Arancioni meccanici

Arancioni meccanici
Gli Arancioni Meccanici (il nome non deve fuorviarvi perché Kubrick può riposare in pace) sono una band nata a Milano nel 2004 che ha esordito con un demo di quattro brani dopo un anno di vita e giunge solo ora al vero disco, quello sul quale tutti possono esprimere pareri e dare giudizi. Il disco, registrato da Giulio Favero (One Dimensional Man, Teatro Degli Orrori) e Livio Magnini (Bluvertigo, Jetlag) è uno specchio fedele di quello che l’Italia ha prodotto, musicalmente parlando, negli ultimi decenni. In questo omonimo cd c’è la new wave dei Diaframma e Litfiba (l’inizio di “Mala Tempora” potrebbe essere un pezzo dei Joy Division o di Fiumani), il punk filo sovietico dei CCCP Fedeli Alla Linea (“La Minaccia Rossa” potrebbe essere un inedito di “Spara Juri”), l’elettronica dei Bluvertigo (“Tomorrow” potrebbe essere un pezzo di “Metallo Non Metallo” se non fosse per il cantato in inglese), l’alcool di Nick Cave (“Love” potrebbe essere il lato B di “The Ship Song”), un qualsiasi cantante anni sessanta (“Ti Porto Fuori A Cena” potrebbe essere stato un tormentone del 1964). Insomma gli Arancioni Meccanici si divertono un mondo a spaziare tra mille sonorità e questo sicuramente è un bene che però potrebbe diventare un boomerang e spiazzare più di un ascoltatore. Il gruppo forse dovrebbe decidere da che parte stare. Anche se sentendo come riescono a saltare da un genere all’altro sarà sicuramente una scelta difficile da fare. Tra i pezzi più riusciti, a mio modesto parere, “Mala Tempora”, “La Minaccia Rossa”, “Tumblin’ Heart” e “Uomini/Macchine”. Dal vivo immagino che siano molti coinvolgenti. Al prossimo appuntamento discografico.

Formato: cd


(Pubblicato il: 28/11/2013)