Zeroin

The Death Of A Man Called Icarus
Debutto ufficiale, dopo un paio di autoproduzioni, per i modenesi Zeroin. Nati nel 2000, il quintetto ha, leggo dalle note biografiche, mutato il proprio indirizzo musicale da una sorta di rock alternativo con matrici elettroniche all’attuale noiserock. Infatti ascoltando i brani di questo cd, dal titolo inquietante, non si può che fare richiamo alle band più blasonate del genere. Un pizzico di Tool, un poco di N.I.N., senza dimenticare una spruzzatina di Marilyn Manson, ma anche un leggero sapore di Helmet ed una essenza di Alice In Chains, sono le coordinate di movimento della band, coordinate che i nostri eroi riescono a piegare al proprio volere. La bellezza di “The Death Of A Man Called Icarus” è insita nel fatto che gli Zeroin sono perfettamente calati nel genere, riuscendo a risultare alquanto originali e cattivissimi. Tra le stilettate in scaletta figura perfino una cover di “Cowboys” dei Portishead, irriconoscibile e maledettamente coinvolgente. Il disco, registrato in Italia, è stato masterizzato, fase fondamentale per la riuscita di ogni produzione discografica, in quel di New York da Jesse Bacus. Il suono che ne è uscito è infatti assolutamente internazionale. Gli Zeroin con questo disco non sembrano affatto i fratellini minori dei nomi internazionali sopracitati, ma degni colleghi che potrebbero figurare al fianco di Trent o Maynard su un qualsiasi palco mondiale. Non male se consideriamo che la nostra scena musicale è snobbata in buona parte del globo terracqueo. Da ascoltare senza indugi a volume altissimo.

Formato: cd


(Pubblicato il: 28/11/2013)