Bee Gees - Saturday Night Fever

RSO, 1977

Chiariamo subito che questo disco è universalmente accreditato ai Bee Gees, pur contenendo anche brani di Ralph McDonanld, M.F.S.B., Walter Murphy, Yvonne Elliman, K.C. & The Sunshine Band, The Trammps, Kool & The Gang, Tavares e David Shire. Ovviamente i pezzi che sono diventati pietre miliari di questa colonna sonora sono quelli dei fratelli Gibb (“Staying Alive”, “How Deep Is Your Love”, “Jive Talkin”, “Night Fever”, “You Should Be Dancing”, “More Than Woman”) ed è quindi naturale collegare “Saturday Night Fever” a loro. La copertina, graficamente parlando, non è certamente delle migliori, ma è proprio per questo motivo che sarà la protagonista di questa recensione. Se possedete il disco o la versione cd di “Saturday Night Fever (“La Febbre Del Sabato Sera”) cercate il nome del grafico. Con molta probabilità non lo troverete perché non c’è. Infatti il risultato finale della copertina fu così brutto, che l’art director decise di non comparire tra i crediti del disco. Disco che è diventato la colonna sonora più venduta di tutti i tempi. Infatti è facile immaginare che aver “dovuto” inserire l’immagine di John Travolta nella mossa tipica di Tony Manero (il suo personaggio nel film), “legandola” ad una foto con i Bee Gees sorridenti come se avessero vinto al superenalotto, magari utilizzando come fondo le luci colorate della pista da ballo, non deve essere stato un lavoro troppo gratificante a livello professionale. Però che sfortuna, il tuo nome non c’è ed il disco vende 30 milioni di copie. Ma andiamo avanti. Un’altra stranezza della copertina riguarda i Bee Gees, che pur essendo in bella mostra nel loro abito bianco da scena, non compaiono con il loro nome da nessuna parte. Insomma il progetto de “La Febbre Del Sabato Sera” scoppiò letteralmente nelle mani del suo finanziatore primario, quel Robert Stigwood, manager dei Bee Gees, che nel 1975 si era imbarcato in una impresa titanica, quella di dare vita ad un film/musical con le canzoni dei Beatles. Progetto che stava costando alla RSO (Robert Stigwood Organisation) la cifra di 12 milioni di dollari. Ecco spiegato il perché un film che raccontava le gesta di un commesso di un negozio di vernici, che al sabato sera diventava il re di una discoteca, non doveva sembrare un investimento da seguire con particolare attenzione da parte di Stigwood. Figuriamoci che i Bee Gees non sapevano neanche che sarebbero finiti sulla copertina della colonna sonora, anche se furono loro a suggerire il titolo al film.

Anni più tardi uno dei fratelli Gibb ha infatti raccontato: “Stavamo lavorando in Francia e ricevemmo una telefonata di Stigwood che ci diceva che aveva pensato ad un titolo per il film con Travolta: “I Riti Tribali Di Un Sabato Notte” e ci chiese se avevamo altre idee per il titolo. Pensando al titolo di una nostra canzone, “Night Fever”, proponemmo “Saturday Night Fever”, ma la sua risposta fu abbastanza categorica, lo riteneva un nome troppo volgare per poterlo usare”. Alla fine il titolo suggerito dai Bee Gees prevalse su tutti gli altri ed il film uscì nelle sale cinematografiche. Fu l’apoteosi. John Travolta diventò l’attore più importante del cinema statunitense di quella stagione ed i Bee Gees i re indiscussi della disco music. LA RSO dovette abbandonare il progetto legato al musical con le canzoni del quartetto di Liverpool, per dedicarsi 24 ore al giorno ad un successo senza uguali. Occorreva però pubblicare subito la colonna sonora mettendo nelle medesime proporzioni sia i Bee Gees sia John Travolta. Si narra che furono fatte decine di riunioni con i management di entrambi (Bee Gees e Travolta) per risolvere questo rompicapo grafico, poi, finalmente, si trovò la soluzione che ancora oggi campeggia su ogni disco e cd. La difficoltà, eravamo nel 1977 ed i computer con i programmi di fotoritocco non c’erano ancora, fu quella di inserire la foto di Travolta sulla pista da ballo ed utilizzare la foto dei Bee Gees, scattata dal famosissimo Francesco Scavullo, senza far sembrare il tutto un pasticcio di colla e forbici. Il creativo che si occupò della copertina ha più volte confermato che “Saturday Night Fever” non è certamente uno dei suoi lavori più riusciti, ma che lo strabiliante successo del film e della colonna sonora misero decisamente in secondo piano la copertina del disco. “Saturday Night Fever” è diventata una icona indissolubilmente legata al mondo della disco e negli anni ha “subito” diverse rivisitazioni, come quella intitolata “Sesame Street Fever” dei Muppets, o degli stessi Bee Gees, che si sono fatti fotografare nella stessa posa per un disco pubblicato nel 1998 (“One Night Only”). “La Febbre Del Sabato Sera” è una copertina “rinnegata” perfino dalla sua creatrice, ma che ancora oggi è davanti agli occhi ogni qual volta si pensi al mondo anni settanta della disco dance. Merito o fortuna? Sicuramente merito.


(Pubblicato il: 28/11/2013)