Soundtrack - marzo 2009

SPECIALE OSCAR
Ecco qua tutte le recensioni (brevi e non) di tutte le colonne sonore candidate agli Oscar 2009. Inutile a dirlo lo stravincitore è stato The Millionaire (Slumdog Millionaire) di Danny Boyle, la cui colonna sonora di A. R. Rahman si aggiudica due statuette: per miglior colonna sonora e migliore canzone scritta per un film.

SLUMDOG MILLIONAIRE
A.R. Rahman
Interscope Records 2008
Si può ottenere un Oscar con un disco pianificato in due mesi e realizzato in due settimane? Sì, e Slumdog Milionaire, realizzato e prodotto da A. R. Rahman, ne è la dimostrazione. Unica indicazione da parte di Danny Boyle: “non voglio sentire un solo violoncello in tutto il lavoro, e voglio che ci sia Paper Planes di M.I.A.”. E così Rahman farà nel suo primo lavoro per Hollywood da Bollywood, dopo una vita spesa al pianoforte in tour dall’età di 11 anni e poi via con il cinema indiano a comporre soundtracks su soundtracks. Il ritmo urbano palpitante di Mumbai lo si percepisce dalla prima traccia, O...Saya, un misto tra l’elettro-indiano e il fresco Hip-Hop di M.I.A., e sarà proprio nello studio N.E.E.T. di quest’ultima che il disco verrà registrato. Rahman partorisce un lavoro molto audace, capace di legare le più riconoscibili assonanze della musica indiana a quella contemporanea, un esempio intelligentissimo è Liquid Dance, il cui nome richiama ovviamente il Liquind Dancing (la danza-robot per noialtri..), ma in realtà è la trasposizione elettro-hip-hop del canto sacro delle scimmie balinese (leggersi il Ramayana per uteriori approfondimenti). Un disco ricco di collaborazioni che lo rende molto vicino al Varius Artist ma che mantiene comunque un filo conduttore abbastanza limpido. Lo consiglio a tutti gli amanti indiofili con remembranze ultra pop 90’s, hip-hop-late 80’s, new-urban-2000... non so se mi spiego.. Io personalmente non sono del tutto convinto di questo ottavo Oscar per migliore colonna sonora, secondo me troppo galvanizzata dalle 7 statuette vinte negli altri campi (tra cui anche miglior pezzo originale per film con Jai Ho: meritatissima sopratutto per la parte finale), avrebbe meritato forse una composizione più vicina alla realizzazione dei soundtrack tradizionali come ad esempio il lavoro di Desplat per Benjamin Button, piuttosto che un varius artist non-varius-artist che rimane comunque un album splendido.

THE CURIOUS CASE OF BENJAMIN BUTTON
Alexandre Desplat
Concorde Records 2008
Tra le tredici candidature agli Oscar ricevuti da questo film, uno è relativo alla colonna sonora composta da Alexandre Desplat, un parigino molto prolifico che dopo una cinquantina di soundtrack francesi, diversi master tra Sorbona e London’s Royal College of Music, ha deciso di sbarcare il lunario nella ridente cittadina di Hollywood. Dopo La ragazza con l’orecchino di perla (2003), trova il pieno e meritato riconoscimento con il secondo film del music-video-maker Jonathan Glazer - Birth (2004) - di cui il tema del parto flautesco e primaverile è ripreso per un’altra nascita: quella di Benjamin Button in A New Life. Fincher (Seven, Fight Club, Panic Room) affronta il suo primo drama non oscuro della sua carriera azzeccando in pieno la scelta della delicatezza di Alexander Desplat per il suo soundtrack, la maestria di fare minimalismo con un’orchestra di 86 elementi è veramente da ammirare (Little Man Oti). I due o tre temi ricorrenti sono composti da 4 o cinque note, nulla di più: Meeting Daisy, Mr.Button, e anche nei momenti più intensi del film la musica così delicata ed ispirata riesce ad essere sempre all’altezza dello schermo: Submarine Attack, Sunrise On Pontchartrain. Non dimentichiamoci che questo è il nono soundtrack per Desplat nell’arco di due anni in cui possiamo trovare anche The Golden Compass e Mr.Magorium’s Wonder Emporium. Una statuetta mancata... MILK
Danny Elfman
Decca 2008
Un altro compositore molto attivo nel 2008 è stato Elfman, sempre accostato a Tim Burton o alla sigla dei Simpson, ma che in realtà sa andare in direzioni molto differenti toccando anche lo score per un film drammatico come Milk di Gus Van Sant. Milk si colloca pienamente nelle colonne sonore d’accademia, nel senso che non può funzionare come qualcosa di autonomo ma è esclusivamente accompagnatrice delle immagini che scorrono sullo schermo. Ovviamente il tema ricorrente durante i film è quello di Harvey Milk Harvey’s Theme, un pezzo che sottolinea tutta l’alta dignità che Van Sant ed Elfman vogliono conferire al protagonista. La gestione elfmaniana dell’orchestra è riconoscibilissma in quattro o cinque pezzi tra cui The Kiss la cui il coro di voci bianche trova spazio tra le ritmie tese degli archi in crescendo, come anche in Postscript e Anita’s Theme. In questo album non c’è spazio però per il caratteristico mondo onirico di Elfman, d’altronde non c’è molto da sognare nella storia del primo consigliere di San Francisco dichiaratosi gay, che per la sua bandiera arcobaleno venne assassinato assieme al sindaco nel 1978. Ma forse è proprio questa mancanza di oniricità che spinge oltre le speranze dello spettatore durante la visione della pellicola. Bravo Elfman. Bravo Gus.

WALL-E
Thomas Newman
Phantom Sound & Vision 2008
Thomas Newman non è nuovo alla Pixar, aveva già lavorato con loro in Finding Nemo del 2003 (e quando non ci lavora lui c'è suo cugino Ray Newman), ed è sicuramente ricordato per la superlativa colonna sonora di American Beauty (1999). Con Wall-E proverà per la decima volta (senza riuscirci) ad aggiudicarsi l’Oscar, questa volta con due nomination: migliore colonna sonora e miglior pezzo originale, si tratta di Down on Earth scritta assieme a Peter Gabriel per il film. Potete solo immaginare quanto di aiuto deve essere lo score per un film nel quale praticamente non si dice una parola... e senza sottrarre nulla agli animatori della Pixar. Il soundtrack di Wall-E rimane tra il background e l’azione traducendo con assoluta efficacia gli impulsi di questo “numero5” lasciato sulla terra per ripulirla dalla spazzatura dell'uomo. Nel complesso è un soundtrack leggero, con molte tracce allegre e pochissime ad indurre drammaticità. L’immaginario del sogno e dello spazio traspare perfettamente dall’orchestra di Newman in cui le arpe fanno da padrone. Molto tradizionale, molto disneyano, ma d’altronde per dei film d’animazione come quelli della Pixar è difficile muoversi altrimenti. Un buon lavoro quello di Newman ma sicuramente non da statuetta.

DEFIANCE
James Newton Howard
Sony Classics
Della serie ci servono cinque nomination e non sappiamo cosa metterci: Defiance di James Newton Howard. Per essere più chiari: il soundtrack non è male, anzi, è studiato attorno al violino (il protagonista della cultura musicale ebraica) magistralmente domato da plurinominato ai Grammy Joshua Bell e orchestrato dal sempre un po’ tetro James Newton Howard (The Dark Knight, Blood Diamond, Lady in the water). L’intero soundtrack mantiene un andamento molto pacato, la tonalità bassa dell’orchestra viene lacerata dai temi sempre sofferti del violino. Durante il film il suono è spesso impercettibile se non nei momenti di estremo pathos: è per questo che reputo Defiance una buona colonna sonora ma sicuramente non da candidatura all’Oscar, la musica funge più come da singola nota di sottofondo, un’aggiunta a volte impercettibile, piuttosto che un componimento musicale accompagnatore di immagini.


(Pubblicato il: 28/11/2013)