The Stranglers

Suite XVI
Chi lo avrebbe mai immaginato (io perlomeno no di sicuro) che un giorno le canzoni degli Stranglers (gli Stranglers!!!) sarebbero diventate delle suonerie per i telefonini? Chi lo avrebbe immaginato? Invece è così e noi non possiamo che piegarci alla tecnologia che avanza impietosa, anche per chi crede ancora che il punk rock sia stata ultima rivoluzione in campo musicale degna di nota. Ma tant’è. Oggi gli Stranglers licenziano il loro sedicesimo album in studio e la band è tornata ad essere un quartetto, infatti Paul Roberts dopo sedici anni trascorsi con il gruppo ha abbandonato, casualmente anche Hugh Cornwell nel 1990 se ne andò dopo sedici anni. Cabala nient’altro che cabala. Ma torniamo a noi. “Suite XVI” ci ridona un ensemble in forma, forma già intravista nel precedente “Norfolk Coast”, a dimostrazione che i gruppi degni di sopravvivere esistono e continuano a fare dischi degni di essere acquistati. In “Suite XVI” potete infatti ritrovare gli Strangolatori più ispirati, quelli capaci di piegare il punk alle tastiere, quelli che si esibivano con danzatrici nude sul palco, quelli che non sono mai scesi a compromessi. Undici i brani in scaletta, con “See Me Coming” a dettare legge sulle altre, ma anche “Spectre Of Love” non scherza affatto e poi che dire di “A Soldier’s Diary”, che rasenta il capolavoro. Gli Stranglers sono in perfetta forma e a trent’anni dal loro primo disco non è male. I vecchietti del punk sono pronti per triturarvi le ossa, senza tante creste colorate o finte rivolte per teenager. Epocali come sempre.

Formato: cd


(Pubblicato il: 28/11/2013)