Techno web - marzo 2007

DRM sì, DRM no
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Risale allo scorso dicembre l’ALT del Presidente della Commissione Europea, Josè Manuel Barroso, alla proposta di abolizione dell’imposta sulla vendita di supporti digitali (PC, lettori MP3, telefoni cellulari...) per l'accesso a musica e contenuti multimediali. La proposta era caldamente appoggiata (ovviamente) soprattutto dai produttori di apparecchi digitali, secondo cui l’imposta provoca un aumento dei prezzi di vendita delle apparecchiature, con conseguente distorsione del mercato. Il tutto ingiustificato (sempre secondo questa campana) a fronte della diffusione dei sistemi DRM - letteralmente “Digital Rights Management”, sistemi tecnologici che consentono di “firmare” e perciò di rendere identificabili e protetti i contenuti digitali, e di conseguenza di esercitare i diritti d’autore.
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Dopo mesi di dibattiti e lobby sfrenata, la proposta aveva praticamente ottenuto l’appoggio di quasi tutto il pool dei Commissari europei. La Direzione Generale per il Mercato Interno, responsabile del dossier, era pronta a presentarlo prima di Natale, ma è stata fermata in zona Cesarini, dopo che numerosi artisti, autori, editori ed associazioni per la protezione dei consumatori hanno fatto la voce grossa. La Francia ha avuto la parte del leone, con una lettera firmata niente meno che dal premier Dominique de Villepin. Quanto sono affidabili i sistemi DRM? Come ovviare alla criminalizzazione dei consumatori per copie ad uso privato? E quali conseguenze per gli autori, soprattutto gli indipendenti, che gravitano al di fuori del giro di accordi tra grandi case discografiche, service provider e produttori di apparecchi elettronici e digitali? Questi alcuni dei dubbi fondamentali avanzati dai cugini d’Oltralpe.
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Così, la Commissione si è presa una pausa per schiarirsi le idee. Ma, si sa, l’industria non si concede mai lunghi periodi di riflessione. Al Midem di Cannes, in gennaio, nuovi modelli di business sono stati messi a confronto, e si sono discusse le prospettive per il futuro di produzione, distribuzione e fruizione di musica digitale. Il segnale più importante che è emerso è una nuova (o rinnovata?) linea di tendenza favorevole alla distribuzione di contenuti digitali “liberi” dai sistemi DRM, grazie anche all’incremento delle rendite provenienti dalla pubblicità e dal marketing on-line.
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Per i produttori di apparecchi digitali questa non è certamente una bella notizia, mentre la Commissione si sta prendendo ancora un po’ di tempo per pensare...

Qualche riferimento digitale:<br>
Rhapsody – www.rhapsody.com – servizio firmato RealNetworks e basato sul proprio sistema DRM per la distribuzione musicale. Compatibile con un certo numero di lettori MP3, iPod (ovviamente) escluso.
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Opening soon...<br>
Qtrax – www.qtrax.com – servizio di distribuzione di musica online che utilizzerà una delle più diffuse reti peer-to-peer. Prevede una modalità “mista”: una completamente gratuita e finanziata dalla pubblicità, ed una basata su un abbonamento d'utilizzo mensile. Accordo già firmato con un buon numero di etichette, tra cui Universal, Sony/ATV, Warner Music, The Orchard, EMI, TVT Records.
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Baidu.com – www.baidu.com – popolarissimo in Cina, dove circa il 90% della musica è piratata, il sito e motore di ricerca Baidu ha da poco concluso un accordo con la EMI per il download di musica “DRM free”.
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VirginMega e FNAC - Non si conosce ancora il nome del servizio che verrà lanciato dai due distributori. Si sa già, però, che sarà destinato ad etichette indipendenti e che i sistemi DRM saranno rigorosamente tabù.


(Pubblicato il: 28/11/2013)