Soundtrack - marzo 2008

THERE WILL BE BLOOD<br>
JONNY GREENWOOD<br>
Nonesuch Records 2007<br>
Ecco cosa succede quando si dà la BBC Concert Orchestra in mano al genio creativo dei Radiohead: succede un capolavoro. Mi è dispiaciuto molto non veder assegnato l’Oscar a questo film per migliore colonna sonora.. ma il regolamento parla chiaro: se usi anche solo due secondi di partiture preesistenti ti puoi scordare la statuetta, ci sono infatti un paio di riutilizzi brevi di Arvo Part (compositore estone già riutilizzato in altre colonne sonore) e di Brahms. L’album “There Will Be Blood” dura poco più di 30 minuti per un totale di 11 tracce, tutte molto intense ed eleganti, trascinanti un’atmosfera vintage hollywoodiana (riscontrabile già dalla prima traccia “Open Spaces”) mescolata ad un coraggio compositivo assolutamente invidiabile (“Henry Plainview”). Jonny Greenwood, che nel 2004 è stato assunto dalla BBC come compositore per la loro orchestra, non è alla sua prima colonna sonora, nel 2003 aveva già musicato Bodysound (un vero e proprio album solista di esordio) in cui è riscontrabile quanto sia fondamentale per i Radiohead, ma è forse in questo lavoro, costruito su strumenti a lui non così facilmente accostabili, che si riesce a percepire meglio la versatilità (senza rassegnazione della spinta creativa: “Proven Lands”) di questo giovine capoccia. Veramente un lavoro ben riuscito, molto coinvolgente e molto atmosferico dall’inizio alla fine, anzi, direi che la traccia più toccante sia proprio “Prospector’s Quartet” che chiude questo lavoro così ben calibrato.

ATONEMENT<br>
DARIO MARIANELLI<br>
Decca 2007<br>
Si aggiudica l’Oscar per migliore colonna sonora 2008: Atonement (Espiazione), diretta e composta da Dario Martinelli (Magnolia, V for Vendetta), pisano, ma ormai londinese da quasi vent’anni e che sembra aver trovato la formula vincente assieme al regista Joe Wright, formula che gli aveva già procurato una nomination in Orgoglio e Pregiudizio. Gli elementi accentranti di questo lavoro sono tre: il pianoforte, suonato dal francese Jean-Yves Thibaudet (anche lui della Decca), il violoncello, suonato da Caroline Dale (prima violoncellista della English Chamber Orchestra) e una macchina da scrivere che tiene le redini ad un’orchestra intera (un colpo di genio del nostro Marianelli). L’album (15 tracce per 50 minuti) è una colonna sonora ben costruita, molto classica ed accademica, trascinata e non trascinatrice, totalmente sottomessa alla pellicola com’è giusto che sia in questo tipo di film, insomma è un soundtrack-tipo che svolge a pieno il suo mestiere senza mai distrarre lo spettatore da ciò che guarda verso quello che ascolta. Da sottolineare almeno due tracce molto rappresentative dell’intero lavoro: “Briony” che apre l’album e comincia proprio con il ticchettio di una vecchia macchina da scrivere che accompagnerà l’orchestra sino alla fine del pezzo, e “Elegy for Dunkirk” una delle tracce più drammatiche del disco nel quale si può apprezzare tutta la bravura di Caroline Dale in un lungo assolo di violoncello strappalacrime. Ottimo disco da sottofondo lettura o da giornata-uggiosa-alle-5-mi-faccio-un-te. Nulla di più.

DONNIE DARKO<br>
MICHAEL ANDREWS<br>
Enjoy Records 2002<br>
Primo film di Richard Kelly e primo soundrack per Micheal Andrews, destinati a divenire cult “grazie” alla censura americana. Il film infatti esce nelle sale una settimana prima dell’11 Settembre e il fatto che si veda il motore di un Jet piombare in una casa bè... ha causato qualche problemino..
“Le tue colpe finiscono con il diventare il tuo tratto distintivo” Micheal Andrew dixit dopo il successone di questa colonna sonora per lo più dovuta ad una splendida cover dei Tears Of Fears “Mad World” (invito tutti ad ascoltarsi l’originale per farsi un’idea sulla vena artistica di Andrews) cantata dal suo amico Gary Jules. “Le colpe” di Micheal si riferiscono alla semplicità compositiva di tutti i brani del disco dovuta ad una “deficienza” di virtuosismo al pianoforte, strumento impostogli dal regista che nega l’uso delle chitarre (suo strumento primario) e della batteria. Aldilà di “Mad Worls” (usata anche da David Fincher per uno spot dell’Xbox 360), il disco presenta altre 16 tracce che si muovono a ritmo di un valzer palpitante per oltre trenta minuti, "Liquid Spear Waltz" e "Waltz in the 4th Dimension” guarda a caso.. ne sono un esempio lampante: ricche di cadenze trascinanti il peso del sonno, dal gioco di “Middlesex Time” all’incubo di “Manipulated Living” ricco di suoni metallici pesanti e dissonanti. Un’atmosfera al limite dell’onirico anche grazie alla riesumazione del Mellotron (strumento a tastiera vintage anni ’60) che incute una vaga e calda elettricità in "Philosophy of Time Travel" ma anche nella splendida “Rosie Darko” che assieme a "The Artifact and Living" (avete presente la pubblicità dei palloncini della Volvo?) rappresentano in pieno tutta la bravura compositiva di Micheal Andrews. Un ottimo disco uscito negli USA nel 2002 non come Soundtrack (a causa della sua breve vita sugli schermi) ma come disco di Andrews per l’etichetta indipendente Everloving. Uscirà come colonna sonora invece in Europa e in Gran Bretagna (figurati se non facevano i diversi..) nel 2004 ne editerà addirittura un’edizione speciale doppia che include tutte le hit 80’s del film.


(Pubblicato il: 28/11/2013)