Soundtrack - giugno 2010

Dennis Hopper Tribute
Cinque recensioni scelte esclusivamente in base alla riuscita dei ruoli ricoperti da Dennis Hopper, uno dei più grandi.

THE TRIP
ELECTRIC FLAG: AN AMERICAN MUSIC BAND
Curb Special Markets 1967
Questo è uno dei primi film che vede Hopper in una parte importante, dove regala al pubblico un personaggio distante dalla tipica frenesia che lo ha contraddistinto durante la sua carriera: in questo caso interpreta semplicemente un pacifico consumatore di acidi. The Trip, diretto da Roger Corman, scritto da Jack Nicholson, interpretato da Peter Fonda e Dennis Hopper, rappresenta l'apri porta ad Easy Rider. E' un film sperimentale nella stesura della sceneggiatura (in parte ispirata alle pagine più in acido di Kerouac), psichedelico nella regia, nella visione e nella colonna sonora. Gli Electric Flag vengono chiamati da Fonda per sostituire gli International Submarine Band di Gram Parson troppo rigidi per un film sull'LSD. Non ci sono problemi invece per gli Electric che proprio con The Trip inaugurano la loro brevissima carriera su vinile, dall'estro di Mike Bloomfield, Buddy Miles e Barry Goldberg esce un sound poliedrico che sa adattarsi bene ai sali e scendi di Fonda nello svolgersi del film, e non solo nei momenti di acidosi acuta. Chi infatti si aspetta un disco in LSD sbaglia di grosso, è più un disco per LSD dal quale sfociano diverse influenze sonore, dall'orientaleggiante Synesthesia ad una Pickettiana Home Room, senza tralasciare la forte influenza del free-jazz e del bebop nelle improvvisazioni di sax. Ogni pezzo è frutto di una ricerca sonora con influenze psichedeliche rappresentate per lo più da hammond, sintetizzatore e chitarre effettate come ad esempio in M-23. Un disco quindi abbastanza singolare nel panorama psichedelico degli anni '60, composto in maniera intelligente e ponderata, sicuramente la migliore uscita degli Electric Flag in tutta la loro breve ma influente carriera.

APOCALYPSE NOW REDUX
CARMINE COPPOLA and FRANCIS COPPOLA
Nonesuch 2001
Altro film che vede un'interpretazione straordinaria di Hopper è senza ombra di dubbio Apocalypse Now di Francis Ford Coppola, una produzione travagliata che diverrà una pietra angolare nel tempio della settima arte. Compositore in questo caso è il padre di Francis: Carmine, nasce a NY nel 1910, studia alla Juilliard, suona nell'orchestra di Toscanini e collabora sin dall'inizio con suo figlio Francis, anche se il riconoscimento più grande lo avrà assieme a Carroll Ballard per The Stallon. Oltre ad essere una colonna sonora cult per le sue tracce esterne (Doors, Creedence, Wagner) e una vincente collaborazione padre-figlio, l'opera di Coppola Senior per Apocalypse Now rappresenta a pieno titolo il concetto di esplorazione, e non stiamo parlando solo di giungle e fiumi, ma della dispersione della razionalità dell'uomo in posti alieni e in situazioni anti-umane. La partitura inizialmente scritta per un'orchestra è stata eseguita con l'uso di sintetizzatori e il suono che ne scaturisce è quindi freddo, distante dalla corposità che avrebbe dato un'orchestra. Lo si può riscontrare immediatamente in The Delta dove un sound alla Blade Runner si unisce ad infinite carrellate di paesaggi giungleschi e acque torrenziali marroni, anche se la più inquietante è senza dubbio Chef's Head seguita da una terribile e quasi monotonale Kurtz Chorale. Se il film entra sotto la pelle è sicuramente anche grazie all’astuzia compositiva dei due Coppola che hanno trovato il metodo giusto per disorientare l’ascoltatore, spaesarlo, farlo sentire come una lumaca sulla lama di un rasoio. BLUE VELVET
ANGELO BADALAMENTI
Varese Sarabande 1990
Forse la più grande interpretazione di Hopper: Frank Booth. Colonna sonora uscita solo quattro anni dopo il film, sancisce l’inizio dell’eterna amicizia Badalamenti-Linch. Registrata con la Film Symphony di Praga presenta lo stile di Badalamenti ancora in evoluzione ed è infatti riscontrabile sin da subito una forte influenza del massimo compositore hitchcockiano Bernard Herrmann. In Night Streets e nel tema di Frank è possibile scorgere alcuni richiami al main theme di Vertigo e The Knife di Psycho, anche se qualche tema avvicinabile al tipico stile di Badalamenti è ritrovabile nella stupenda Mysteries Of Love (French Horn Solo) composta assieme a Lynch stesso e nei jingle di Lumberton U.S.A. Il disco non è certo dei più allegri, infatti non si accontenta semplicemente di accompagnare la scena, ma anche di appesantirla, tanto quanto faceva la Quindicesima sinfonia di Shostakovich (lo stesso compositore del main theme di Eyes Wide Shut per intenderci) fatta ascoltare da Lynch al cast prima delle riprese: Jeffrey’s Dark Side ne è un ottimo esempio. Il tema di Frank e Frank Returns sono sicuramente le tracce più rappresentative dell’album, i toni gravi , i sali-scendi di archi e le interruzioni dei fiati a mo' di clacson da tir in corsa sono il riassunto delle sensazioni emanate da Badalamenti per il capolavoro Lynchano, quasi cucito addosso ad Hopper. Rimane quindi un’opera importante per i fan di Lynch e soprattutto per gli ammiratori di Badalamenti, che hanno l’occasione di ascoltare le sinfonie del maestro in piena evoluzione.

SLEEPWALKIN
CHRISTOPHER YOUNG
Lakeshore 2008
Una delle ultime fatiche di Hopper, con un ruolo non certo principale, ma sono quei pochi minuti che valgono il biglietto. Christopher Young è invece un super-prolifico compositore che spazia dall’horror al fantasy, dall’avventura al dramma: come in questo ultimo caso. Sleepwalkin è infatti un film drammatico-adolescenziale diretto dal debuttante William Maher e mai uscito nei cinema italiani (nonostante sia uno strappalacrime da 5 stellette). Christopher decide di amplificare il caos emotivo dei personaggi con ulteriore caos, a partire dalla stessa Sleepwalking. Con pochi elementi basilari in cui il piano fa da padrone decide di dare un atteggiamento sfumato e centellinato (Twisted hearts, Broken Souls) più o meno ad ogni pezzo, mantenendo sempre un tappeto di archi non definito che funge da sottofondo riverberato continuo; lo stesso pianoforte sembra essere suonato con il pedale abbassato per non suddividere troppo chiaramente le note (Three Angels Underground, Sparkie Road). Pochi elementi, temi minimali e sfumati sono gli ingredienti di Sleepwalking, siamo nella situazione cui la musica funge da ottimo riempitivo o poco più; non è infatti presente in tutte le scene e spesso è confinata in pochi secondi. La traccia più rappresentativa è sicuramente Heavens To Be Had, un pezzo crepuscolare quanto lo è la fotografia della pellicola per almeno metà del film.

PALERMO SHOOTING
IRMIN SCHMIDT
Mute Records 2008
Dennis Hopper è la morte. Palermo Shooting è un film che ha diviso la critica, c’è chi dice che Wim Wenders abbia perso il suo tocco e chi sostiene che sia l’ennesima prova di un talento senza fondo. In poche parole: Finn è un fotografo di fama internazionale con la maledizione del vortice consumistico, ultra-produttivo, senza sonno, con un cellulare che squilla in continuazione e le cuffie perennemente nelle orecchie a designargli una colonna sonora personalizzata di Varius Artist. Finn decide di resettare tutto e ricominciare a Palermo. Per il soundtrack vero e proprio dell’opera è stato scelto Irmin Schmidt, leader della storica band avant-garde tedesca CAN e con una buona esperienza compositiva alle spalle. Come in tutti i film di Wenders la musica sostiene un ruolo non secondario alle altre componentistiche della pellicola, Schmidt ha utilizzato tre varianti in tutto l’album: dei soli di fisarmonica (Flavia Theme), dei soli di tromba (Strange Luck), delle composizioni caotiche (Dream I II III). Se nel primo caso i temi sono semplici e con poche variazioni, nel secondo sono impregnati di musica jazz grazie alla collaborazione di Markus Stockhausen nella stesura. Nonostante questa lampante suddivisione di genere il disco rimane comunque in un corpo unico, sempre vicino al metafisico, all’onirico, lento e lontano, analogico.


(Pubblicato il: 28/11/2013)