Editoriale del Senatore Giuliano Barbolini

Giovani musicisti, studenti, pensionati e tutti coloro che già versano i contributi previdenziali non saranno più obbligati a complicate procedure burocratiche e a ulteriori spese per la loro attività amatoriale se il compenso che ne deriva non supera i 5mila euro lordi l’anno. Lo stabilisce la Finanziaria 2007 (articolo 1, comma 188) che ha introdotto una rilevante novità a sostegno della creatività giovanile: si tratta di una grande conquista che risponde a una esigenza da sempre propugnata dal Centro Musica di Modena e da molte altre esperienze simili in varie città italiane.
Mentre, insieme alla senatrice Thaler e ad altri colleghi, elaboravo la proposta che poi è stata accolta in Finanziaria, tornavano alla memoria i miei anni da sindaco, le tante lamentele che mi era capitato di raccogliere da parte dell’associazionismo e del volontariato, ma anche da molti giovani, sulla pesantezza e la rigidità di norme e procedure che costituivano di fatto un freno alle iniziative e un ostacolo al bisogno di espressione creativa. I cittadini, giovani e non solo, hanno invece necessità di aiuto, di sostegno per poter manifestare liberamente il proprio sentire. E debbono poter trovare nelle istituzioni, anche nello Stato, un riferimento positivo che promuova opportunità e offra occasioni, non che le mortifichi.
I centri musica, le sale prova sono strumenti preziosi, merito di amministrazioni locali e regionali lungimiranti, ma l'80 per cento dei musicisti in attività è dilettante o appena emergente (almeno nel settore della musica popolare contemporanea): vuol dire che queste persone hanno bisogno di un’opportunità, di poter suonare in giro per testare la propria capacità e scegliere se poter aspirare alla carriera professionistica o se la musica o il teatro saranno “solo” un hobby gratificante. Con la nuova norma, noi abbiamo voluto offrire questa possibilità.

Naturalmente in una società complessa qualunque cambiamento finisce col toccare interessi e situazioni consolidate: così c’è una forte critica e preoccupazione nel mondo degli artisti professionisti, che temono una concorrenza “sleale” e una penalizzazione contributiva. In effetti la nostra iniziativa ha portato allo scoperto un settore del lavoro “fragile” sul piano delle tutele e dei diritti e su questo punto si dovrà sicuramente lavorare, ma guai a vedere una contrapposizione di interessi nella norma di cui stiamo parlando: si tratta invece di mondi diversi che devono dialogare. Perché è solo da un percorso comune, in grado di riconoscere diritti e tutele a seconda delle esigenze di ciascuno, che avremo più di musica dal vivo, più musicisti e più spettacoli in futuro.

Sen. Giuliano Barbolini<br> Capogruppo Ulivo<br>
VI Commissione Finanze e Tesoro


(Pubblicato il: 28/11/2013)