Ian Glasper

Anarco punk
Agli inizi degli anni ottanta il punk aveva già perso la sua carica anticonformista e la sua violenza era già stata massificata dalla società e dalla industria discografica. I Sex Pistols erano ormai morti e sepolti, la terza ondata di gruppi si stava infrangendo contro l’indifferenza regnante, ma proprio in uno scenario così desolante arrivò un grido di dolore che tagliò la gola della Gran Bretagna. Una schiera di band punk che si rifacevano all’anarchia sconvolsero lo scenario desolante dell’isola. Fu un vero e proprio terremoto, forse più devastante del primo punk, quello di Rotten e Company. Crass, Poison Girls, Conflict, Dirt, Zounds, Flux Of Pink Indians, Chumbawamba (sì, proprio loro), Amebix, Rubella Ballet, solo per citare la punta dell’iceberg, misero dentro ad un sound furioso la rabbia che covavano. Quella scena, che cambiò molte regole del “gioco”, è oggi raccontata con dovizia di particolari in “Anarco Punk” di Ian Glasper. Il libro, suddiviso per zone geografiche, ci porta dentro a questo universo di musicisti che dopo quasi trent’anni credono ancora che si possa vivere in un mondo migliore, che sono rimasti vegetariani ed odiano qualsiasi sopruso. Lettura coinvolgente, anche solo per sapere come il nero sia diventato il colore da indossare nell’uniforme del musicista anarchico, o per capire l’importanza che hanno avuto i dischi di questi gruppi. Il cantante dei Conflict, che campeggia in copertina, è l’icona di un periodo che parlava ai giovani di ingiustizie da combattere e per le quali tutti questi musicisti erano pronti a sacrificarsi. Leggete questo libro e forse la visione della vostra vita cambierà. Forse? Perché il nuovo modello di telefonino è dietro l’angolo che vi aspetta. Auguri. Sinceri auguri.

Formato: libro


(Pubblicato il: 28/11/2013)