Suoni futuri: la musica e la sua metamorfosi digitale

GLI INCONTRI ORGANIZZATI DAL CENTRO MUSICA AL DISMA 2000<br>
I nuovi media digitali stanno imponendo trasformazioni estremamente significative nella produzione e nella fruizione musicale. L'uso, infatti, di tecnologie che convertono (a volte anche con qualche approssimazione) qualsiasi tipo di informazione in bit, sta comportando quella che usualmente viene definita come progressiva 'digitalizzazione della cultura'. Il campionatore, ad esempio, è stato il primo strumento a permettere, appunto, di digitalizzare un suono e manipolarlo come se fosse un oggetto, e pur essendo stato dapprima considerato un accessorio, oggi viene valutato a tutti gli effetti come uno strumento a sè stante. Dopo il suo avvento l'evoluzione tecnologica ha portato ad una gestione dei suoni del tutto nuova, fenomeno che ha assunto dimensioni ragguardevoli in seguito all'uso diffuso di Internet, che, in quanto rete di collegamento fra computer in tempo reale, ha stravolto abitudini e formati adottati in precedenza. Fra questi si è imposta con forza nell'ultimo anno la possibilita' di scambiarsi brani musicali senza troppa difficoltà grazie allo standard mp3, un algoritmo di compressione che permette ai brani digitalizzati di diventare sufficientemente 'leggeri' da poter viaggiare in tempi accettabili da un computer all'altro. L'mp3, adottato come standard di massa (primo storicamente in campo musicale a non essere stato imposto da una lobby di corporations, ma autoaffermatosi per spontaneo 'contagio' da parte degli utenti) conduce inevitabilmente al fenomeno di 'smaterializzazione' dei suoni. Dopo aver manipolato fisicamente, infatti, le cassette, prima, e i cd poi, ora sono i file ad essere scambiati con maggiore frequenza, diventando l'ultimo supporto di registrazione adottato su scala planetaria. Ma i file non si 'vedono' nella realta' come i cd o le cassette, se non rappresentati come icone illuminate su un monitor, che una volta selezionate conducono alla riproduzione dei rispettivi suoni. A questo probabilmente non siamo ancora assuefatti culturalmente, ma è l'inevitabile conseguenza del passaggio dall'era analogica a quella digtale, che ci condurrà a guardare con occhi diversi tutte le informazioni che ci circondano.

La rete apre nuove possibilità anche in altri settori. La tendenza infatti, da parte degli artisti ad autogestire il processo di produzione e la successiva vendita dei loro prodotti fa riflettere su come le enormi possibilità di comunicazione della rete possano forse portare alla progressiva scomparsa di figure di passaggio delle merci come le etichette discografiche, i distributori e i negozianti. Almeno questo viene paventato da star del calibro di Public Enemy, Prince o Todd Rundgren che hanno già assunto, per motivi diversi, posizioni abbastanza radicali in merito, offrendo una sorta di 'abbonamento personalizzato' nei confronti dei loro utenti, che gli garantisca le stesse entrate di prima, col vantaggio di un rapporto diretto con i propri fan. C'è anche un altro aspetto legato agli effetti della modernità che val la pena di analizzare brevemente. Oltre alla fruizione musicale televisiva, attraverso cioè i rispettivi video associati ai brani, si ha la sensazione che la musica abbia sempre più bisogno di contenuti visivi. Molto interessanti, in tal senso, sono le ricerche informatiche in corso sulla generazione automatica di forme e colori associati a certe caratteristiche sonore. Come delle scatole magiche questi software cercano di produrre animazioni astratte che diano una delle possibili interpretazioni visuali di ciò che si ascolta. Ma i risultati che potranno essere raggiunti attraverso tutte queste trasformazioni, potranno essere svelati solo col passare del tempo e con la nostra relativa evoluzione culturale.


(Pubblicato il: 28/11/2013)