Sonda - Recensioni 6

Sonda è un progetto del Centro Musica, finanziato dalla Regione Emilia-Romagna, nato per sostenere la creatività in ambito musicale. Sonda si propone di indicare la strada al talento a tutti gli artisti della Regione Emilia-Romagna che decideranno di sottoporre la propria arte ad un manipolo di consulenti-musicisti, produttori discografici, manager, editori musicali – otto “saggi” che cercheranno di affinare il profilo artistico di ciascun iscritto, in modo da rendere più appetibile la loro proposta musicale per il mercato discografico.
Tutto il materiale inviato o consegnato al Centro Musica (non ci sarà una limitazione di tempo perché Sonda rimarrà operativo come progetto sperimentale fino a metà del 2006), verrà ascoltato ed assegnato ad un valutatore, che dovrà realizzare un report da consegnare all’artista. A questo punto l’artista dovrà cercare di seguire i suggerimenti del tutor ed arrivare, anche dopo alcuni report, ad un prodotto musicale, pronto per essere divulgato. Proseguiamo, su questo numero di Musicplus.it, le recensioni di alcuni degli artisti iscritti.
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Jacopo<br>
Jacopo arriva da precedenti esperienze musicali di gruppo con i Mirage, i Doraemon (punk rock band con alcune importanti esibizioni live in carniere), gli Smokin’ Bananas (ska-core) e i La Nuda Folla (tra il pop e jazz, passando per il reggae e lo swing). Da questo passato tumultuoso si è scoperto cantautore con un’anima dolce e solare ed ha scritto alcune canzoni che sono finite nel suo primo cd autoprodotto. A “Sonda” Jacopo si è iscritto con “Balliamo Sorelle & Fratelli” e “La Danza Della Pioggia”. Proprio con quest’ultima canzone Jacopo mostra una sensibilità molto spiccata ed il testo è perfettamente calato in una melodia zuccherina. La lirica si snoda attraverso “immagini” fortemente evocative e Jacopo riesce nella difficile prova di mettere a nudo la sua anima. Alcune parole un po’ troppo tirate per i capelli sarebbero da rivedere, ma nel complesso il pezzo risulta interessante. Con “Balliamo Sorelle & Fratelli”, il giovane cantautore reggiano sembra diventare un profeta religioso con la chitarra in mano, che cerca di ammagliare i proprio fedeli con un pezzo dal piglio sbarazzino. Da riscrivere il ritornello “Uao Uao Uao”, troppo semplicistico e poco accattivante.
<br>Jacopo è stato attribuito a Marco Bertoni.
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Gil’ò<br>
Daniele Ferretti è nato nel 1953 ed ha pubblicato un cd con il nome d’arte di Gil’ò a metà dell’anno scorso grazie alla Faredollars Music di Faenza. Daniele fa musica da tanti anni, era la voce ed il batterista dei Guercia Figura Goffa, band di progressive con all’attivo un album ed importantissime esibizioni live come gruppo spalla nei tour italiani di E.L.P., Van Der Graaf Generator, Quintessenze, Genesis, Exeption, Amathing Blondel e Renessaince. Insomma Daniele è uno che con la musica ha da sempre flirtato in maniera assidua e costante. Tra i quindici brani del suo debutto da solista ha scelto “Buon Viaggio” e “A Babo” per iscriversi a “Sonda”. La prima è una canzone che risente (giustamente) delle radici romagnole di Daniele, un delicato brano che accarezza le note di un ispirato Gil’ò. La seconda invece è una dedica con il cuore in mano a suo padre, raccontata con la metafora di un “motore” sempre pronto a portare Gil’ò lungo le asperità della vita. Brano toccante e perfettamente riuscito. Gil’ò dimostra di avere stoffa e di aver maturato negli anni un'esperienza, che oggi mette al servizio di canzoni a metà strada tra il rock pop e la scuola cantautorale, tanto cara al nostro Paese. Bravo. <br>Gil’ò è stato attribuito a Marco Bertoni.

Margot<br>
I Margot si sono incontrati a Bologna nel 2000, provenienti dalla Sicilia e dalla Sardegna. Le loro coordinate sonore si muovono tra il jazz e la musica indie, solitamente non amano le parole, anche se in alcuni casi qualche incursione vocale recide la loro musica strumentale. Nel 2006 hanno pubblicato un demo album la cui lunghezza totale di 27 minuti ha messo il gruppo in difficoltà nello scegliere i due brani per “Sonda”, considerando che il cd è una sorta di viaggio sonoro da farsi dall’inizio alla fine della sua tracklist. Arrivati alla stretta finale hanno deciso per “Nazbega” e “Elena”. La prima è un movimento sonoro onirico che ricorda in alcuni momenti i Sigur Ros più spirituali. In questo caso è solo la musica a farla da padrona, musica sottolineata grazie a movimenti leggeri ed a volte lontani, come se un suono distante ci portasse all’orecchio pace e amore. Con “Elena”, invece, un loop con il vociare di bambini, verso il finale, ci porta alle poche parole pronunciate in tutta la canzone. Anche in questo brano il viaggio onirico è il trade d’union con il resto del mondo che circonda i Margot. Decisamente pronti per un ascolto di massa. Perlomeno quella massa pronta alle sonorità sognanti e delicate.
<br>I Margot sono stati attribuiti a Giampiero Bigazzi.
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Teresinè<br>
Maria Teresa Lonetti (in arte Teresinè) vive a Parma, ma le sue radici sono in Calabria ed è proprio questa distanza geografica con la sua terra, che caratterizza la sua musica ed alcuni testi in dialetto. Cantante anche in un gruppo di bossanova ed amante del jazz, Teresinè ha scritto una ventina di canzoni ed ha chiamato a raccolta diversi musicisti per dare corpo alle sue liriche. Ne sono nati brani dal forte sapore mediterraneo, dall’incedere tipico della musica folk ed etnica, di quella world music che tanto ha contribuito a far conoscere il mondo al mondo. “Il Tango Degli Scacchi” mette in evidenza la buona vocalità di Maria Teresa, con una fisarmonica in primo piano a sottolineare i passaggi più imponenti del brano. Con “Può Essere” Teresinè mi ricorda, invece, la bravissima Teresa De Sio, il brano ha un suo brio molto coinvolgente e Teresa potrebbe giocare la carta di qualche parola in dialetto per connotare maggiormente il pezzo. L’unico consiglio che mi sento di dare a Teresinè è quello di osare di più, di lasciarsi andare e toccare con la propria voce la sua anima. Da tenere sott’occhio.
<br>Teresinè è stata attribuita a Giampiero Bigazzi.
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Vanderlei<br>
I Vanderlei nascono a Bologna nel 2005. Quattro componenti su sei provengono dai Kybbuts, gruppo che ha lasciato ai posteri alcune registrazioni di matrice post rock, mentre il batterista proviene da un’altra formazione bolognese, gli Slim. I Vanderlei ci coagulano sul palco di un locale del capoluogo emiliano, grazie anche al violino elettrico di Jessica Delise. Nel 2006 sono tra i dieci gruppi scelti per rappresentare l’Emilia Romagna al MEI. I titoli dei brani scelti per rappresentare i Vanderlei a Sonda, sono: “Migliora” E “Calice”. Il primo è un pezzo squadrato con la voce di Cristian Volpi che potrebbe essere ancora più “cattiva”, per cercare di portare il pezzo verso un punto di non ritorno che sembra sempre sul procinto di essere raggiunto, ma che invece non arriva mai. La canzone potrebbe addirittura finire con un finale al limite del dolore acustico. In una catarsi di white noise allo stato puro. Il secondo brano invece mostra un lato dei Vanderlei meno “violento”. La voce, utilizzata in mezzo ad un bailamme di suoni e “rumori”, dovrebbe essere messa più in evidenza per dare maggiore enfasi alle parole di Cristian. La parte strumentale è forse da accorciare, o al contrario dilatarla all’inverosimile. Piccoli aggiustamenti per un “prodotto” già valido.
<br>I Vanderlei sono stati attribuiti a Giacomo Fiorenza.


(Pubblicato il: 28/11/2013)