Gaznevada

Mamma dammi la benza
Dopo la pubblicazione del primo nastro degli Skiantos (“Inascoltable”), tocca ora ai Gazneveda raggiungere lo splendore del suono digitale con “Mamma Dammi La Benza”, trasposizione in cd del loro primo nastro pubblicato dall’allora neonata Harpo’s Bazar. E come in ogni ricorrenza che si rispetti, ecco che a 30 anni di distanza (79-09), i Gaznevada in formato punk sono di nuovo tra noi. Sì, perché la band bolognese fu un calcio allo stomaco dell’Italia canzonettara, rifacevano i Ramones e cantavano testi in italiano violentissimi. Su di loro è stato scritto tanto, dal mitico concerto in Piazza De L’Unità a quello sospeso in Piazza Verdi per il lancio di borse d’acqua sul palco e sul mixer da parte del “Movimento Studentesco”, che non comprendeva come i Gaznevada avessero potuto “vendersi” al nemico. Sì, perché i Gaznevada del primo nastro diventarono altro, sperimentarono, maturarono altri suoni, si lasciarono andare alla creatività. Ecco perché riascoltare oggi quelle nove canzoni del ’79 ci riporta ad un passato che durò un soffio, ma che ha lasciato una eredità imponente. Oltre al cd audio, il video di “Telepornovisione” ed un libro nel quale i protagonisti raccontano un’avventura che è diventata leggenda. Il Centro D’Urlo Metropolitano, che cambiò nome in Gaznevada, è in questa testimonianza sonora e visiva. Leggete tutto d’un fiato il libro ascoltando “Roipnol” o “Nevadagaz” e pensate di essere al Punkreas (locale della Bologna underground) o dentro alla Traumfabrik, mentre Andrea Pazienza disegna una tavola ispirata dalla musica dei Gaz. Storia. Volenti o nolenti.

Formato: libro + cd


(Pubblicato il: 28/11/2013)