Kash

Open
La casa discografica è statunitense (Chicago), il quartetto è italiano (Torino), l’album (il secondo) si intitola “Open”, loro invece si fanno chiamare Kash. La musica si può definire post-rock, termine usato ed abusato, quindi potremmo tirare in ballo anche la no wave di lunchiana memoria, o l’avantgarde. “Open” infatti è quarantuno minuti e cinquanta secondi di avanguardia rumorista, di suoni dilatati, di chitarre taglienti, di voci ripetitive fino all’ossessione. In questo lavoro anche i vuoti sono al servizio della musica e la “pazzia” artistica sembra sposare la normalità di ritmiche squadrate che confluiscono in viaggi siderali. Voci lontane si intersecano con sax penetranti e le nostre barriere di difesa si arrendono al gioco di “Porno Space”. Stefano Abba (voce), Paride Lanciani (chitarra), Luigi Raca (basso) e Flavio Cravero (batteria) sono i quattro cavalieri erranti che hanno trovato casa nella città del vento. Se amate la sperimentazione, i dischi di James White, quelli di Lydia Lunch ed avete custodito gelosamente la vostra copia di “No New York” come una reliquia sacra, “Open” è nelle vostre corde, perché risentire sempre il primo lp dei Suicide è diventata una noia mortale. Kash da Torino alla conquista del mondo, perlomeno il mondo obliquo.

Formato: cd


(Pubblicato il: 28/11/2013)