“Il jazz è un graffito dell’anima, amava dire Thelonius Monk, uno che nella musica cosiddetta afroamericana ha lasciato un segno che definire tangibile è poco. Anche l’anima del Faxtet, quintetto sulla scena ormai da vent’anni, mostra segni indelebili di un rapporto viscerale con una musica che con loro è spontanea, irruente perché nasce dal profondo e al di fuori di quella ritualità tipica delle espressioni sonore del terzo millennio. Coffee Break è dimostrazione cristallina della voglia di suonare, di divertirsi e divertire, che anima il gruppo. E’ un disco infatti realizzato live nello studio, cioè senza sovra incisioni o altre malizie che in altri contesti servono a rendere perfetto quello che in realtà non lo sarebbe”, scrive Gianni Gherardi nelle note di quest'album. Un ringraziamento a Gherardi che “mi” ha servito la recensione su un piatto d’argento.
(Pubblicato il:
25/07/2014)