Sonda - Recensioni 7

Sonda è un progetto del Centro Musica, finanziato dalla Regione Emilia-Romagna, nato per sostenere la creatività in ambito musicale. Sonda si propone di indicare la strada al talento a tutti gli artisti della Regione Emilia-Romagna che decideranno di sottoporre la propria arte ad un manipolo di consulenti-musicisti, produttori discografici, manager, editori musicali – otto “saggi” che cercheranno di affinare il profilo artistico di ciascun iscritto, in modo da rendere più appetibile la loro proposta musicale per il mercato discografico. Tutto il materiale inviato o consegnato al Centro Musica (non ci sarà una limitazione di tempo perché Sonda rimarrà operativo come progetto sperimentale fino a metà del 2006), verrà ascoltato ed assegnato ad un valutatore, che dovrà realizzare un report da consegnare all’artista. A questo punto l’artista dovrà cercare di seguire i suggerimenti del tutor ed arrivare, anche dopo alcuni report, ad un prodotto musicale, pronto per essere divulgato. Proseguiamo, su questo numero di Musicplus.it, le recensioni di alcuni degli artisti iscritti. Bridge Of Darklake
Nel 2003 a Carpi nascono i Bridge Of Darklake. L’intenzione è quella di produrre un demo cd acustico, intitolato “Sinopie”. L’intesa tra i componenti della band risulta essere così totalizzante, che i musicisti coinvolti in questa estemporanea attività unplugged decidono di continuare insieme, allargando però i propri orizzonti sonori. Inutile negare che ascoltando i due brani con i quali l’ensemble si è iscritto a Sonda, si viene catapultati indietro nel tempo, all’epoca d’oro del rock internazionale. Con i Bridge Of Darlake sembra, infatti, che il tempo si sia fermato agli anni settanta, quando Pink Floyd, Led Zeppelin e Doors dettavano legge nel mondo della musica. “Burned Ground” sembra uscita dalla penna di un giovane Gilmour, che ha incontrato sulla sua strada l’amico Plant deciso ad ammorbidire la sua musica, mentre Morrison guarda divertito l’esito di questo scontro. Con “The Things Way On” il sound si fa più energico, qui i Led Zeppelin strizzano l’occhio ai Deep Purple, mentre i Black Sabbath osservano sornioni. I Bridge Of Darklake sono solo caduti sulla Terra con trenta anni di ritardo, ma quando si tratta di rock, i viaggi spazio temporali sono ammessi e concessi. Rock psichedelico suonato con partecipazione e devozione.

Quiver
Nati nel settembre del 2000, i Quiver hanno trascorso il primo anno di vita tra cambi di formazione e aggiustamenti di genere. Dopo essersi fatti le ossa con cover di Nirvana, Pearl Jam, Rage Against The Machine, Blur (?) ed aver subito altri cambi di formazione, arrivi e defezioni, il sound dei Quiver si è finalmente arroccato su posizioni decisamente estreme. Non a caso “Born Life”, uno dei pezzi con i quali si sono iscritti a Sonda, potrebbe benissimo essere un lato B di un singolo dei Queen Of The Stone Age. Suono squadrato, cantato incazzoso che ogni tanto si lascia andare a momenti melodici, per un brano decisamente ben riuscito. Nel secondo pezzo, “Blue Eye”, la musica non cambia, forse i nostri si avvicinano di più ai Tool rispetto alla canzone precedente, un muro del suono si alza davanti alle nostre orecchie. Ad un certo punto il brano si ferma, Andrea Della Porta sussurra una frase e poi si riparte su un’onda altissima di vigore sonico. I Quiver non fanno prigionieri. I Quiver pestano duro e già me li vedo su un palco enorme, davanti a schermi giganti vestiti da cowboy, che si agitano come forsennati, mentre l’audience si piega come erba al vento. Bravi ed incazzati al punto gusto.

Toz
Antonio Piretti, in arte Toz, è un giovane cantautore bolognese che si è avvicinato alla musica da un paio d’anni, prima si era dedicato ad altre attività artistiche e non. Oggi, imbracciata una chitarra, ha deciso che la musica poteva diventare un mezzo di comunicazione efficace per le sue emozioni. Ascoltando i brani inviati a Sonda ci si accorge che Toz scrive in italiano ed inglese con particolare facilità. Con “They Are Still Here” mette decisamente a nudo la sua anima, novello cantastorie armato di una sei corde acustica, che potrebbe entrare nel giro dei giovani autori come Damien Rice o Joseph Arthur. Canzone sofferta che deve solo levigarsi in alcuni passaggi, forse troppo spigolosi per un pezzo che invece trae la sua forza da un motivo musicale che deve scivolare sulla pelle senza graffiare. Nel secondo brano, “Il Tuo Nome Nelle Parole”, Toz si cimenta con l’italiano, lingua ostica se non addomesticata ben bene alla metrica. In questo brano Toz sembra voler fare il verso al Gigi D’Alessio nazional popolare, in una sorta di canzone d’amore strappalacrime. Toz sembra però più a suo agio nella lirica in inglese e forse abbandonare l’italiano potrebbe essere una scelta per crescere ulteriormente e dedicarsi anche a sonorità meno “sanremesi”. Ma questa decisione spetta solo a Toz e alla sua esigenza di comunicare emozioni. Garage Diva
I Garage Diva si coagulano nel 2001 con un chiaro intento, quello di unire le sonorità tipiche del rock alla musica elettronica. Diversi cambi di formazione hanno portato la line-up a Michele Raggi (voce, chitarra, synth), Gianluca Tamperi (basso), Michele Monti (chitarra) e Andrea Bratti (moog, synth). Alcuni concorsi (vinti) e tanti concerti in regione, hanno formato l’ossatura della band, che per Sonda ha deciso di far ascoltare “Quando Ci Sei Tu” e “Blu Con Lei”. Il primo brano, già apparso nella raccolta “Multibanda Vol. 1”, è un buon pezzo di Rock Pop che richiama in maniera decisamente evidente i Subsonica. Il cantato e l’uso filtrato della voce è un segno molto tangibile della lezione che il gruppo torinese ha elargito ai Garage Diva, come i suoni elettronici che potrebbero benissimo essere suonati da Boosta e tutti (critici e pubblico) sarebbero qui a dire quanto sia belli, importanti e potenti. Ma i Garage Diva non hanno ancora raggiunto lo status dei Subsonica e quindi il metro di giudizio, loro malgrado, è diverso. Nel secondo brano la personalità dei Garage Diva viene decisamente a galla, forse piccoli echi, nella voce, del Moltheni più romantico, si odono qua e là. Proprio il cantato è la parte più “critica” del brano, certe parole sono un po’ tirate per i capelli. Comunque sia i Garage Diva hanno le capacità per farsi conoscere. Continuate a testa bassa.

Nasty Laugh
I Nasty Laugh sono nati nel settembre del 2005 dallo scioglimento dei Sunny Ride Trier, punk band con circa 100 concerti in carniere. Erik e Jeff, rispettivamente chitarrista e batterista, si sono uniti a Ciamma (basso, già Ex Presidenti) per continuare a produrre quello che è il loro amore primario: l’emo-core di stampo Epitaph. Testimonianza di questa viscerale passione lo sono anche i due brani con i quali il terzetto si è iscritto a Sonda. “Derrik” è puro Blink 182, No Use For A Name e Yellowcard style. Una linea melodica molto marcata, si sposa con un drumming squadrato ed un cantato che cavalca le note di una chitarra, come che fosse un bambino felice di giocare ai giardinetti sotto casa. Stacchi ed attacchi si susseguono senza un attimo di riposo, come vuole e pretende il genere. Con il secondo brano, “Boring”, i nostri mantengono lo stesso passo, anche se il pezzo sembra più strutturato e curato nei piccoli particolari. Insomma nulla da rivedere o cambiare, perché i Nasty Laugh eseguono con perizia e capacità un genere diventato uno stereotipo in mezzo mondo. Nell’emo-core non si cerca di certo l’originalità ed è proprio questo l’empasse difficile da superare per non rimanere intrappolati dentro una fotocopia simile ad altre mille. Bravi e perfetti, ma osate di più.


(Pubblicato il: 28/11/2013)