SONDA

Recensioni Sonda


Sonda è un progetto del Centro Musica, finanziato dalla Regione Emilia-Romagna, nato per sostenere la creatività in ambito musicale. Sonda si propone di indicare la strada al talento a tutti gli artisti della Regione Emilia-Romagna che decideranno di sottoporre la propria arte a un manipolo di consulenti-musicisti, produttori discografici, manager, editori musicali – sette “saggi” che cercheranno di affinare il profilo artistico di ciascun iscritto, in modo da rendere più appetibile la loro proposta musicale per il mercato discografico. Tutto il materiale inviato o consegnato al Centro Musica, sarà ascoltato e assegnato a un valutatore, che dovrà realizzare un report da consegnare all’artista. A questo punto l’artista dovrà cercare di seguire i suggerimenti del tutor e arrivare, anche dopo alcuni report, a un prodotto musicale, pronto per essere divulgato. Proseguiamo, su questo numero di Musicplus.it, le recensioni di alcuni degli artisti iscritti.
 

RALVAMANIACS
I Ralvamaniacs arrivano da Bologna e sono un trio altamente “cattivo”. Nati nel 2002 hanno iniziato ad avvicinarsi alla musica facendo cover dei loro idoli. Poi dopo alcuni cambi di formazione si sono gettati a testa bassa nella scrittura di brani propri cantati in inglese. E non potrebbe essere altrimenti considerando il genere musicale dei nostri. Con quattro cd in carniere, pubblicati dal 2005 al 2009, i Ralvamaniacs fanno un thrash metal dal forte impatto. A Sonda si sono iscritti con “We Are Wrong” e “Reorder Your Mind”. La prima è un vero e proprio assalto sonoro con la voce cavernosa di Andrea Albertazzi che tritura anche i sassi, mentre la sua chitarra cerca di immolarsi dalla vetta più alta del mondo. Non da meno sono anche Christian Rinaldi (basso) e Valerio Fabbri (batteria). Un pezzo potente che sembra voglia mettere a ferro e fuoco il mondo intero. Con il secondo brano la cattiveria prende un impervio sentiero, voce e cori da brividi, musica densa come un lastrone di cemento armato. Insomma i Ralvamaniacs non hanno una virgola fuori posto. Continuate così che il divertimento è assicurato, per voi e per chi vi ascolterà.
I Ralvamaniacs sono stati attribuiti a Davide Benetti.

 

ALESYA
Alessandra Adabbo, in arte Alesya ha origini pugliesi ma vive a Carpi. Dall’età di quindici anni è appassionata di musica, tra lezioni di canto e di chitarra. Dagli inizi dei ’90 ha preso parte a diversi concorsi musicali, partecipando, tra gli altri, a Sanremo giovani e al Festival di San Marino, dove nel 2000 ha eseguito un brano arrangiato da Gigi Cavalli Cocchi (Clandestino, CSI, etc…). Dopo aver militato in una band al femminile, ha deciso per una carriera solista. Con i due brani presentati a Sonda, Alesya mostra il suo lato pop rock, con testi in italiano che ricordano le produzioni internazionali di alto spessore. In “Non Basta Una Parola” la verve di Alesya s'incastra bene nelle note musicali, in alcuni passaggi vocali una sorta di forzatura sarebbe da limare per rendere il tutto ancora più fluido. In “Angelo” il pop rock diventa limpido come acqua di sorgente, Alesya si destreggia tra le parole con destrezza, mentre nel frattempo i musicisti danno spazio ai loro strumenti con bravura e precisione. Anche in questo caso piccoli passaggi vocali sono da rendere più omogenei al resto del brano. Alesya dimostra comunque di avere le carte in regola per farsi notare.
Alesya è stata attribuita a Luca Fantacone.

 

JOLENE
I Jolene arrivano da Parma, almeno è quello che dice il loro Myspace, perché la band nelle note biografiche ha preferito non dare risalto alle notizie personali di ciascun componente o alla storia del gruppo. Sostengono, infatti, che quello che conta sono le canzoni. Ineccepibile. “Non abbiamo la pretesa di raggiungere la grandezza, ma l’ambizione di risultare diversi dalla nebulosa di banalità che ci affligge, quella sì, la coltiviamo”. Con un manifesto programmatico di questo tenore ho ascoltato “Purple Nite”. Il suono è rock, sporco al punto giusto, ma non troppo originale, osare di più potrebbe aiutare la band a uscire dal già sentito, soprattutto negli assoli di chitarra. Sul versante vocale Jenny Rovesti dimostra capacità e buona interpretazione. Con “Intrusive Silence” le cose si complicano. Il pezzo prende diverse direzioni di genere tra il rock, la psichedelica e il progressive, mettendo in seria difficoltà l’ascoltatore, o perlomeno in sottoscritto. Jenny è sempre capace di prendere in mano le redini del pezzo con la sua voce e cavalca le note con scioltezza. Un suggerimento, uscire dagli steccati di genere, cercando di non esagerare con le influenze artistiche. I Jolene hanno comunque ampi spazi di maturazione. I Jolene sono stati attribuiti a Marco Bertoni.

 

KILL JESUS KILL
I Kill Jesus Kill arrivano da Modena e hanno un unico obiettivo, quello di non lasciare scampo alla noia dell’Emilia paranoica. L’importante però è che non prendiate alla lettera queste parole -sono loro- perché qui non ci sono echi di CCCP o Ferretti, qui c’è un duo (Fabrizio Muni , chitarra e Simone Fazio , batteria) che fanno un gran casino. Ovvio che i richiami ai defunti White Stripes ci stanno tutti, qui però manca la voce e un brano come “Single Service Friend” è un bell'esempio di rock sudato e schizofrenico. I Kill Jesus Kill non inventano niente di nuovo, però lo fanno con passione. In “GDA” la tensione si allenta, tanto che il duo può apparire come un combo di post rock sotto l’effetto di bevande energetiche. C’è poco da aggiungere in un versante sonoro che negli anni ha regalato agli ascoltatori tanti gruppi, tanti dischi ed energia a profusione, così il consiglio ai Kill Jesus Kill è di divertirsi, di pestare sugli strumenti e poi succeda quello che deve succedere. L’Emilia paranoica è ancora là fuori che ci aspetta, non potrebbe essere altrimenti. Però fate attenzione, questo duo non c’entra nulla con la noia in formato industriale.
I Kill Jesus Kill sono stati attribuiti a Daniele Rumori.

 

UMA
Gli Uma sono di Reggio Emilia e sono in pista dal 2006, quando diedero in pasto agli ascoltatori un primo cd a scopo promozionale. Proprio grazie a quel promo la band ha trovato casa presso la Black Fading/Action Direct che ha deciso di investire sul gruppo e portarlo al vero e proprio debutto. L’album registrato da Cristiano Santini (Disciplinatha) e masterizzato da Francesco Donadello (Giardini di Mirò) contiene, tra i pezzi presenti in scaletta, anche i due brani con i quali gli UMA si sono iscritti a Sonda. “Veleno”, che dà il titolo anche all’album, è una canzone che potrebbe ricondurre a certe sonorità care a Marlene Kuntz e Afterhours, anche se un aspetto più “dolce” fa capolino durante il percorso del brano e rende il tutto originale al punto giusto. In “Per Un Minuto” il rock diventa più “esasperato”, il testo si snoda tra frasi sussurrate e parti urlate, con un tappeto sonoro che mastica tutte le molecole d’aria che si trovano davanti alle casse acustiche. Gli Uma potrebbero essere pronti per farsi conoscere dal grande pubblico, sempre se esiste ancora il grande pubblico e sempre che sia interessato a qualcosa che offra energia e non solo sdolcinate canzoni.
Gli Uma sono stati attribuiti a Davide Benetti.

 


(Pubblicato il: 25/07/2014)