Written Eith a Splash of Blod) e November 25: The Last Day. Le prime tre tracce citate sono a loro volta titoli dei libri che hanno scandito la vita di Mishima. Nel complesso sembra una traccia unica con variabili caratterizzanti, funziona come una linea inizio-fine che a seconda dei capitoli citati propone toni di tensione-pace-meditazione-persecuzione, potrebbe benissimo funzionare come unica traccia da un’ora in cui l’unico break è Osamu’s Theme la cui chitarrina scimmiotteggiante rock’n’roll dà un taglio leggero alle lame (è il caso di dirlo) di Philip Glass. Consiglio a tutti questo lavoro magnifico (a mio parere più del film stesso), e consiglio ancora di più di dare una scuriosata su wikipedia alle vicende di Yukio Mishima.


(Pubblicato il: 28/11/2013)