Ninfa

Stereo desire
Ninfa è un nome che gli appassionati di indie rock dovrebbero conoscere (Avvoltoi, Sciacalli), ma anche tutti i frequentatori dei dancefloor di tendenza si saranno imbattuti in una serata con alla consolle l’apolide biondina. Con un primo album solista pubblicato nel 2003 dalla Virgin (“Top Sensation”), che arrivava dopo la fortunata serie di compilation “Mo’Plen”, curate insieme a Scanna, Ninfa era ormai diventata una stella del mondo luccicante delle discoteche. Non è un caso se MTV Italia l’ha scelta spesso e volentieri come dj nelle feste organizzate dall’emittente televisiva in giro per l’Italia. Insomma Ninfa con il nuovo secolo è rinata, a proposito deve aver fatto un patto con il diavolo perché gli anni passano e lei rimane uguale ed ora il secondo album la riporta agli onori della cronaca in maniera esplosiva. Il disco, composto da dodici tracce, aveva avuto qualche mese fa una anticipazione con il videoclip di “It Doesn’t Matter”, diretto da Alex Orlowski e con la partecipazione delle pornostar Suzie Diamond, Ramon Nomar and Aletta. Il brano appena citato è però un poco fuorviante rispetto all’intero disco, che risulta essere più vicino ad un electro rock con venature punk, caratterizzato dalla voce di Ninfa sempre a calcare l’enfasi di ciascun brano. Tanto per citare qualche nome, in “Rockstar” Ninfa sembra essere la versione più "pestona" degli Oasis, mentre in “My Baby Left Me” diventa la cugina dispettosa dei Daft Punk o in “Hey C’mon” la sorella cattiva di Avril Lavigne. Ninfa si plasma sopra i suoni elettronici e non dimentica il suo passato artistico in “Pushin’”, fatto di lounge seducente. Ninfa si dimena indiavolata e noi cerchiamo faticosamente di rimanere al passo. Un disco da godere in biancheria intima mentre fuori nevica da tre giorni.

Formato: cd


(Pubblicato il: 28/11/2013)