Sorry-ok-yes

Rubberized
Quando un gruppo manda in giro una rassegna stampa che comprende solo stralci di recensioni pubblicate all’estero la cosa diventa intrigante. Quando un gruppo viene chiamato a fare un tour di sette date nel Texas (sì, proprio quello di J.R.) la cosa assume connotati quasi epici. Quando un gruppo italiano viene definito in Inghilterra: “I Kinks aggiornati al 21 secolo”, la cosa diventa un tantino poetica. Quando un duo pubblica il primo album, dopo un ep ed un paio di demo che hanno portato ad aprire un concerto in America dei New York Dolls, non rimane che ascoltarlo e lasciarsi andare. Ebbene i Sorry Ok Yes con “Rubberized” non sono italiani, i loro nomi (Davide Materazzi e Simone Ferrari) nascondono sicuramente natali stranieri, altrimenti non si potrebbe spiegare come i nostri si trovino così a loro agio nello stoner rock di stampo statunitense di cui è intriso l’album. I paragoni sono facili ed ovvi, White Stripes su tutti, ma anche gli Artic Monkeys del terzo album e tutta la schiera di artisti che ultimamente hanno raccolto la sfida di suonare un rock blues malatissimo. Il disco, prodotto da Mac dei Negrita, scelta che sulla carta sembra strana, ma che ascoltando il risultato è assolutamente azzeccata, è una cavalcata tra deserti e highway perdute nel nulla del nulla. Un disco che scorre veloce come solo il rock riesce ad essere se frizzante e pestone. A questo punto un dilemma dovrebbe attanagliare il duo: “Abbandonare l’Italia e rifarsi una vita negli Stati Uniti, o continuare a rompere il c…o da noi cercando di smuovere qualcosa?”. Scelta ardua quando si ritorna a casa dopo un tour nel Texas. In conclusione andate a fare un giro sul loro myspace, merita, sì merita proprio, andate a vedere.

Formato: cd


(Pubblicato il: 28/11/2013)