The Stone Roses

The Stone Roses, Silverstone 1989

Ci sono gruppi, pochi a dire il vero, che con un solo album all’attivo hanno lasciato un segno indelebile nella storia del rock. Una di queste band risponde al nome di Stone Roses. Il loro primo omonimo album pubblicato nel 1989, è considerato il precursore di tutta l’ondata ‘Brit Pop’ che avrebbe invaso il mondo al grido di Oasis, Blur, Menswear, Gene, Marion, Bluetones, ecc. Infatti gli Stone Roses, pur avendo registrato un secondo lp dopo uno stop di sei anni a causa di una diatriba con la precedente casa discografica, sono e rimangono il primo omonimo album. Un album nato dall’incontro tra Ian Brown (voce) e John Squire (chitarra), amici d’infanzia che dopo alcuni tentativi diedero vita alle Rose di Pietra. John, paragonato per importanza a Johnny Marr (The Smiths), ha però avuto anche un ruolo molto importante nella creazione delle copertine della band.
Ma andiamo con ordine.
Nella primavera del 1988 un canale televisivo inglese mandò in onda una serie di documentari per celebrare il ventennale dell'insurrezione parigina, che portò alla paralisi di tutta la Francia. Una miniserie di documentari, intitolati “La rivoluzione rivisitata”, erano curati da Daniel Cohn-Bendit, uno dei leader della rivolta parigina (dal 2004 co-presidente del gruppo parlamentare Verdi Europei - Alleanza Libera Europea, al Parlamento Europeo). I filmati furono visti, il caso vuole, sia da Brown sia da Squire ed entrambi rimasero letteralmente colpiti da quelle immagini.
L’embrione grafico del debutto discografico era sbocciato.
Brown inoltre incontrò personalmente Bendit, che soddisfo tutte le domande del cantante riguardanti quegli anni, come l’utilizzo dei limoni per cercare di respirare in mezzo ai fumi dei lacrimogeni.
“All’inizio del documentario si vede un ragazzo lanciare alcune pietre verso la polizia e con i miei dipinti ho cercato di riportare su tela quell’atteggiamento anticonformista”, dice Squire.
John si dilettava da sempre con la pittura ed era rimasto folgorato dai dipinti di Paul Jackson Pollock, considerato uno dei maggiori rappresentanti dell'Espressionismo astratto. Infatti osservando la copertina dell’album e di buona parte dei singoli estratti dal 33, si ha l’impressione di trovarsi davanti ad una porzione di un dipinto di Pollock e non è un caso che l’epopea musicale di Manchester (città di provenienza degli Stone Rose) sia rimasta nell’immaginario collettivo grazie ad alcuni punti fermi: le copertine dei Roses, il ballerino invasato degli Happy Mondays, o il caschetto di capelli degli Inspiral Carpets.

La rivolta parigina ispirò non solo Squire, ma anche la lirica di “Bye Bye Badman” che così recita: “Il fumo nell’aria mi strangola, mentre succhio un limone alla luce di un tramonto, ma non sono preoccupato”. Perfino il dipinto in copertina ha lo stesso titolo del brano ed i richiami agli scontri parigini sono evidenti nella bandiera francese stilizzata e nelle fette di limone usate anche al posto di una lettera nel nome della band. “Il nostro budget per realizzare la copertina dell’album era così alto”, dice Squire ridendo, “che mi permise di comprare diversi limoni al supermercato sotto casa”. Il posizionamento dei limoni occupò Squire per un paio d’ore e poi, finalmente, il risultato finale fu fotografato. “Ho ancora quel dipinto, adesso è sotto il letto di mia figlia”, dice Squire, proseguendo: “Le copertine dei singoli erano il tentativo di replicare il lavoro di Pollock, ma la differenza di base era nell’uso che facevo dei colori, i miei non erano troppo accostabili l’uno con l’altro”. A proposito invece delle tinte usate nel quadro poi utilizzato sulla copertina dell’album, Squire afferma che fu la visione delle Giant Causeway ad ispirarlo. Si tratta di un affioramento roccioso situato sulla costa nord est irlandese, composto da circa 40.000 colonne basaltiche, formatesi dopo un'eruzione vulcanica circa 60 milioni di anni fa. Le colonne a base esagonale, ma anche a quattro, cinque, sette o otto lati, raggiungono i 12 metri d'altezza ed alcune si innalzano fino a 28 metri. Le formazioni, visibili ad occhio nudo sulla costa, sono solo una parte del complesso, che si estende anche nel fondale marino adiacente. Il Selciato del gigante è stato inserito nella lista dei Patrimoni dell'umanità dall'UNESCO nel 1986. “Il verde del selciato ed il bianco della schiuma del mare erano i colori che volevo riprodurre, ecco svelato il mistero del perché ho utilizzato queste tonalità”, dice Squire, mentre spiega così la sua fissazione per Pollock: “Alcuni anni prima avevo visto una foto di Pennie Smith fatta a Paul Simonon (Clash). Il bassista era seduto su un pavimento verniciato seguendo lo stile di Pollock. Ne fui rapito così profondamente che trovai nel bagno di casa, fatto di mattonelle blu, arancioni e bianche, il mio personale angolo pollockiano. Passavo ore a fissare quelle mattonelle”. Nella copertina del disco furono usati altri due dipinti di Squire, che diventarono la sleeve di un paio di singoli: “I Wanna Be Adored” e “Waterfall”. Uno di questi quadri raffigurava un mix tra la bandiera americana e quella britannica, proprio come il testo di “Waterfall” che raccontava dell’americanizzazione dell’Inghilterra. Da segnalare inoltre che il colore usato per il nome del gruppo è cambiato nelle varie ristampe del disco, passando dall’oro all’argento, per finire al bianco.
L’espressionismo astratto di Pollock non si fermò però solo alla copertina, ma coinvolse anche gli altri membri della band quando fu il momento di realizzare un primo serio servizio fotografico. La band fu “rinchiusa” in uno studio dalle pareti bianche insieme ad alcuni bidoni di vernice. Le foto che fecero il giro del mondo testimoniarono eloquentemente cosa successe dentro a quelle quattro mura.
Squire si occupò anche della copertina del secondo lp, “Second Coming” e a tal proposito dice ridendo: “Le ore spese per disegnare la copertina del secondo album furono sicuramente di più rispetto a quelle per registrare le canzoni”.
Dopo lo scioglimento degli Stone Roses, Squire ha dato vita ai Seahorses (un album all’attivo) e a una carriera solista (due album in carniere), per poi dedicarsi, dal 2004, alla sua passione per l’arte visuale. “Il mio stile si è staccato dall’influenza di Pollock, ho dipinto teschi di animali, realizzato una farfalla grande circa 3 metri, ma ancora oggi amo dipingere senza l’utilizzo di un cavalletto, perché sento una certa avversione nei confronti degli strumenti tipici dell’arte figurativa. A me piace stendere la tela per terra ed usare, per dipingere, anche le mani”. Durante una sua mostra tenutasi a Londra nel 2007 alla precisa domanda di un reporter sull'eventuale reunion degli Stone Roses, l’ex chitarrista ha così risposto: “E’ estremamente improbabile che ricominci a suonare la chitarra in pubblico”. FINE DELLA STORIA.
Personalmente mi piace immaginare che Pollock, dall’alto dei cieli, si sia divertito a vedere Squire agitarsi con i colori di copertina del debutto discografico degli Stone Roses. Insomma un disco storico, con una copertina altrettanto storica. Da ascoltare e guardare mentre si succhia una fetta di limone.


(Pubblicato il: 28/11/2013)