GIORGIO GABER

La Mia Generazione Ha Perso
Sono passati venti anni dall'ultimo album in studio di Giorgio Gaber. Considerando che il mondo cambia le carte in tavola ogni dieci minuti, in venti anni quante cose sono successe? Tantissime, sicuramente troppe. Però ascoltando il "nuovo" di Gaber sembra che il tempo si sia fermato. Le liriche si sono ovviamente aggiornate ai tempi, ma è l'atmosfera che permea il disco ad essere rimasta sospesa a mezz'aria, in un limbo a-temporale. Gaber racconta con il suo fare sempre pungente anche quando sembra che non ce ne sia bisogno, illumina concetti che sono ovvi, ma proprio per questa ragione seppelliti sotto tonnellate di ipocrisia e superficialità. Gaber arriva da Celentano e splende come una stella cometa che passa e tutti vorrebbero acchiappare per la coda. Gaber esce con il suo disco in studio dopo venti anni alla vigilia delle elezioni. Qualcuno se lo ricorderà quando torneremo a votare? Gaber è un pezzo di storia, una storia tutta italiana, che non ha ancora un finale, o forse è già stato scritto ma è chiuso in un cassetto. Gaber ritorna dopo venti anni in studio di registrazione ed ospita un intervento di Fausto Bertinotti nel libretto del disco. Unico appunto ad un ritorno perfetto. Unico neo ad una rentrèe di spessore. Gaber canta e noi ci fermiamo un attimo a dire: "No, non è vero. Però adesso che ci penso".

Formato: CD


(Pubblicato il: 28/11/2013)