Quinzan

Lom a merz
Cerco informazioni su Quinzan e vado a visitare il suo sito. Mi trovo davanti una fattoria con tanto di prodotti tipici in vendita (olio, vino), un podere con albicocche, susine, pesche, kiwi e cachi. Perfetto mi dico tra me e me. Adesso posso ascoltare il suo cd. Come in una favola di un tempo che fu, vengo circondato da un folk in dialetto romagnolo, con fisarmonica in primo piano ed un gusto per la ballata da primato. Ripenso all’olio ed al vino e rimango folgorato. Se Quinzan riesce a produrre olio e vino come fa con le canzoni, allora i premi che ha ottenuto sono ampiamente meritati. Quinzan canta della sua terra, la Romagna, dell’essere contadino, del duro lavoro, ma anche della bella campagnola (“A Gramadora”) o dell’attesa della pioggia (“Stè D’Astè”). “Lom A Merz” è il secondo cd di Quinzan, e prende spunto dai fuochi che si accendono a fine febbraio per salutare l’arrivo della primavera e la conseguente fine del freddo inverno. Tradizione millenaria che Quinzan ci mostra fin dalla copertina del cd. Un album di folk meno politico rispetto a come siamo abituati (Modena City Ramblers ad esempio), ma non per questo meno coinvolgente. Mi immagino Quinzan mentre nel suo podere lavora la terra ed intanto pensa ad un testo in dialetto che racconti la giornata che sta trascorrendo. Me lo immagino di sera vicino ad un camino attorniato dai suoi amici, che casualmente sono tutti musicisti a cantare e suonare fino a notte fonda e poi senza riposarsi andare tra le zolle di terra che amorevolmente ci danno i frutti più buoni. Se amate il folk, ma anche se vi piace il buon vino e dell’olio genuino, avete trovato il vostro artista. Musica e sapori vanno a braccetto come non era mai capitato.

Formato: cd


(Pubblicato il: 28/11/2013)